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Libertarie regionali Toscana 2020
Schemi e simulazioni
Calendario principale
I dati e le date sono indicativi. Alcune tappe finali possono essere accorpate se necessario accorciare i tempi
Oltre che primarie per il candidato governatore, le tappe sono anche primarie per i consiglieri regionali (vedi sotto). Chi si candida a governatore può candidarsi anche a consigliere per una circoscrizione (di solito, quella di residenza)
Terminologia di base:
Elezioni generali: le elezioni “vere” (contrapposte alle elezioni primarie). Nel nostro caso, le elezioni regionali della Toscana
Nomina: l’investitura della convention che determina il candidato governatore con voto a maggioranza assoluta dei delegati
Candidati alla nomina: chiunque si candidi ad ottenere la nomina della convention
Caucus: riunione, assemblea, incontro di persone (pronuncia “cocus”)
Simulazione
con dinamiche tipiche di una competizione come questa
Supponiamo che i candidati alla nomina siano 4. Li chiameremo G1, G2, G3 e G4
Prima tappa (Firenze 3, 19/1/20, 5 delegati totali)
Esempio di scheda elettorale
Risultati prima tappa (solo primarie per governatore)
Voti e delegati ottenuti dai candidati:
Candidato |
Voti |
no delegati |
G1 |
2050 |
3 |
G2 |
1500 |
2 |
G3 |
50 |
0 |
G4 |
400 |
0 |
Caucus post-primarie
per scegliere i delegati di Firenze 3 di G1 e G2
Il 21/1/20 G1 posta il seguente messaggio su twitter
Grazie a tutti del sostegno straordinario che mi avete dimostrato
domenica nella prima tappa. Trovatevi il 26/1/20 alle ore 15.00 al teatro X per
scegliere i tre di voi che andranno alla convention. Un mio rappresentante sarà
lì ad aprirvi
G1 non andrà al caucus (anche perché è in piena campagna elettorale per le tappe successive)
26/1/20, ore 15.00, teatro X:
lsi presentano 55 persone;
lsi fa avanti chi è disposto ad organizzare l’incontro (nel qual caso non si candida a delegato);
lcoloro che aspirano a fare i delegati si presentano e dichiarano solennemente di impegnarsi a votare la nomina di G1 alla convention;
lsegue discussione con interventi dei presenti;
lseguono le votazioni per scegliere i tre delegati più eventualmente tre sostituti.
nSalvo arrotondamenti, i delegati e sostituti sono metà uomini e metà donne
n In qualunque momento, gli aspetti organizzativi (voto segreto, voto palese, numero preferenze, tempistiche degli interventi, ecc.) vengono decisi facendo votare i presenti. E’ sperabile che ogni decisione passi a maggioranza assoluta
n La discussione può riguardare anche le questioni da sollevare alla convention (punti programmatici, modifiche alle regole, nome e simbolo della lista da presentare alle elezioni regionali, ecc.), sulle quali i delegati non sono tenuti a seguire G1, ma interpretano liberamente la volontà degli elettori
Il 27/1/20 i risultati sono trasmessi a G1, che li approva, nel qual caso diventano definitivi. Se G1 lo ritiene, può esercitare un diritto di veto, motivando la decisione, su uno o più delegati eletti, nel qual caso subentrano i sostituti
Similmente, il 20/1/20 G2 posta il seguente messaggio su facebook
Un risultato davvero inaspettato! Eravamo sconosciuti fino a ieri e
abbiamo già 2 delegati! Il 26/1/20 alle 15.00 nella biblioteca Y sceglierete
i due di voi che mi rappresenteranno
e avanti come sopra.
Verso la convention
I delegati già eletti si incontrano telematicamente per organizzare (in linea di massima) i lavori della convention, raccogliere pareri e proposte sulle regole e i punti programmatici, dividersi in commissioni (commissione sul programma, commissione sulle regole), per arrivare alla convention con proposte pronte da essere discusse e votate. I delegati scelti nelle tappe successive si aggiungono man
mano che vengono eletti
Proposte tipiche di
modifica delle regole (per le libertarie regionali 2025):
n premiare con qualche delegato in più le circoscrizioni in cui saranno raccolti più voti alle elezioni generali, da sottrarre alle circoscrizioni in cui saranno raccolti meno voti;
n riorganizzare la sequenza in modo da consultare per prime le circoscrizioni che avranno raccolto più voti alle elezioni generali, o quelle che hanno raccolto maggiore affluenza alle primarie
Simulazione risultati complessivi delle 13 tappe
G4 ottiene la maggioranza assoluta dei delegati (quindi, a meno di eventi mai accaduti finora, otterrà la nomina della convention – vedi sotto)
G1 comunica di ritirarsi e libera i suoi delegati dal vincolo di votare per lui. Tipicamente (in caso di accordo sopraggiunto con G4 sul programma o altre questioni), dichiara di appoggiare G4 e invita informalmente i “suoi” delegati a votare per G4
G2 non appoggia G4, anzi urge i delegati di G1 e G4 a votare per lui
Convention
Sono presenti i delegati, osservatori e giornalisti
I candidati alla nomina non sono presenti
Le decisioni della convention sono prese a maggioranza assoluta
Votazione per la nomina
Risultati:
Candidato |
G1 |
G2 |
G3 |
G4 |
Voti |
3 |
4 |
0 |
94 |
G4 è nominato candidato governatore con 94 voti su 101. Viene invitato a raggiungere la convention per accettare la nomina. Tiene un discorso di accettazione che di fatto dà il via alla campagna elettorale per le elezioni generali
I candidati perdenti non sono invitati (di solito hanno già raggiunto accordi di vario tipo col vincitore)
Altre decisioni della convention
La convention è sovrana su qualunque questione ritenga esprimersi
nScrive il programma elettorale. Il candidato nominato avrà un quadro più chiaro delle priorità degli elettori in vista delle elezioni generali
n Dirime le eventuali contestazioni. La delegazione della circoscrizione II può sollevare perplessità sulla composizione della delegazione della circoscrizione III, per esempio (brogli? voto di scambio?)
n Nomina un comitato fatto di, diciamo, 10 delegati, che si occuperà degli aspetti organizzativi delle libertarie successive (località della convention, raccolta donazioni, contatti cogli sponsor, ecc.). Il comitato non ha responsabilità politiche
n Decide nome, simbolo per la lista da presentare alle elezioni generali
n Vara modifiche delle regole per le libertarie successive
Cose da fare
u Identificare i luoghi dei seggi elettorali nelle varie circoscrizioni. Scuole, sale comunali?
u Trovare per tempo il sito della convention
u Organizzarsi per raccogliere contatti, donazioni, sponsorizzazioni alla convention, ecc.
u Organizzare le spese dei fondi raccolti per messaggi pubblicitari
Prima delle libertarie
Tour di presentazione delle libertarie, con sensibilizzazione delle potenzialità dello strumento, in modo che chiunque possa fin da subito riflettere sull’opportunità di candidarsi alla nomina, a consigliere, o a delegato alla convention
Sensibilizzazione di giornalisti e mezzi di comunicazione. Riuscire a farli venire alle presentazioni
Nelle tappe del tour: raccolta contatti, creazione di una o più mailing list. Eventualmente, raccolta prime firme per la presentazione della lista alle regionali. Raccolta donazioni
Dopo tour di presentazione e fino a primarie inoltrate: tour di dibattiti tra i primi candidati alla nomina che si sono fatti avanti (ciò che stimola gli altri a farsi avanti pure loro)
Quindi: stilare calendario date e siti delle tappe del tour di presentazione, stilare analogo calendario dei dibattiti, arrivare alle conferenze stampa con schemi dettagliati da fornire ai giornalisti
Esempi tour presentazione e dibattiti
Ecco il mio intervento al convegno “La libertà che cerchiamo“, Cortina d’Ampezzo, 20/9/2015, ore 10.30, organizzato dai Conservatori e Riformisti, dove espongo la proposta di legge delle Libertarie. Il programma della conferenza può essere letto qui.
Le libertarie potrebbero diventare legge dello stato? Quale sarebbe la legge migliore possibile per realizzarle in Italia? E in Europa? Mi sono posto queste domande, stimolato da alcuni colleghi.
In questo post presento la proposta di legge che ho elaborato. Si riferisce alle libertarie nazionali, cioè quelle che selezionano i candidati alla carica di presidente del consiglio. Essa può essere facilmente adattata alle libertarie europee, regionali e comunali, per la selezione, rispettivamente, dei candidati alla carica di presidente della commissione europea, dei candidati alla carica di governatore di regione e dei candidati alla carica di sindaco.
L’idea di fondo delle libertarie legali può essere riassunta così: può votare chiunque, può candidarsi chiunque, ciascuno è controllore di tutti gli altri. I ruoli dei partiti e degli elettori sono capovolti: non sono i partiti che fanno le primarie, ma i cittadini (in realtà, i comuni). La ragione di questo è che la propensione dei partiti al litigio e a perdere tempo sconsiglia di dare loro l’iniziativa. Con l’impostazione che ho dato dovrebbe essere molto più facile superare le divisioni.
