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A più riprese, nei mesi scorsi, i vertici del PdL dichiararono pubblicamente l’intenzione di voler fare elezioni primarie per la scelta del candidato premier alle prossime elezioni politiche. Non appena Berlusconi ha annunciato di volersi ricandidare, il PdL è tornato sui suoi passi. Dall’altra parte, il PD tergiversa ancora, nonostante le pressanti richieste di Renzi, sulla data e le modalità delle sue primarie nazionali. Ai dirigenti di quel partito non basta il fatto di fare primarie nazionali, per l’appunto, invece che primarie sequenziali, sapendo che le primarie nazionali penalizzano tutti i candidati che non hanno l’investitura dell’apparato. Probabilmente vogliono fare anche "primarie a sorpresa", per assicurarsi che gli avversari non abbiano nemmeno una possibilità minima e remota di dare fastidio al candidato dell’apparato. Sono quelle che negli USA chiamerebbero snap-primary, usate decenni fa (prima dell’avvento del sistema moderno che sancì il superamento degli apparati partitici) per consultare gli elettori in maniera tale da favorire una fazione rispetto a tutte le altre. E’ ormai quasi certo che gli organi dirigenti del PD convocheranno le primarie all’ultimo momento. Dopo il risultato del voto, secondo loro scontato (ma in realtà non così scontato, perché Renzi gode già di una certa notorietà), diranno: "avete visto? dicevate tanto di questo Renzi, ma non è andato poi così lontano…" Vedremo se gli elettori del PD premieranno le "furbate" del loro partito.

Che cosa sta succedendo? Sta succedendo che gli apparati si stanno arroccando a difesa dei loro privilegi, contro le istanze provenienti dal popolo. Quando possono impediscono di fare le primarie, quando non possono le fanno in modo da mortificare la volontà popolare, invece che farla emergere. Cercano in tutti i modi di "domare" qualsiasi forma di consultazione degli elettori.  Tuttavia, la guerra degli apparati contro il popolo è una guerra persa in partenza: lo sanno loro e lo sappiamo noi. L’unica cosa che importa ai politicanti è di tirarla lunga il più possibile, in modo da assicurarsi i privilegi ancora per un po’ di tempo e scaricare il problema sui loro successori. 

La domanda che ci dobbiamo porre è: come possiamo accelerare il processo di apertura dei partiti e sgretolamento degli apparati? Da decenni gli apparati partitici ci sottraggono libertà ed opportunità. Se non ci diamo da fare in prima persona potremmo non riuscire a riprenderci quel che ci appartiene durante il corso della nostra vita. 

Se PdL e PD non vogliono fare le primarie, oppure non vogliono farle sequenziali, oppure non vogliono nemmeno farle in date congrue e comunicate con adeguato anticipo, insomma non vogliono farle con modalità che garantiscano agli elettori di fare veramente emergere la loro volontà, che fare? Una possibilità c’è.

L’anno prossimo si terranno elezioni politiche ed elezioni amministrative. Sicuramente in alcune realtà locali si faranno primarie per i candidati alle elezioni amministrative (a Pisa, per esempio, si dovrà scegliere il sindaco). Sperabilmente in alcuni casi si sperimenteranno primarie sequenziali correlate alla convention. Comunque sia, si può

1. tenere le primarie per i candidati alle elezioni amministrative con congruo anticipo, in modo che precedano di almeno un mese le elezioni politiche nazionali;

2. abbinare le primarie per i candidati alle elezioni amministrative a primarie autogestite per i candidati a premier.

In sostanza, si tratterà di primarie degli elettori, autogestite dagli elettori, i quali si consulteranno liberamente sulle proprie intenzioni di voto. Infatti, non c’è nessun bisogno di avere il beneplacito degli apparati per fare elezioni primarie. Abbinare le primarie per il premier ad altre primarie, per esempio quelle relative ad elezioni locali, riduce notevolmente lo sforzo organizzativo e può invogliare più elettori a partecipare.

Per esempio, chi organizza primarie per il candidato sindaco di Pisa per un qualunque partito di area di centrodestra, potrà stabilire di permettere agli elettori, sulla stessa scheda elettorale, di esprimere anche la propria preferenza per il candidato premier del centrodestra. I candidati in lista per la nomina di candidato premier saranno personalità politiche di rilievo ritenute potenziali candidati a premier (Berlusconi, Montezemolo, Della Valle, Monti, ecc. – indipendentemente dalla loro volontà di essere messi o non messi in lista) e poi chiunque altro si voglia candidare. Lo stesso possono fare i partiti locali che si collocano a sinistra, per il candidato premier della loro area politica, anche se le famose primarie "snap" nazionali del PD si saranno già tenute e avranno già incoronato il candidato dell’apparato.