Ecco come funziona, in breve: la legge stabilisce che, in date certe e in certi luoghi, si vota (prima in Molise, poi in Basilicata, ecc.), contemporaneamente per due poli distinti, il “polo U” e il “polo C“. Chi si vuole schierare, o candidare, e chi vuole votare lo sa, e si organizza di conseguenza. I partiti, se vogliono, sfruttano questa opportunità facendo scendere in campo candidati loro, o appoggiandone altri. I partiti che non sono convinti lasceranno correre, ma poi si accorgeranno (troppo tardi) dell’errore commesso.
Una serie di trucchi implementati “in automatico” usati comunemente in USA (per es.: se voti per un polo non puoi votare per l’altro), oltre alla sequenzializzazione delle primarie e la convention dei delegati come autorità massima e di controllo, fanno sì che gli eventuali tentativi di corruzione, manipolazione, sabotaggio e brogli non abbiano molte possibilità di successo.
La sequenzializzazione supera molti problemi da sè. Per esempio, non sono necessari albi dei candidati e degli elettori, oppure preventive raccolte di firme. Inoltre, le schede elettorali sono fogli qualunque, gli scrutatori sono volontari, non c’è bisogno di matite copiative, ecc. Alla fine, i costi sono minimi.
I partiti e le coalizioni che ne fanno richiesta possono usufruire di libertarie esclusive. Ciò vuol dire che un riquadro della scheda elettorale sarà dedicato alla scelta del loro candidato. Possono restringere le candidature alla nomina e l’elettorato ammesso a votare.
La proposta è stata inviata a D. Capezzone il 21/06/2015 e consta di dieci articoli. Eccola.
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Proposta di legge denominata “libertarie”
per la selezione dei candidati alla presidenza del consiglio
Art. I – Finalità e norme generali
1. La presente legge regola le modalità con le quali gli elettori selezionano i candidati alla carica di presidente del consiglio e i candidati a subentrare al loro posto, supervisionano l’applicazione delle regole del processo di selezione, approvano il programma elettorale e modificano le regole stesse.
2. Le procedure, brevemente denominate “libertarie”, consistono di una sequenza di elezioni primarie regionali, seguite dalla convention dei delegati. Possono avvalersi delle libertarie i partiti politici, le coalizioni di partiti e gli elettori e candidati indipendenti.
3. La scelta del candidato presidente del consiglio è detta “nomina”. Essa spetta alla convention.
4. Può candidarsi alla nomina, o essere candidato alla nomina, chiunque possa ricoprire la carica di presidente del consiglio.
5. Le libertarie offrono al presidente della repubblica uno strumento per consultare gli elettori sulla scelta della persona a cui affidare l’incarico di formare il governo. Danno ai cittadini la possibilità di indicare al presidente della repubblica i propri candidati a presidente del consiglio. I partiti politici, le associazioni e i gruppi di cittadini, possono avvalersi delle libertarie per rafforzare l’indicazione al presidente della repubblica.
6. Alla convention nazionale partecipano i delegati regionali. Si può candidare a delegato qualunque elettore residente nella regione che non ricopra cariche pubbliche o di partito.
7. Ciascun candidato delegato si impegna pubblicamente e con dovuto anticipo, a sostenere, nei limiti stabiliti dalla presente legge, un candidato alla nomina.
8. Le elezioni primarie regionali determinano il numero di delegati che sostengono i candidati alla nomina.
9. Può votare alle elezioni primarie regionali qualunque cittadino resieda nella regione e sia in possesso della tessera elettorale e di un documento di identità.
10. Un soggetto giuridico può donare a un candidato alla nomina, in unica soluzione o più soluzioni, fino a un massimo di 1000 euro, durante l’arco temporale coperto dalle libertarie, i quattro mesi precedenti e i tre mesi successivi. Il superamento del tetto massimo è soggetto ad una sanzione amministrativa pari a venti volte l’ammontare in eccesso.
11. Nel caso una o due camere siano sciolte anticipatamente, le elezioni politiche nazionali sono tenute nella prima domenica che segue il 63esimo giorno dallo scioglimento.
Art. II – Gli schieramenti
1. A richiesta, i partiti rappresentati da un gruppo parlamentare alla Camera e/o al Senato possono usufruire di libertarie esclusive. In tal caso, sulla scheda elettorale delle elezioni primarie è presente un riquadro specifico dove gli elettori possono votare il candidato del partito.
2. Anche le coalizioni di cui faccia parte almeno un partito rappresentato da un gruppo parlamentare alla Camera e/o al Senato hanno diritto a libertarie esclusive.
3. Gli elettori e i candidati indipendenti, così come i partiti che non si avvalgono di libertarie esclusive, possono avvalersi di libertarie inclusive, relative a due poli civici distinti. Ai fini della presente legge, tali schieramenti sono denominati per comodità “polo U” e “polo C”. Le libertarie prevedono che siano gli stessi elettori, ed eventualmente i partiti che vi confluiscono, a identificare politicamente i poli U e C.
4. La presentazione delle candidature alla nomina dei poli U e C non richiede particolare formalizzazione e non è soggetta a vincoli temporali o altre restrizioni. ? compito e interesse di chi desidera candidarsi alla nomina, o candidare altri, far conoscere al pubblico la sua intenzione, nei modi che preferisce. Può includere il suo nome nel sito web delle libertarie messo a disposizione dal Ministero dell’Interno.
Art. III – Il giro d’Italia
1. L’insieme costituito dalle elezioni primarie regionali e dalla convention è detto anche “giro d’Italia”.
2. Il giro d’Italia è previsto in tre versioni: standard, accelerata e semi-accelerata. Si applica la versione standard se la legislatura ha scadenza naturale. Si applica una delle altre due versioni in caso di scioglimento anticipato di una o due camere.
3. Il giro standard consiste di sedici tappe, nelle quali si vota alle elezioni primarie regionali, più la convention nazionale. Le tappe sono separate l’una dall’altra da un arco temporale pari ad una settimana, con un’eventuale pausa di una settimana per natale, pasqua e ferragosto. La data della prima tappa è la prima domenica che cade almeno quattro anni e quattro mesi dopo le elezioni politiche nazionali.
4. Nel caso una o due camere siano sciolte anticipatamente e lo scioglimento anticipato abbia luogo a meno di quattro anni e quattro mesi dalle elezioni politiche nazionali, si adotta la versione accelerata del giro d’Italia, fatta di sette tappe e la convention, senza interruzioni per festività. Si comincia la seconda domenica successiva allo scioglimento delle camere, e si procede secondo la sequenza accelerata. Numerando le tappe della sequenza standard da i a xvi, la sequenza accelerata è
a) i e ii
b) iii e iv
c) v e vi
d) vii e viii
e) ix e x
f) xi, xii e xiii
g) xiv, xv e xvi
Le convention del giro accelerato si riuniscono il nono, ottavo e settimo giorno prima delle elezioni politiche.
5. Nel caso lo scioglimento anticipato abbia luogo a più di quattro anni e quattro mesi dalle elezioni politiche nazionali, il giro d’Italia è ottenuto combinando il giro standard, per la parte già svolta, con quello accelerato, per la parte ancora da svolgere. La seconda parte, convention inclusa, è anticipata per raccordarsi alla prima, in modo che tra una tappa e la successiva passi una settimana.
Art. IV – Le prime libertarie
1. La sequenza di tappe del giro standard relativo alle prime libertarie è la seguente:
i. Molise
ii. Basilicata
iii. Trentino-Alto Adige e Friuli-Venezia Giulia
iv. Veneto
v. Calabria
vi. Puglia
vii. Marche
viii. Umbria e Abruzzo
ix. Liguria
x. Piemonte e Valle d’Aosta
xi. Lazio e Sardegna
xii. Campania
xiii. Toscana
xiv. Emilia-Romagna
xv. Sicilia
xvi. Lombardia
2. Le convention nazionali si riuniscono quattro settimane dopo l’ultima tappa. I loro lavori durano quattro giorni.
3. Il numero totale dei delegati dei poli U e C è 1409. Essi sono così ripartiti: Lombardia 223, Campania 141, Lazio 124, Sicilia 122, Veneto 112, Piemonte 105, Puglia 100, Emilia-Romagna 99, Toscana 87, Calabria 50, Sardegna 40, Liguria 39, Marche 37, Abruzzo 31, Friuli-Venezia Giulia 30, Trentino-Alto Adige 23, Umbria 20, Basilicata 15, Molise 8, Valle d’Aosta 3.
4. La convention nazionale del polo U si riunisce a Pisa, quella del polo C a Verona.
5. Le convention nazionali sono organizzate dai comuni che le ospitano.
6. Le segreterie dei partiti che intendono avvalersi di libertarie esclusive ne danno comunicazione al Ministero dell’Interno entro il quarto anno e quarto mese dalle precedenti elezioni politiche, oppure, nel caso di scioglimento anticipato delle camere, entro quattro giorni dallo stesso. In tale comunicazione, specificano se intendono avvalersi delle libertarie esclusive come partiti o all’interno di una coalizione. Nel secondo caso comunicano un alias per identificare la coalizione sulla scheda elettorale.
7. La presentazione delle candidature alla nomina dei partiti e/o coalizioni che usufruiscono di libertarie esclusive è soggetta a regole stabilite autonomamente dagli stessi partiti e/o coalizioni. Le segreterie dei partiti comunicano i nomi dei candidati e/o le regole per la presentazione delle candidature al Ministero dell’Interno con dovuto anticipo affinché vengano pubblicati sul sito delle libertarie.
8. I numeri dei delegati regionali delle libertarie esclusive dei partiti e/o coalizioni, così come le loro distribuzioni regionali e le località delle convention, sono stabiliti autonomamente dai partiti e/o coalizioni, e comunicati dalle loro segreterie con dovuto anticipo al Ministero dell’Interno.
Art. V – La convention nazionale
1. La convention nazionale vota la nomina del candidato presidente del consiglio e quella del candidato a subentrargli. Inoltre, scrive il programma elettorale, dirime le controversie, stabilisce le regole delle libertarie successive ed elegge i membri del comitato nazionale.
2. Su tutte le questioni che riguardano le libertarie la convention è autorità massima. Può prendere qualunque decisione ritenga necessaria, senza alcun tipo di vincolo. Le sue decisioni sono insindacabili.
3. Una proposta è approvata dalla convention se ottiene la maggioranza dei voti dei presenti. Le votazioni sono palesi.
4. La convention stabilisce le sue stesse regole e procedure, stabilisce le regole delle libertarie successive, e dirime qualunque controversia inerente le libertarie in corso.
5. Le eventuali dispute sulle composizioni delle delegazioni e la loro legittimità sono risolte dalla convention in assenza dei delegati appartenenti alle delegazioni contestate. La convention può anche ammettere, al posto delle delegazioni contestate, delegazioni alternative. Le delegazioni alternative possono essere proposte alla convention da chiunque, anche in assenza di contestazioni, purché selezionate con un metodo che garantisca il rispetto della volontà degli elettori.
6. La convention può decidere di punire le regioni che sono per qualsivoglia motivo inadempienti, riducendo a suo piacimento il loro numero di delegati, o il valore del loro voto.
7. La legittimità di una delegazione è fondata sul riconoscimento da parte delle delegazioni delle altre regioni. In caso di contestazioni reciproche su vasta scala, la convention è costituita da qualunque insieme di delegazioni regionali che si legittimano reciprocamente, selezionate con qualunque metodo garantisca il rispetto della volontà degli elettori, fino al caso estremo di più convention autolegittimantesi che si ritengano rappresentative dello stesso polo, partito o coalizione.
Art. VI – I delegati
1. I delegati alla convention rappresentano gli elettori e i candidati alla nomina che si sono impegnati a sostenere.
2. Nella votazione della nomina, i delegati sono tenuti a votare per il candidato alla nomina che si sono impegnati a sostenere, salvo diversa indicazione da parte dello stesso.
3. In tutte le altre votazioni della convention, i delegati hanno completa discrezionalità su come rappresentare al meglio la volontà degli elettori, e non sono tenuti a seguire le eventuali indicazioni del candidato alla nomina che si sono impegnati a sostenere.
4. I delegati alla convention provvedono personalmente alle proprie spese di viaggio, vitto e alloggio. Nel caso in cui gli organizzatori abbiano disponibilità di fondi, i delegati possono essere rimborsati delle spese sostenute, purché documentate, fino a un massimo uguale per tutti.
Art. VII – I lavori della convention
1. I lavori della convention cominciano il mattino alle ore 9.00 e terminano la sera alle ore 18.00.
2. Risolte le contestazioni, i delegati discutono ed approvano le eventuali modifiche alle regole delle libertarie, come la sequenza standard, la località della convention successiva, il numero di delegati totali, il numero di delegati di ciascuna regione (tenendo conto, se ritenuto opportuno, della diversa forza del partito, coalizione o polo nelle diverse regioni), il metodo di calcolo dei delegati assegnati ai candidati alla nomina nelle varie tappe, eccetera.
3. Nel caso delle libertarie esclusive dei partiti e/o coalizioni, i delegati discutono ed approvano anche eventuali modifiche alle regole per le candidature alla nomina ed eventuali forme di chiusura delle primarie. In quel caso, specificano le restrizioni all’elettorato ammesso a votare e le regole per la formazione dell’albo degli elettori.
4. Terminata la discussione sulle regole, i delegati discutono ed approvano il programma elettorale.
5. Approvato il programma elettorale, i delegati votano la nomina del candidato presidente del consiglio.
6. Per garantire che la volontà degli elettori sia rispettata anche nel caso in cui il presidente del consiglio sia impossibilitato a insediarsi, o costretto per qualsivoglia motivo alle dimissioni prima della scadenza naturale della legislatura senza possibilità di reincarico, la convention elegge il candidato a subentrare al suo posto, su proposta del candidato nominato.
7. Dalle ore 19.00 in poi la convention ospita interventi e comizi. Tra questi, gli interventi del candidato nominato e del candidato a subentrargli.
8. Prima di aggiornare i suoi lavori, la convention nomina il comitato nazionale. Raccolti i nomi dei delegati disponibili, stabilisce l’ordine secondo il quale essi saranno membri del comitato, avendo cura di alternare per quanto possibile un uomo e una donna. Ciascun membro rimane in carica per una durata di sei mesi. L’ordine è ciclico, per cui dopo che tutti i delegati nominati hanno esercitato il loro mandato, si ricomincia dall’inizio.
9. I lavori della convention, gli interventi e i comizi, sono pubblici e possono essere divulgati da chiunque in qualunque forma e gratuitamente.
10. I costi della convention gravano sugli organizzatori. Possono essere coperti mediante sponsorizzazioni e donazioni. Gli eventuali guadagni spettano agli stessi organizzatori.
Art. VIII – Il comitato nazionale
1. Il comitato nazionale si occupa delle questioni relative alle libertarie quando la convention non è riunita. ? sottoposto alla convention. Agisce su mandato e indicazione della convention stessa. Si riunisce telematicamente e prende decisioni con la maggioranza dei due terzi e votazioni palesi.
2. Il comitato nazionale è composto da delegati alla convention, in numero pari al 5% del totale, arrotondato in eccesso. Ciascun delegato ricopre l’incarico per sei mesi. Nel caso di rinunce, diventano membri i primi delegati non membri che appaiono nell’ordine ciclico stabilito dalla convention.
3. Se il comune incaricato di ospitare la convention rinuncia all’incarico, il comitato nazionale individua ed approva una località alternativa e/o un organizzatore alternativo, anche privato.
4. Se il candidato a subentrare ottiene l’incarico di formare il governo dal presidente della repubblica, il comitato nazionale elegge un nuovo candidato a subentrare, su indicazione del presidente subentrato. Si procede similmente ogni volta che un candidato a subentrare ottiene l’incarico di formare il governo.
5. I comitati nazionali dei tre partiti, coalizioni o poli che raccolgono più voti nelle libertarie si scambiano informazioni, con i metodi e tempi che ritengono opportuni, sulle proposte di modifica della sequenza standard formulate dalle rispettive convention. In base a quelle, cercano un accordo per proporre una nuova sequenza standard per le libertarie successive. Se la nuova sequenza proposta viene approvata dai tre comitati nazionali entra in vigore e sostituisce la precedente. In qualunque altro caso rimane valida la sequenza standard precedente.
6. La nuova sequenza standard approvata dai comitati nazionali non ha valore di legge, ma di raccomandazione. Lo stesso vale per tutte le modifiche alle regole delle libertarie approvate dalle convention.
Art. IX – Il voto
1. Il Ministero dell’Interno mette a disposizione un sito web, qui chiamato “sito delle libertarie”, in cui sono raccolti i partiti e le coalizioni che usufruiscono di libertarie esclusive, le liste dei candidati alla nomina, i link alle loro pagine web personali, i nomi dei candidati delegati che li sostengono, i numeri dei delegati regionali, le date delle elezioni primarie regionali, le sedi dei seggi elettorali, i dettagli sulle operazioni di voto, i nomi degli scrutatori, i risultati delle elezioni primarie regionali, i nomi dei delegati eletti, e qualunque altra informazione sia ritenuta utile.
2. Il comune determina le sedi dei seggi elettorali, distribuite uniformemente sul territorio, in numero pari ad almeno un terzo delle usuali sezioni elettorali. Sono preferibili palestre e luoghi con ampi spazi aperti. Le sedi sono comunicate al pubblico tramite il sito web del comune e il sito delle libertarie.
3. Il comune fornisce urne e schede elettorali. In caso di bisogno gli scrutatori o gli elettori possono fornirne di propri. Le urne sono contenitori rigidi trasparenti, in modo che sia possibile controllare la presenza di schede elettorali dall’esterno. Ai seggi sono presenti zone appartate dove gli elettori possono votare senza essere visti.