Assieme ai risultati delle elezioni primarie del candidato sindaco (per esempio, di Pisa) saranno divulgati i risultati delle elezioni primarie pisane per il candidato premier del centrodestra, o centrosinistra. Se più città seguiranno l’esempio, la sequenzializzazione delle primarie per il candidato premier seguirà automaticamente.

Una volta diffusi i risultati delle primarie degli elettori per il candidato premier, i partiti di centrodestra, o centrosinistra, potranno decidere se ignorarli, come probabilmente faranno, o tenerne conto. Nel primo caso sanciranno la loro lontananza dagli elettori, nel secondo il loro arretramento di fronte agli elettori. In ogni caso, il risultato finale sarà

POPOLO – APPARATI        1 : 0

Ripercorrendo la storia dei partiti americani e studiandone il funzionamento, fondato sulle elezioni primarie e le convention, elaboriamo una strategia per realizzare il sistema dei partiti governati dagli elettori anche in Italia.

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Oggi apprendiamo che Berlusconi avrebbe intenzione di ricandidarsi a premier alle prossime elezioni politiche. Subito dopo, alcuni giornalisti hanno stabilito che le primarie del PdL (o del partito erede del PdL, comunque si chiami) non si faranno, perché "non avrebbero senso, visto che si ricandida Berlusconi". In realtà, le primarie (all’americana) hanno senso sempre, anche quando a ricandidarsi è il presidente in carica. Per esempio, quest’anno il Partito Democratico americano ha tenuto i caucus e le primarie regolarmente, come ha sempre fatto, e fra non molto terrà la convention, "nonostante" il candidato presidente sia ancora Obama. Per quale motivo? 

Le primarie sequenziali correlate alla convention si possono fare anche se si ricandida Berlusconi, e anzi avrebbero ugualmente un grande impatto, perché potrebbero portare al partito anche un 10% di voti in più alle elezioni politiche. Inoltre, aumenterebbero non poco la raccolta di donazioni spontanee da parte degli elettori e massimizzerebbero la risonanza mediatica

Alcune ricerche dicono che le primarie di per sé portano mediamente il 6% dei voti in più. Facendole per bene, sequenzializzandole e correlandole alla convention, e propagandando strada facendo il nuovo sistema in modo adeguato sui mezzi di comunicazione, credo che in Italia sia possibile arrivare al 10-12% in più. Visto che Berlusconi è convinto che la sua ricandidatura possa portare il PdL al 30% del consenso, combinandola colle primarie sequenziali e la convention il PdL potrebbe arrivare, da solo, al 40%. In questo momento il PdL ha bisogno di usare tutti i sistemi possibili per recuperare consenso, per cui farebbe bene a riflettere su questi dati e a non tralasciare alcuna possibilità.

Ho seguito Berlusconi nelle campagne elettorali precedenti. Fa un comizio dietro l’altro percorrendo tutto il territorio della penisola. Si ferma in tutte le regioni, con un calendario definito, proprio come un candidato americano durante le primarie sequenziali. E’ possibile ritagliare il calendario delle primarie sequenziali + convention del PdL (o suo partito erede) in base al calendario delle visite di Berlusconi alle varie regioni, e far votare in ciascun luogo qualche giorno dopo il comizio. Ciò accrescerà l’attenzione per i comizi, oltre che per le primarie.

Se qualcuno si candidasse "contro" Berlusconi il risultato finale non cambierebbe, come non cambia negli Stati Uniti, ma la competizione attrarrebbe grande attenzione da parte dei media, aiutando il PdL a risalire nei sondaggi. Molti giornali di sinistra intervisterebbero gli sfidanti solo per dargli filo da torcere, e così farebbero parlare del PdL ininterrottamente per mesi, unica possibilità che questo partito ha per vincere le prossime politiche. Se Berlusconi apprezzerà le potenzialità del sistema, sarà lui stesso a spingere i personaggi in vista del suo partito affinché si candidino, proprio per ravvivare la competizione. Inoltre, un calendario di consultazioni articolato come quello offerto dalle primarie sequenziali + convention agevola la raccolta di donazioni da parte degli elettori, altrimenti depresse dallo scarso contatto con i candidati.