4. L’urna è unica per ogni seggio, posta in un punto ben visibile dietro il banco degli scrutatori.
5. Un incaricato del comune apre il seggio elettorale alle ore 7.30.
6. Gli scrutatori sono volontari, iscritti nelle liste elettorali della regione e muniti di un dispositivo proprio (quale tablet, smartphone o computer) dotato di connessione internet e browser. Essi si presentano all’apertura di un seggio di loro scelta, nella regione di residenza, e dichiarano la loro disponibilità a fare gli scrutatori.
7. L’incaricato del comune invia telematicamente i numeri di tessera elettorale degli scrutatori al sito delle libertarie, che pubblica i loro nomi. Consegna agli scrutatori le urne e le schede elettorali.
8. Si vota dalle 8.00 alle 19.00. L’elettore può recarsi a votare in qualunque seggio della regione in cui risiede.
9. L’elettore si presenta al seggio esibendo la tessera elettorale e un documento di identità. Uno scrutatore trasmette telematicamente il numero di tessera elettorale al sito delle libertarie. Se lo scrutatore riceve conferma che l’elettore non ha già votato, gli consegna una scheda elettorale.
10. La scheda elettorale consta di un unico foglio di comune carta bianca opaca. Una facciata del foglio è vuota, mentre l’altra facciata è divisa in riquadri di uguali dimensioni.
11. In ciascun riquadro è presente un’intestazione recante il nome del partito, della coalizione o del polo, e una riga orizzontale. Nel caso di coalizione è riportato il suo alias e la lista dei partiti che la compongono.
12. L’elettore vota il candidato alla nomina del partito, coalizione o polo preferito scrivendo il suo nome sulla riga corrispondente. Può votare il candidato di un solo partito, coalizione o polo, pena l’annullamento del voto.
13. Dopo aver votato, l’elettore piega la scheda elettorale in quattro e la consegna allo scrutatore, che la deposita nell’urna.
14. Le operazioni di voto sono pubbliche. Qualunque cittadino può presenziare in qualunque momento, filmare o fotografare e pubblicare in qualsivoglia modo le operazioni di voto e divulgare informazioni sulle stesse.
15. Non esiste periodo di silenzio elettorale. La campagna elettorale è permessa anche a urne aperte.
16. Lo spoglio è pubblico e avviene appena concluse le votazioni. I presenti possono fotografare, filmare e pubblicare in qualsivoglia modo le operazioni di spoglio. Possono comunicare i risultati parziali in qualunque momento e in qualsivoglia forma.
17. Il voto appartiene all’elettore e non può essere annullato a meno ché non sia possibile fare altrimenti (voto multiplo, voti in più riquadri, scritte incomprensibili, ecc.). La segretezza del voto alle elezioni primarie non è un obbligo, ma un diritto. Il voto non è annullabile per la presenza di segni di riconoscimento, salvo quando è impossibile capire chi è il candidato votato. L’elettore può fotografare la scheda elettorale votata e pubblicarla su internet, anche a urne aperte. Può anche votare utilizzando un proprio foglio di carta, scrivendoci sopra il nome del candidato alla nomina e il nome del partito, coalizione o polo corrispondente.
18. Ogni cittadino presente è controllore delle operazioni di voto e spoglio.
19. Concluse le operazioni di spoglio, gli scrutatori comunicano i risultati al pubblico presente e li inviano telematicamente al sito delle libertarie.
20. Nel caso le amministrazioni comunali siano inadempienti per qualsivoglia motivo, i cittadini possono organizzarsi liberamente per convocare elezioni primarie autonome e sottoporre delegazioni alternative alla convention. In tutti gli altri casi di inadempienza, incertezza o contestazione si procede collo spirito indicato in questa legge.
21. Le elezioni primarie del giro d’Italia sono per definizione primarie aperte. Tuttavia, i partiti e le coalizioni che usufruiscono di primarie esclusive possono optare per primarie chiuse, restringendo il diritto di voto ad un insieme di elettori determinato con criteri propri. A tale scopo, inviano al sito delle libertarie, con dovuto anticipo, la lista degli aventi diritto al voto, identificati dal numero della tessera elettorale. Tale lista è denominata “albo degli elettori” del partito o coalizione.
22. Quando lo scrutatore invia al sito delle libertarie il numero di tessera elettorale dell’elettore per verificare se ha già votato o meno, viene informato in automatico della eventuale appartenenza dell’elettore all’albo di un partito o coalizione. Lo scrutatore appone questa informazione, assieme alla propria firma e al proprio numero di tessera elettorale, sulla scheda elettorale che consegna all’elettore. Se un elettore appartiene a più albi, lo scrutatore li riporta tutti.
23. Concluso lo spoglio, le schede elettorali così segnate sono consegnate ai rispettivi i partiti o coalizioni per il riconteggio autonomo. Nel caso l’elettore appartenenga a più albi, i partiti decidono autonomamente che valore dare al suo voto.
Art. X – La selezione dei delegati
1. I voti alle elezioni primarie regionali determinano il numero di delegati regionali che sostengono ciascun candidato alla nomina.
2. Nelle tappe i-x della sequenza standard, l’assegnazione del numero di delegati ai candidati alla nomina avviene secondo il metodo proporzionale con il seguente sbarramento crescente: 5% nelle tappe i-iv, 10% nelle tappe v-viii, 15% nelle tappe ix-x. Nelle tappe xi, xii e xiii il 50% dei delegati sono vinti dal primo classificato, mentre il rimanente 50% è distribuito tra gli altri candidati in modo proporzionale con sbarramento al 15%. Nelle tappe xiv, xv e xvi tutti i delegati sono assegnati al primo classificato.
3. Nelle sequenze accelerata e semiaccelerata le regole di assegnazione dei delegati seguono da quelle relative alla sequenza standard secondo gli accorpamenti di cui ai punti 4 e 5 dell’art. III.
4. I delegati che sostengono un candidato alla nomina sono selezionati mediante raduni di sostenitori.
5. I delegati regionali sono ripartiti su base provinciale, in proporzione alla popolazione della provincia. Prima e/o dopo le elezioni primarie regionali, il candidato alla nomina convoca pubblicamente e con un anticipo di almeno 5 giorni, un raduno di suoi sostenitori nelle province interessate.
6. Gli elettori convenuti che desiderano candidarsi a fare i delegati in sostegno del candidato alla nomina si presentano e comunicano la loro intenzione agli altri. I partecipanti fanno interventi per esprimere le loro posizioni.
7. Durante e/o dopo la discussione, si procede colle votazioni, in modo palese. Sono eletti i candidati che ricevono la maggioranza dei voti dei presenti. I delegati eletti devono essere per metà uomini e metà donne, salvo resti o mancanza di candidati di uno dei due sessi.
8. Eletti i candidati, i convenuti approvano l’ordine degli stessi, avendo cura di alternare un uomo e una donna. Lo stesso elenco fornisce anche i sostituti dei delegati impossibilitati a partecipare o non ammessi alla convention.
9. Eventuali posti mancanti sono riempiti con ulteriori raduni post-primarie, seguendo uno schema simile.
10. Ultimate le procedure di voto, uno o più elettori, scelti dai convenuti, comunicano al sito delle libertarie la lista dei delegati eletti, i numeri delle loro tessere elettorali e i numeri delle proprie.
11. Chiunque può filmare, fotografare e divulgare in qualsivoglia modo ciò che avviene nei raduni.
Ecco la proposta dettagliata delle Libertarie, cioè le primarie sequenziali in crescendo con convention, per la nomina del candidato premier del centrodestra e la scrittura delle regole e del programma elettorale.
Consegnata ad alcuni personaggi politici (Raffaele Fitto, Daniele Capezzone, Maurizio Bianconi) il 21 febbraio 2015. Esse costituiscono il modello base per un partito senza apparato, che funziona unicamente come macchina per fare emergere la volontà popolare, pertemmere agli elettori di candidarsi con effettive possibilità di vincere, selezionare tutti i candidati, scrivere il programma elettorale, decidere le regole del partito, controllarne l’applicazione e dirimere tutte le controversie.
Regione |
Numero delegati |
|
Regione |
Numero delegati |
Lombardia |
223 |
Sardegna |
40 |
|
Campania |
141 |
Liguria |
39 |
|
Lazio |
124 |
Marche |
37 |
|
Sicilia |
122 |
Abruzzo |
31 |
|
Veneto |
112 |
Friuli-Venezia Giulia |
30 |
|
Piemonte |
105 |
Trentino-Alto Adige |
23 |
|
Puglia |
100 |
Umbria |
20 |
|
Emilia-Romagna |
99 |
Basilicata |
15 |
|
Toscana |
87 |
Molise |
8 |
|
Calabria |
50 |
Valle d’Aosta |
3 |
Le libertarie sono elezioni primarie sequenzializzate su base regionale con un meccanismo in crescendo, per la nomina del candidato premier. Nelle libertarie gli elettori possono candidarsi liberamente e votare liberamente e gratuitamente. Esprimono preferenze per i candidati delegati alla convention. Sulla scheda elettorale ogni candidato delegato è abbinato al candidato alla nomina che intende votare alla convention. I delegati sono “elettori scelti da elettori”, non funzionari di partito.
Si vota in 13 date distinte, nell’arco di 13 settimane, con una pausa intermedia. Ogni regione sceglie un numero di delegati proporzionale alla sua popolazione. Ogni candidato alla nomina ottiene un numero di delegati calcolato in base ai voti di preferenza raccolti nella regione, usando un sistema di attribuzione “in crescendo”, cioè prima proporzionale, poi proporzionale con premio di maggioranza, e infine vincitore-piglia-tutto.
I delegati eletti partecipano alla convention, che nomina il candidato premier, modifica le regole delle libertarie e scrive il programma elettorale.
La diluizione temporale e territoriale massimizza il consenso, la risonanza mediatica e la raccolta di donazioni. Gli sbarramenti e la sequenzializzazione rendono ininfluenti eventuali tentativi di “sabotaggio” .
Diluendo la competizione si crea un evento di portata mediatica straordinaria. Per mesi l’attenzione dei mezzi di comunicazione è concentrata sulla competizione e sulla convention. I candidati emergenti, outsider e non, sono intervistati e scrutinati, si guarda al loro passato, si confrontano le loro idee e i loro programmi, si discute di previsioni, strategie e dell’andamento della raccolta di fondi.
Ipotesi:
elezioni politiche il 24-25 aprile 2016
Calendario delle elezioni primarie:
Data |
Regione |
Sistema elettorale |
15 novembre 2015 |
Molise | proporz. con sbarr. al 10% |
22 novembre 2015 |
Trentino Alto Adige | proporz. con sbarr. al 10% |
29 novembre 2015 | Basilicata | proporz. con sbarr. al 15% |
6 dicembre 2015 | Liguria | proporz. con sbarr. al 15% |
13 dicembre 2015 | Umbria, Abruzzo | proporz. con sbarr. al 20% |
20 dicembre 2015 | Calabria, Marche | proporz. con sbarr. al 20% |
|
Pausa natalizia |
|
17 gennaio 2016 | Lombardia | proporz. con sbarr. e premio |
24 gennaio 2016 | Sicilia, Sardegna | proporz. con sbarr. e premio |
31 gennaio 2016 | Lazio | proporz. con sbarr. e premio |
7 febbraio 2016 | Puglia, Campania | tutti i delegati al primo |
14 febbraio 2016 | Veneto, Friuli-Venezia Giulia | tutti i delegati al primo |
21 febbraio 2016 | Toscana, Emilia-Romagna | tutti i delegati al primo |
28 febbraio 2016 | Piemonte, Valle d’Aosta | tutti i delegati al primo |
“Proporzionale con sbarramento e premio” vuol dire: il primo classificato ottiene il 60% dei delegati (o la frazione corrispondente alla sua percentuale di voti, se superiore), il resto è assegnato con metodo proporzionale e sbarramento al 20%
Convention: 18-20 marzo 2016
La Convention nomina il candidato premier a maggioranza assoluta, scrive ed approva il programma elettorale, scrive ed approva le regole del partito (regole della convention, regole delle libertarie successive, tempistica, convocazione, ecc.), dirime le controversie.
I lavori della convention durano alcuni giorni. I delegati eleggono comitati di una cinquantina di persone incaricati di attuare le disposizioni della convention dopo il suo aggiornamento, fino alla convention successiva.
Il candidato premier sceglie il candidato vicepremier. La Convention nomina il candidato vicepremier a maggioranza assoluta. Entrambi i candidati nominati tengono discorsi di investitura a chiusura della Convention.
Sperabilmente, la Convention stabilisce che “vicepremier” è colui che diventa premier nel caso in cui il premier rinunci prima o durante il mandato, per qualunque motivo. Questo serve a ridurre i rischi di caduta del governo.
La Convention si chiude con l’apertura della campagna elettorale per le elezioni generali.
Scheda elettorale e modalità di voto
Fac simile:
□ Outsider | □ Cand | ____________ |
□ Del Outsi 1 | □ Del Cand 1 | ________ ________ |
□ Del Outsi 2 | □ Del Cand 2 | ________ ________ |
□ Del Outsi 3 | □ Del Cand 3 | ________ ________ |
… | … | … |
Ogni colonna contiene il nome di un candidato alla nomina e i nomi dei candidati delegati che lo sostengono. È aggiunta una colonna bianca per dare all’elettore la possibilità di votare un candidato alla nomina e candidati delegati diversi da quelli elencati sulla scheda elettorale.
L’elettore può votare il candidato alla nomina ed esprimere un numero massimo di preferenze per i suoi candidati delegati. Questo numero è pari al numero totale di delegati da eleggere nella provincia.
La ripartizione dei delegati regionali vinti da un candidato alla nomina tra i collegi provinciali è determinata proporzionalmente, in base alle preferenze raccolte dal candidato alla nomina nelle province. In ciascuna provincia sono eletti i delegati che hanno ottenuto più preferenze tra quelli abbinati al candidato alla nomina.
Alle libertarie possono votare coloro che risiedono nella regione, hanno diritto di voto e dichiarano di essere intenzionati a votare per il centrodestra alle elezioni generali.
Ogni elettore che si dichiara elettore di centrodestra può candidarsi alla nomina. La candidatura alla nomina va presentata separatamente in ogni regione, raccogliendo un certo numero di firme in quella regione (molto basso, per esempio uguale a 3 volte il numero totale di delegati che spettano alla regione).
Per presentare la propria candidatura a delegato, il candidato delegato deve raccogliere un modesto numero di firme nella provincia (per es. 2 volte il numero teorico di delegati spettanti alla provincia) e dichiarare il nome del candidato alla nomina che intende sostenere alla convention, oppure dichiararsi indipendente.
Il sostegno di un candidato delegato per un candidato alla nomina è soggetto all’approvazione del candidato alla nomina. Il candidato alla nomina deve approvare comunque un numero di candidati delegati pari al doppio dei delegati spettanti alla provincia. Se i candidati delegati sono minori di quel numero, deve approvarli tutti.
Simulazione di libertarie nazionali e attribuzione dei delegati ai candidati
Si presentano sei candidati: tre outsider e quattro candidati noti, Cand, Candi, Candid e Candida. Quattro si ritirano durante le primarie e tre arrivano in fondo. Le prime sei tornate tengono accesa la competizione, perché i delegati sono assegnati con metodo proporzionale, seppur con lo sbarramento. Le altre tornate proiettano velocemente il vincitore verso la maggioranza assoluta dei delegati, che gli vale la nomina. In questo schema, un outsider emerge con sorpresa nel Molise, dove però vince un solo delegato, poi ben figura in Trentino e in Basilicata, vince in Liguria e da allora diventa inarrestabile.
Outsider 1 |
Cand |
Candi |
Candid |
Candida |
Outsider 2 |
Outsider 3 |
|
Mol |
1 |
2 |
5 |
— |
— |
— |
Ritiro |
TAA |
4 |
10 |
9 |
— |
— |
Ritiro |
|
Bas |
4 |
6 |
4 |
— |
1 |
|
|
Lig |
13 |
12 |
9 |
5 |
— |
|
|
Umb |
10 |
7 |
3 |
— |
— |
|
|
Abr |
20 |
9 |
2 |
— |
— |
|
|
Cal |
20 |
15 |
10 |
— |
— |
|
|
Ma |
25 |
7 |
5 |
Ritiro |
— |
|
|
Lom |
150 |
73 |
— |
|
Ritiro |
|
|
Sic |
26 |
22 |
74 |
|
|
|
|
Sar |
16 |
24 |
— |
|
|
|
|
Laz |
75 |
25 |
24 |
|
|
|
|
Pug |
— |
90 |
— |
|
|
|
|
Cam |
141 |
— |
— |
|
|
|
|
Ven |
112 |
— |
— |
|
|
|
|
FVG |
— |
— |
30 |
|
|
|
|
Tos |
87 |
— |
— |
|
|
|
|
ER |
99 |
— |
— |
|
|
|
|
Sar |
— |
40 |
— |
|
|
|
|
Pie |
95 |
— |
— |
|
|
|
|
VA |
— |
3 |
— |
|
|
|
|
Totali |
898 |
345 |
175 |
5 |
1 |
— |
— |
Esempio: voti raccolti e numero di delegati nel Lazio
Candidato |
Numero voti |
Percentuale |
Numero delegati |
Outsider |
315000 |
60% |
75 |
Cand |
107000 |
20% |
25 |
Candi |
106000 |
20% |
24 |
Gli altri candidati alla nomina non superano lo sbarramento del 10% e quindi non ottengono delegati.