Non solo. Le primarie sarebbero interessanti per una serie di altri motivi (anche se Berlusconi fosse l’unico candidato di spicco, come quest’anno Obama è stato l’unico candidato di spicco nelle primarie democratiche americane). Per esempio, con le primarie gli elettori saranno chiamati ad eleggere i propri delegati alla convention. Il ruolo e il funzionamento della convention nei partiti governati dagli elettori sono spiegati qui. I delegati avranno non solo il compito di "incoronare" il vincitore, ma anche di elaborare il "programma elettorale degli elettori" e prendere altre decisioni rilevanti per il partito, rafforzandole di un’investitura popolare altrimenti inesistente. Sarebbe un’altro ottimo sistema per attrarre consenso. Ho sentito spesso i leader del PdL parlare di "programma elettorale degli elettori". Tuttavia, non hanno mai spiegato come farlo scrivere agli elettori. Probabilmente pensavano a gazebo allestiti allo scopo, come fecero per la scelta del nome del partito, ma in questo modo i media ne parlerebbero per una sera soltanto, con un beneficio minimo.

La convention sarebbe un momento di grande attrazione mediatica, a ridosso delle elezioni. Inoltre, per rafforzare il suo successivo governo, alla fine della convention Berlusconi proporrà ai delegati un candidato vicepresidente (Alfano) e chiederà alla convention di ratificare che il ticket vincitore Berlusconi-Alfano si debba intendere all’americana, cioè che Alfano diventi premier se per qualche motivo Berlusconi dovesse interrompere durante il quinquennio. Tra parentesi, se davvero Berlusconi vuole far vincere Alfano, questa è l’unica possibilità che ha.

Infine non dimentichiamo che le primarie sequenziali correlate alle convention dovrebbero essere utilizzate per tutte le candidature, che Berlusconi si ricandidi a premier o meno. Finché i candidati al parlamento ricevono le candidature "gratis" (e gli altri altrettanto "gratis" vengono marginalizzati), è chiaro che non hanno grandi motivazioni a darsi da fare per raccogliere consenso, fare comizi e impegnarsi in campagna elettorale, lasciando, come sempre, questa incombenza a Berlusconi. Se il PdL combinasse le primarie sequenziali + convention per il candidato premier con sistemi simili per tutte le candidature, potrebbe sfiorare il 50%. 

Quanto detto vale per tutti i partiti, chiaramente, anche per il PD e il Movimento 5 Stelle. Chi è convinto di vincere le elezioni, però, di solito si convince erroneamente che il suo approccio sia quello giusto. E’ più facile convincere i partiti in difficoltà, e non c’è dubbio che il PdL, che Berlusconi si ricandidi o meno, è uno di questi.

Venerdì scorso l’Onorevole Stracquadanio è venuto a Pisa per partecipare ad un incontro organizzato dai Liberali nel PdL. Gli amici che ho nel PdL mi hanno chiesto di andare a fare un intervento per spiegare la mia proposta di primarie sequenziali correlate alla convention, cosa che ero molto riluttante a fare, perché sono sempre più restio a fare proposte che potrebbero tornare utili ai partiti esistenti. Non credo che meritino aiuti, a meno che non si tratti di aiuti a tirare le cuoia il più in fretta possibile. Comunque, di solito non c’è alcun rischio che gli interlocutori del PdL capiscano di cosa si sta parlando, quindi si può parlare loro tranquillamente, e rimanere ragionevolmente sicuri che continuino a dare un calcio alle poche occasioni che rimangono loro per sopravvivere. Siccome poi la mia proposta comporterebbe ai partiti esistenti di chiudere i loro apparati per sempre, quindi di fare praticamente harakiri, è assai probabile che la ignorino e proseguano indisturbati nella loro salutare (per noi) corsa verso il baratro.

Comunque sono andato all’incontro, poi una cosa tira l’altra, e alla fine, di fronte all’insistenza dei miei amici, ho raccontato in poche parole la mia proposta all’Onorevole. Dopo un po’ di obiezioni iniziali, Stracquadanio ha mostrato, con una certa mia sorpresa, di aver afferrato bene il messaggio, e mi ha chiesto di mandargli i documenti che avevo con le proposte dettagliate. Dopo averglieli mandati mi sono reso conto che quei documenti non stanno ancora su questo sito, mentre dovrebbero starci perché potrebbero essere utili a tutti. Pertanto ho deciso di scrivere questo post ed inserirli qui. Casomai ci fossero sviluppi vi terrò informato.

Si tratta di

1. proposta di primarie sequenziali e convention per il candidato premier (versione ritoccata di quella che ho consegnato ad Alfano il 18 dicembre scorso)

2. mozione approvata all’unanimità al congresso provinciale del PdL di Pisa, tenutosi recentemente, per adottare il mio sistema alle elezioni comunali di Pisa dell’anno prossimo

3. pamphlet esplicativo che accompagnava la mozione, con spiegazione di cosa sono le primarie americane e come dovrebbero funzionare a Pisa nel 2013


Ho partecipato a una riunione del Movimento 5 Stelle qualche settimana fa e ho scoperto che il movimento non si è ancora dato regole innovative per far scegliere le candidature e scrivere il programma elettorale agli elettori. A questo proposito, il “non statuto” consultabile qui, dice soltanto, all’articolo 7,

Le regole relative al procedimento di candidatura e designazione a consultazioni elettorali nazionali o locali potranno essere meglio  determinate in funzione della tipologia di consultazione ed in ragione dell’esperienza che verrà maturata nel tempo.

Alla riunione cui ho partecipato ho esposto la mia proposta, ispirata ai partiti americani, di primarie sequenziali correlate con la convention. Credo di aver interessato un buon numero di presenti con le mie idee, che sono poi quelle esposte in questo sito e nel libro segnalato qui. In effetti, il Movimento 5 Stelle sembra in grado di recepire il messaggio, attuarlo in tempi rapidi e sfruttarlo al meglio. Rispetto ai partiti tradizionali, il M5S è già avanti. Per esempio, la mia proposta richiederebbe di eliminare gli apparati partitici, ma il M5S non ha alcun apparato. Inoltre, richiede di rinunciare ai fondi pubblici, come ormai tutti i candidati fanno negli Stati Uniti, ma il M5S non ha mai preso un soldo di fondi pubblici. Richiede di demandare tutte le decisioni agli elettori, che è ciò che fa anche il M5S. E allora, a cosa potrebbe servire la mia proposta? A dare al movimento un sistema di regole semplici che gli garantiscano di crescere su queste basi, senza mai diventare come gli altri e senza mai dover fare compromessi con gli altri.

Il metodo per cambiare completamente la politica costa poco o nulla e richiede poche tornate elettorali. Si tratta di sostituire i partiti esistenti con due partiti aperti, governati dagli elettori, che si divideranno il 97% degli elettori circa, sul modello dei partiti americani.

Come sapete, chi è al potere oggi usa il potere che ha per impedire agli altri di accedervi. Per scardinare questo sistema perverso è necessario un sistema che spiazzi i partiti esistenti e li renda impotenti.

I due partiti nuovi devono essere completamente aperti, perché essendo aperti, sbaraglieranno facilmente i partiti chiusi, appena entreranno in competizione contro di loro. Aperti vuol dire, tra le altre cose, che non devono avere valori o idee o programmi a priori. E poi che non devono avere alcun apparato e devono consentire a chiunque di candidarsi alle cariche, candidarsi a delegato alla convention, e votare nelle primarie. Un partito che fissa i suoi obiettivi a priori restringe anche il campo di interesse che può suscitare e quindi anche riduce il numero d voti che può prendere. Qualunque regola, programma o valore sarà stabilito dagli elettori stessi tramite la convention, a cui partecipano delegati eletti con le primarie sequenziali. Qualunque decisione o indicazione della convention vale solo fino alla convention successiva, quando si riazzera tutto.

Le primarie devono essere sequenziali, altrimenti sono una burla. Non è praticamente o umanamente possibile che un candidato nuovo vinca le primarie per il premier se quelle primarie sono tenute nello stesso giorno in tutta Italia. Ma un’impresa del genere diventa possibile se si comincia dal Molise, una settimana dopo si va in Abruzzo, poi nelle Marche, ecc., diluendo il compito e quindi rendendolo abbordabile a chiunque. Come negli Usa si parte dall’Iowa, poi si va nel New Hampshire, nella Carolina del sud, eccetera. Similmente, occorre sequenzializzare le primarie per i sindaci, i governatori di regione, e quando avremo finalmente un sistema uninominale, anche per i deputati e senatori.

I partiti di cui parlo non hanno apparati, sono pure e semplici macchine per produrre candidati e programmi elettorali decisi dagli elettori. Primarie sequenziali correlate alla convention, primarie sequenziali correlate alla convention, primarie sequenziali correlate alla convention, e si azzera tutto ogni volta. Solo e semplici macchine per fare emergere la volontà popolare. Per questo vinceranno facile contro i partiti chiusi attuali e non lasceranno loro alcuna possibilità di cavarsela.

Forse a Pisa realizzeremo questo progetto l’anno prossimo per le elezioni comunali con alcuni fuoriusciti del PdL. Però sto cercando di sensibilizzare più persone possibile, in modo che aumentino le possibilità di riuscita. Chiunque fosse disposto ad imboccare questa strada avrà il mio appoggio e la mia collaborazione, qualunque siano le sue idee politiche, a qualunque area appartenga (io non sono iscritto ad alcun partito). Il M5S è l’interlocutore ideale. Nelle prossime settimane cercherò di mettermi in contatto con Beppe Grillo per spiegargli la proposta. Vi terrò informati se ci sono novità.