La distribuzione dei 75 delegati di Outsider nei collegi provinciali è effettuata col metodo proporzionale in base ai voti raccolti da Outsider nelle province. Supponiamo che i voti per Outsider siano 215000 a Roma, 60000 a Viterbo, 40000 a Latina, e nessuno altrove. Tra i candidati delegati abbinati a Outsider risultano eletti: i primi 52 classificati a Roma, i primi 14 classificati a Viterbo, i primi 9 classificati a Latina.
La settimana prossima mi recherò a Roma per incontrare vari parlamentari di centrodestra e proporre loro le libertarie. Ora è il centrodestra, con tutti i suoi problemi, il settore politico più interessante e potenzialmente aperto ad accogliere il progetto di YouCaucus, che riepilogo qui sotto.
Le Libertarie
Il partito è governato interamente ed unicamente dagli elettori. Gli elettori, e soltanto gli elettori, hanno la prima parola, l’ultima parola e tutte le parole che stanno tra la prima e l’ultima. Le Libertarie sono lo strumento con il quale gli elettori governano il partito.
Le libertarie sono consultazioni aperte, libere e sequenziali in crescendo (cioè diluite temporalmente e territorialmente, in modo da dare a una cassiera del supermercato le stesse possibilità di vincere che avrà un qualunque persona già nota o ricca) per scegliere i candidati alle elezioni e i delegati alle convention.
La convention è lo strumento con il quale i delegati, che sono cittadini tra cittadini (e non funzionari di partito, che non esistono nei partiti governati dagli elettori, dove non è ammessa alcuna forma di apparato) stabiliscono le regole delle libertarie e della convention stessa (e indicano quelle della convention successiva).
Per il funzionamento di un partito non è necessario nient’altro. In un partito governato dagli elettori, non ci sono apparati, segretari, capi, organi dirigenti, coordinatori. In parole semplici: “non ci sono elettori più uguali degli altri“. Non ci sono candidature o ricandidature garantite. Nessun eletto potrà scrollarsi gli elettori di dosso, che gli staranno col fiato sul collo dal primo all’ultimo momento. Se l’eletto non si atterrà alla volontà popolare, gli elettori lo puniranno alle consultazioni successive.
Lo tsunami delle libertarie
Basandoci sui dati relativi alle primarie Obama-Clinton del 2008, possiamo stimare l’affluenza potenziale e la raccolta di fondi di ipotetiche libertarie realizzate in Italia per lo schieramento moderato-conservatore. I risultati del calcolo sono i seguenti:
Affluenza potenziale: 10-11 milioni di elettori
Raccolta fondi del candidato vincitore: 100 milioni di euro, in donazioni individuali di 70 Euro ciascuna (in media)
Raccolta fondi totale (candidati individuali + partito): 180 milioni di Euro
Chiaramente, la sequenzializzazione agevola la raccolta delle donazioni e stimola la partecipazione. Si ricordi che le primarie dell’Unione del 2005 (“stile 1860”), le più partecipate in Italia, portarono alle urne poco più di 4 milioni di persone, e quel risultato non fu mai più eguagliato.
Le libertarie possono provocare un vero e proprio tsunami. Come già nel 2012, quando la mia proposta di primarie sequenziali all’americana con convention riuscì a farsi strada all’interno del PdL fino a portarlo alla fibrillazione (vedi qui e qui), così oggi la proposta delle libertarie si può insinuare all’interno del centrodestra e dare voce alla voglia (che serpeggia fra molti deputati e senatori) di un sistema che faccia emergere la volontà popolare invece che anestetizzarla. Sicuramente le libertarie potranno riunire tutte le anime del centrodestra, dalla Lega di Salvini alla Forza Italia di Fitto (Berlusconi si dovrà aggregare, che gli piaccia o meno) ai tanti conservatori/repubblicani che stanno tra i nostri elettori (e tra gli astenuti), ma non hanno mai trovato rappresentanza, né modi di candidarsi ed emergere. Se tanto mi dà tanto, il momento è quello giusto.
Diffondendo le idee di YouCaucus e spiegandole alla gente, ho notato che le madri di famiglia, come i benzinai, i tabaccai e le cassiere del supermercato, capiscono le idee al volo, tanto che mi danno sempre suggerimenti intelligenti e perspicaci per migliorarle. Per contro, quando spiego le idee ai politici, noto che fanno numerose resistenze. Capiscono subito che le libertarie sono una seria minaccia alle loro cariche, visto che con questo sistema non prenderebbero neanche un voto.
Pertanto, per dare scacco matto agli apparati, occorre diffondere le idee delle Libertarie tra la gente, invece che all’interno degli apparati. In questo modo, gli apparati saranno messi in un angolo: se diranno no alle libertarie, diranno no agli elettori, e quindi si condanneranno alla morte politica. Se diranno sì alle libertarie, diranno sì alla fine dei partiti-apparato, e quindi si condanneranno alla morte politica.
Per concludere: il sistema dei partiti attuali è il sistema grazie al quale:
i primi restano sempre primi, e gli ultimi restano sempre ultimi.
Il sistema delle libertarie, al contrario, è il sistema che garantisce che:
gli ultimi hanno sempre la possibilità (concreta, effettiva, non meramente teorica) di diventare primi, e i primi sono sempre a rischio (perché avranno gli elettori col fiato sul collo) di diventare ultimi.
Il “problema della democrazia” è essenzialmente un problema di fisica. Consultare 50 milioni di persone per fare emergere la volontà popolare richiede tempi e strumenti adatti. Non è qualcosa che si improvvisa. Per essere concreti, poniamoci la seguente domanda: basta “un’infarinatura di elezioni di tipo qualsiasi ogni 4-5 anni” per definire un paese, come l’Italia, una democrazia? Assolutamente no. Ci possiamo girare attorno quanto vogliamo, ma l’Italia, e così gli altri paesi europei, non sono democrazie. L’infarinatura di elezioni di tipo qualsiasi ogni 4-5 anni viene concessa al popolo soltanto per poter dire di avergliela concessa, e tenere buona la gente. Il popolo si convince che i suoi rappresentanti li ha davvero scelti lui e che quindi non ci sia niente da fare. Ma quei rappresentanti, in realtà, non li ha affatto scelti il popolo.
La fisica può essere applicata in tantissimi campi, perché offre una preparazione mentale molto apprezzata per la sua versatilità. Per esempio, l’econofisica, la fisica applicata all’economia, permette, tra le tante cose, di stanare gli speculatori che drogano il mercato. Il tutto analizzando i dati di borsa (ordini di vendita e di acquisto) e confrontandoli colle leggi della statistica. Con metodi simili è possibile stanare i sondaggi… creativi. Analizzando i dati forniti dai sondaggisti italiani di settimana in settimana, si scopre facilmente che non obbediscono alle leggi della statistica. Negli Usa, i dati forniti dai sondaggisti sono invece perfettamente in accordo colle leggi della statistica. Per questo i loro sondaggi sono più affidabili, anche se non sempre precisi. Infatti, l’errore intrinseco di un sondaggio è comunque molto grande, e fare sondaggi precisi costerebbe cifre proibitive. Se però oltre all’errore intrinseco dobbiamo tenere conto anche della creatività del sondaggista che ci ha messo le mani, tanto vale affidarsi agli oroscopi.
La “demofisica”, cioè la scienza fisica della democrazia, si prefigge di identificare il sistema più efficiente e pratico per fare emergere fedelmente la volontà popolare (per esempio nella scelta dei candidati, nella scrittura di programmi elettorali, nelle decisioni sulle regole che governano un partito o movimento politico), analizzando i tempi minimi, gli strumenti necessari, i costi. In sostanza, la demofisica cerca la soluzione al problema della democrazia, la formula della democrazia.
YouCaucus sostiene di avere trovato questa formula, fondata sul sistema “PSC” delle primarie sequenziali in crescendo con convention, e lavora per divulgarla e applicarla. In questo articolo la applicheremo allo scenario italiano presente, ipotizzando la creazione di due nuovi movimenti, e proponendo idee e strategie con le quali potrebbero davvero riuscire ad abbattere il sistema dei partiti attuali.
In questo momento, nel parlamento italiano ci sono tre poli, cioè tre partiti o movimenti maggiori, che hanno più o meno la stessa forza. Ebbene, occorre sapere che il “tripolo” è “contro natura”, cioè in natura non esiste. Ciò vuol dire che è una configurazione talmente instabile che dovrà precipitare più prima che poi verso la configurazione stabile, che è il dipolo. Chiaramente, il Movimento 5 Stelle è il più debole dei tre, perché è nuovo, perché dichiara guerra agli altri due, e perché gli altri due si possono alleare per farlo fuori. Quanto potrà resistere? Vediamolo.
E’ impossibile che il Movimento 5 Stelle, da solo, abbatta entrambi gli avversari, perché il risultato finale sarebbe monopartitico, un monopolo. Ipotetiche divisioni successive non cambiano la conclusione di questo ragionamento, perché il problema stiamo affrontando è come arrivare all’abbattimento dei partiti/apparato, e il tripolo non potrà mai collassare in un monopolo. Quindi il progetto del Movimento 5 Stelle, così come formulato oggi, cioè il progetto di spazzare via entrambi i poli avversari, è irrealizzabile.
Il tripolo dovrà necessariamente collassare in un dipolo. Realisticamente, è possibile che il risultato finale del processo di collasso sia il dipolo PD-M5S? No, nonostante la debolezza attuale del centrodestra, perché il M5S non è di centrodestra. È possibile che il risultato finale sia M5S-exPdl? Non adesso, perché il PD è troppo forte.
Il risultato finale sarà inevitabilmente PD-exPdl. Lo si capisce un po’ anche dai risultati delle elezioni europee: nonostante tutti gli scandali, il centrodestra è riuscito a sopravvivere, e ora tornerà alla carica. Se gli elettori di centrodestra avessero avuto un’alternativa, il centrodestra di Berlusconi sarebbe collassato al 7-10%, per poi sparire nel nulla. Ma questo avrebbe portato al dipolo PD-M5S, che non è nelle cose. Dobbiamo arrenderci all’impossibilità di abbattere entrambi i poli PD e exPdL?
Torniamo alla fisica. La configurazione più stabile dopo quella di dipolo è quella di quadrupolo. Quella che sto per proporre è una rivoluzione totale della politica, e non mi aspetto che quello che dico sia apprezzato immediatamente, anche perché capisco che non è facile cambiare. Il sistema politico per cui si batte YouCaucus è “open source”. Non è di mio interesse spingere qualcuno a fare qualcosa che non vuol fare, e non ho nulla da guadagnare se lo fa. Ciò che chiedo ai lettori è di prestare attenione a quello che propongo, e di guardarlo con atteggiamento scientifico.
Come più volte sostenuto su questo sito, è cruciale per chiunque voglia abbattere un sistema di partiti, crearne due, di partiti. Non uno, ma due. Con un solo partito, o movimento, non si riuscirà mai a vincere contro il sistema, neanche quando, con l’aiuto della fortuna, potrà capitare di vincere le elezioni. Ma se invece si creano due movimenti, un Movimento Democratico e un Movimento Repubblicano, le cose cambiano: si realizza il quadrupolo. Due nuove forze politiche vengono contrapposte alle due vecchie, per “marcarle a uomo”, fare “uno contro uno”. Ciascuna si occupa di abbattere la forza vecchia corrispondente, prosciugandone l’elettorato. Se i due movimenti funzionano in base ai principi enunciati da YouCaucus, possono svuotare completamente i partiti del sistema nell’arco di pochi anni, arrivando ad un consenso pari al 90% complessivo dell’elettorato che si reca a votare.
In questo modo il sistema andrà in tilt, perché non saprà più come comportarsi di fronte alle due nuove falangi. Esse saranno le ganasce dello schiaccianoci che stritolerà i vecchi partiti. Ciascuno dei due movimenti marcherà a uomo l’avversario di cui vuole prosciugare i voti, PD o exPdl. I vecchi partiti non avranno scampo, né un attimo di respiro. Tutti gli elettori sapranno chi votare, senza più ambiguità. Chi è conservatore voterà il Movimento Repubblicano, chi è progressista voterà il Movimento Democratico. Seguendo le indicazioni di YouCaucus i voti dell’attuale Movimento 5 Stelle spariranno molto presto a beneficio dei movimenti nuovi. I voti di PD ed ex PdL si prosciugheranno poco dopo.
Com’è possibile fare queste affermazioni con una tale sicurezza? E’ possibile perché un insieme di dati sperimentali ci consentono di farle. Uno scienziato prende i dati sperimentali, li analizza, identifica la teoria che li decodifica, e poi si rivolge agli sperimentatori per proporre nuovi esperimenti, nuove verifiche. Se i dati di partenza sono in numero sufficiente, le predizioni della teoria sono praticamente certe. I dati da cui è partito lo studio di YouCaucus sono abbondanti quanto basta, perché provengono da duecento anni di storia americana, e da circa quindici anni di storia italiana.
Possiamo confidare con assoluta certezza nello scenario delineato sopra perché quanto prevediamo è già successo, in ben due casi.
Primo: è successo negli Stati Uniti quaranta anni fa. Occorre sapere che prima di quella data i partiti americani erano dominati da apparati più litigiosi dei nostri, fazioni contrapposte, capi partito che manovravano come pedine i delegati alle convention e ribaltavano la volontà popolare come pareva loro. Nel 1968 Chicago fu messa a ferro e fuoco dai dimostranti mentre si svolgeva la convention democratica. Gli elettori volevano farla finita colla guerra in Vietnam, l’apparato del loro partito voleva invece continuarla. Il partito democratico fu costretto ad accettare delle riforme interne, che inaspettatamente provocarono il crollo di tutti gli apparati. Da allora i delegati divennero semplici elettori tra elettori, mandati dagli elettori a governare il partito e supervisionarne il funzionamento. Da allora emersero gli Obama dal nulla, e furono messi in grado di battere i candidati di quel che restava dei vecchi apparati (vedi la sconfitta subita da Hillary Clinton).
Secondo: sono già riuscito a fare qualcosa di simile in Italia.
In passato, dal 2004 al 2007, ebbi modo di conoscere e studiare il funzionamento dei partiti italiani dall’interno. Mi accorsi che qualcosa non andava e cominciai a chiedermi come avrebbe dovuto essere fatto un partito per funzionare veramente. Studiai il sistema americano e raccolsi i miei risultati nella prima versione del mio libro, che è appunto del 2007. Dopo aver elaborato quelle teorie ebbi modo di conoscere i vari leader del centrodestra italiano. Mi illusi che i leader fossero disposti ad ascoltarmi e a rivoluzionare il loro partito seguendo le mie linee guida (ero giovane e ottimista…).
Nel dicembre 2011 alcuni vecchi amici mi chiesero di andare con loro a una cena elettorale del PdL a Firenze, e così ne approfittai per consegnare il libro e la mia proposta ad Alfano. Gli spiegai i punti chiave di persona, insistendo in particolare sul fatto che le primarie non vanno fatte come le fa il PD, perché se si vota in tutta Italia nello stesso giorno solo chi è già ricco o famoso ha effettive possibilità di vincere. Occorre diluire la competizione temporalmente e territorialmente nell’arco di mesi, in modo che anche una cassiera del supermercato abbia effettive possibilità di vincere.
Da allora non rividi più Alfano, ma veicolai le stesse idee tramite altre personalità politiche, tra cui l’Onorevole Stracquadanio e Sedizione Liberale. Prima delle elezioni politiche del 2013 una parte del PdL, capeggiata proprio da Alfano, avanzò una proposta ispirata alla mia, e si battè per fare primarie all’americana con convention. Per la prima volta i giornali parlavano di “primarie sequenziali con convention”. Ma un’altra parte del PdL, capeggiata da Berlusconi, si oppose con forza. La lotta intestina fu senza esclusione di colpi, e vide vittoriosa la fazione guidata da Berlusconi. Le due fazioni siglarono la pace in vicinanza delle elezioni politiche. Tuttavia, poco dopo le elezioni, l’equilibrio cedette, e in men che non si dica ciascuno andò per la sua strada. Mi piace pensare che la lacerazione causata dalla diatriba interna sulle primarie americane suggerite da me abbia contribuito, e magari non poco, alla fine del PdL. Questo illustra il potenziale tsunamico e distruttivo di questo sistema di idee.
No mi stancherò mai di ripeterlo: per arrivare al 90% dei consensi (traguardo raggiungibile) e abbattere i partiti attuali, è assolutamente necessario creare DUE movimenti, non uno. Inoltre, devono essere fatti in modo da garantire il prosciugamento totale dei voti dei partiti avversari.
Come si fa a garantire questa evoluzione? Occorre garantirsi il voto degli elettori, essere sicuri che preferiranno votare uno dei due movimenti nuovi piuttosto che uno dei due vecchi partiti. E come si fa ad ottenere questo? Come si fa a sapere quali sono i punti programmatici più graditi agli elettori? Come si fa a sapere quali sono i candidati che godono del loro maggior favore? La risposta è sorprendentemente semplice. Basta chiederlo a loro, agli elettori. Basta farselo dire da loro, dare loro la possibilità di candidarsi, farsi eleggere e governare il partito o movimento in tutto e per tutto.
Queste risposte ovvie nascondono un problema. Si dirà, infatti: nell’attuale Movimento 5 Stelle sono gli elettori che scelgono i candidati, con le primarie online. Sono gli elettori che fanno il programma elettorale, sempre votando online, ecc. E allora, perché il Movimento 5 Stelle non prosciuga i voti degli altri e vola verso il 51%?