***

27 Maggio 2012 ___  Aggiornamento

Come promesso, vi tengo informati sulle novità. Sono stato ad un’altra riunione del M5S e ne ho tratto alcune conclusioni. Allo stato attuale, il M5S è ancora molto indietro sul tema del coinvolgimento trasparente degli elettori. Sembra muoversi in modo casuale e scoordinato, per nulla pronto ad affrontare la sfida. Molti militanti già scalpitano perché venga loro riconosciuto il diritto-privilegio di contare più degli altri elettori al momento di decidere le candidature, in base all’impegno profuso per il movimento e al loro attivismo. Non è chiaro se e come gli elettori saranno effettivamente consultati per selezionare i candidati. Si parla di primarie online, ma le candidature alle primarie saranno probabilmente chiuse, ristrette ai famosi “militanti più uguali degli altri elettori”. E’ probabile che da qui a poco, chi si avvicinerà al movimento sarà messo a fare la fila dietro coloro “che si sono impegnati già da tempo”. Accanto a molte persone aperte all’innovazione, ve ne sono altrettante che ragionano come i militanti dei vecchi partiti e accampano qualunque scusa per non discutere di proposte a loro sgradite. Parecchi sono coloro che chiedono procedure per limitare la partecipazione e le candidature a “persone fidate” che stanno nel movimento già da tempo. Vedono in qualunque nuovo arrivato un opportunista e una minaccia, perché potrebbe sottrarre loro il posticino che credono di essersi ritagliati. Insomma, ho ritrovato tutti i difetti dei partiti chiusi. Se queste persone avranno peso determinante, come temo, inevitabilmente, il M5S diventerà il classico partito “come gli altri”.

Non sono ancora riuscito a contattare Beppe Grillo, ma a questo punto non so se valga la pena farlo. Soprattutto, non ho voglia di farlo. Mancano i segnali minimi per sperare che il Movimento 5 Stelle rappresenti un vero cambiamento.

Per un attimo ci ho sperato: che Alfano avesse recepito il messaggio. Che avesse capito che per rivoluzionare la politica bisogna cambiare il sistema di fare politica, i partiti, venendo incontro alla gente invece che andando contro la gente.

Quando gli ho fatto la mia proposta, lo scorso dicembre, ha reagito molto interessato, devo dire. Gli ho spiegato che per rivoluzionare la politica bisogna cominciare dai partiti, aprendoli come i partiti americani, eliminando gli apparati e adottando il sistema americano delle primarie sequenziali, quel sistema che diluisce il compito e le difficoltà, e quindi permette a (quasi) tutti i cittadini di potersi presentare con possibilità di vittoria.

Praticamente, si fanno votare gli elettori di ogni regione a una settimana di distanza gli uni dagli altri, per dare chances anche a chi non parte già famoso o straricco: un “Carter chi?” che ti diventa presidente, un Mike Huckabee che in due settimane passa dal nulla al trionfo in Iowa, un Rick Santorum che, seguendo le orme di Huckabee, quasi strappa la nomination allo straricco di turno Mitt Romney, un Obama che strapazza la superfavorita dell’establishment, e via di questo passo.

Far votare tutta l’Italia nello stesso giorno, alle primarie, equivale a dare concrete possibilità di vittoria solo a chi è straricco o già noto, magari grazie alla tv. E’ così che può emergere un leader? Cominciando, invece, dal Molise, o dalla Val d’Aosta, come in Usa si comincia dall’Iowa e dal New Hampshire, la cosa diventa fattibile anche a gente che non ha dietro il solito giro…

Devo ammetterlo: sono un ingenuo. Per un attimo ho sperato che Alfano avesse capito che il motivo per cui è emerso Obama è questo, cioè che il sistema americano dà effettivamente la possibilità a un leader di emergere. Invece oggi leggo sui giornali che la “grande novità di Alfano” sarebbe usare internet, perché gli “esperti” che ha consultato gli hanno detto che Obama è emerso perché ha usato internet (pensa te!), e dunque via con internet!

E poi, certo, anche cambiare nome al partito (pensa che rivoluzione! Infatti Obama ha vinto cambiando nome al suo partito, come tutti sanno), accoppiarlo con liste civiche (mai visto prima niente di simile in Italia! Però, visto che Obama ha vinto grazie alle famose liste civiche americane…) e mettercene una capeggiata da Montezemolo (a questo punto siamo tutti convinti: Alfano è un genio).

Che dire: indichi la luna, guardano il dito…

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