E qui torniamo alla fisica. Consultare centomila persone, o decine di milioni, non è così semplice. Qualunque consultazione deve essere diluita temporalmente e territorialmente nell’arco di alcuni mesi, in modo che gli elettori abbiano il tempo di fare tutto quello che devono fare per governare veramente il movimento, o partito: controllare l’applicazione delle regole, modificare le regole per il futuro, scrivere il programma elettorale, candidarsi, candidare altri, fare campagna elettorale, vagliare i candidati, riflettere sulle proprie decisioni, rielaborarle, votare i candidati, vagliarli una seconda volta, votarli una seconda volta, riflettere di nuovo, rielaborare ancora, votare ancora, e poi ancora, e poi ancora, e poi ancora…
Impossibile, si dirà. E invece è possibile, e anche molto semplice da fare. La soluzione esiste, è quella per cui si batte YouCaucus, ma purtroppo, in Europa non è ancora applicata. La scienza che si occupa di questo problema è la metapolitica.
Per capire di cosa parlo, pensiamo alle primarie che il PD fa per eleggere il suo segretario. Immaginiamo una cassiera dell’Esselunga che ritiene di avere le capacità di governare il paese e, forte di quelle ma col suo semplice stipendio di cassiera dell’Esselunga si candida alle primarie nazionali del PD. Domanda: quante effettive possibilità di vincere avrà quella cassiera dell’Esselunga? Risposta: zero. Un sistema che non permette alla cassiera dell’Esselunga di candidarsi con effettive possibilità di vincere non è un sistema democratico, ma una ben orchestrata presa in giro. Le primarie in cui si vota in tutto il territorio nazionale in un giorno solo chiedono ai candidati di saltare in un sol colpo da valle fino alla cima della montagna. Di fatto, dà effettive possibilità di vittoria soltanto a quei due tre personaggi che stanno già in cima, cioè sono già famosi (politicanti che frequentano abitualmente salotti televisivi, giornalisti e personaggi di spettacolo) o sono straricchi.
Immaginiamo ora che invece di chiedere il miracolo, cioè il salto acrobatico da valle alla cima del monte in un sol colpo, si venga incontro ai candidati predisponendo un percorso diluito e graduale, una scala che collega la valle alla cima girando intorno alla montagna e riducendo al massimo la pendenza di ogni gradino. Chi è già in cima conserverà ancora un vantaggio, certo, ma mica poi tanto…
Per essere concreti, consideriamo le primarie per la scelta del candidato premier. Invece che votare in tutta Italia nello stesso momento, si stabilisce di cominciare dal Molise, l’Iowa italiano. La cassiera sconosciuta può candidarsi per tempo alle primarie del Molise, farsi qualche viaggio per la regione e tenere qualche comizio, senza rischiare di andare in rovina. Viene il momento delle primarie del Molise. Della cassiera sconosciuta non ha ancora parlato nessuno, tranne gli elettori che sono andati ai suoi comizi. La cassiera non ha nessuna possibilità di vincere le primarie del Molise, sia ben chiaro. Tuttavia, basta che emerga dal fondo dei numerosi candidati della domenica per farsi notare e continuare a sperare. Una settimana dopo si vota, supponiamo, in Abruzzo. Nel frattempo qualche giornale locale intervista la candidata, più che altro per curiosità. La quale, se ha effettivamente le capacità di cui parlavamo, guadagna punti. Non riesce a vincere le primarie dell’Abruzzo, certo, ma magari si piazza sesta, scavalcando qualche riccone o personaggio famoso. A questo punto, molti cominciano a chiedersi: chi è questa qui? Non sarà mica la rivelazione di queste elezioni, per caso? Le richieste di interviste arrivano più numerose, e anche le donazioni. Una settimana dopo si vota nelle Marche. La cassiera si classifica terza: si diffonde i panico tra tutti i candidati di apparato. Cominciano a sudare freddo. In tv non si parla altro che di lei. E infatti, una settimana dopo vince le primarie dell’Umbria. A quel punto non la ferma più nessunno. Tutte le altre primarie saranno plebisciti per lei.
La diluizione permette agli elettori di rielaborare le loro decisioni. Chi vota in Abruzzo conosce già il risultato delle consultazioni tenute in Molise e se ne serve per fare uno screening ulteriore dei candidati. Chi vota nelle Marche conosce già i risultati di chi ha votato in Molise e in Abruzzo, e può raffinare le sue valutazioni ulteriormente. Con questo percorso il popolo può “ragionare”. Non c’è nessuna possibilità che emergano malintenzionati con questo sistema, che è anche un antidoto contro infiltrazioni mafiose e di chiunque voglia pilotare i risultati a discapito della volontà popolare.
Infine, qualunque divisione interna al movimento sarà sanata dalla serie impressionante di vittorie inanellate dal candidato prescelto nella seconda parte della sequenza di consultazioni. Per questo l’ho chiamato “sistema della primarie sequenziali in crescendo con convention”.
Riepiloghiamo. Le primarie sequenziali per la scelta del candidato premier sono organizzate chiamando gli elettori di ogni regione a votare in una data diversa, a una settimana di distanza gli uni dagli altri, cominciando dagli elettori delle regioni più piccole. Nell’esempio appena fatto le primarie per la scelta del candidato premier sono sequenzializzate su base regionale. Il principio che sta alla base di questo sistema politico è semplice semplice: se un sistema politico/partitico permette alla cassiera dell’Esselunga di candidarsi con effettive possibilità di vincere, posto che abbia le qualità, le idee e i programmi graditi agli elettori, allora quel sistema politico è una democrazia. In tutti gli altri casi è da considerarsi un’abile fregatura. Per questo motivo l’Italia NON è una democrazia. Per questo motivo non sono democrazie la Germania, la Francia, il Regno Unito, la Spagna, eccetera.
Dare tutto il potere agli elettori significa anche altre cose:
Il movimento o partito non ha apparati, segretari, portavoce, coordinatori, organi dirigenti, capi, cariche interne e via discorrendo. Nessuno è più uguale degli altri.
Il movimento o partito è fatto di elettori e non di iscritti. Chiunque può votare alle elezioni primarie del Movimento Repubblicano o del Movimento Democratico (ma non a quelle di tutti e due contemporaneamente). Essendo le consultazioni diluite nel tempo, il rischio di infiltrazioni e sabotaggi (già studiato ampiamente negli Usa) è completamente sotto controllo.
Gli elettori scelgono fra loro i candidati alle cariche pubbliche, con modalità come quelle descritte sopra che facciano veramente emergere la volontà popolare. Nessun candidato scelto ricopre ruoli particolari nel movimento o partito, ma rimane un suo semplice elettore al suo cospetto. Gli elettori scelgono fra loro anche delegati da mandare alla convention per alcuni giorni, dove governano il partito.
Il partito o movimento è inizialmente neutro. Qualunque idea, regola interna, proposta programmatica o candidato è decisa dagli elettori con le modalità descritte, e solo da loro.
Non è tutto. Le consultazioni diluite nel tempo sono macchine formidabili per massimizzare voti, consenso, risonanza mediatica e raccolta di donazioni. Per mesi sui giornali non si farà altro che parlare della competizione interna ai due movimenti. Emergeranno gli Obama a cui oggi nessuno dà alcuna possibilità di emergere. Cresceranno, faranno esperienza durante i mesi di primarie e arriveranno al giorno delle elezioni trascinati dall’onda del successo ottenuto in quella competizione. I vecchi partiti saranno tramortiti e, presi in contropiede, soccomberanno.
I due movimenti non vorranno allearsi con i vecchi partiti, ma potranno allearsi tra loro realizzando larghe intese, se ciò servirà ad abbattere il sistema. Il risultato finale, l’abbattimento del sistema attuale di partiti/apparato è però garantito.
Tempo fa ho scritto un post nel quale informavo di un lodevole tentativo messo in atto da alcuni esponenti politici fiorentini, di fare primarie sequenziali con convention a Firenze in vista delle elezioni comunali per il sindaco. Purtroppo quel tentativo, come gli altri precedenti dello stesso tipo, è fallito, e alla fine hanno prevalso la mancanza di coraggio e le logiche di partito.
Se chiederete conto del fallimento alle persone coinvolte assisterete al solito, stucchevole, scaricabarile. Agli occhi di un qualunque politico selezionato dal sistema attuale un progetto come quello di YouCaucus può essere al massimo una fonte di ispirazione per uno slogan, un pretesto per organizzare una conferenza stampa, uno strumento per raggranellare una briciola di consenso in più (o almeno così crede lui), o semplicemente dare fiato al proprio esibizionismo. Egli non vede il progetto per ciò che è, per il suo contenuto, per ciò che può portare, lo vede soltanto per ciò a cui gli può servire in quel dato momento.
Vi chiederete allora perché io abbia collaborato, pur sapendo come funziona il gioco. Il punto è che le possibilità di cambiare le cose offerte dalla nondemocrazia italiana sono talmente povere che non va buttato via niente, senza farsi beninteso troppe illusioni. Lo abbiamo già detto e ridetto: il cittadino non è chiamato a governare il suo partito, ma a fare il tifo per il suo partito.
Prima o poi si troverà il grimaldelo per scardinare questo sistema, ma è utile anche sapere, nella ricerca di quell’anello che non tiene, che questo sistema antidemocratico è fatto veramente bene, solido, robusto, difficilmente perforabile.