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Archive for November 2012

Il PdL ha messo in rete le regole preliminari delle sue primarie. Si parla di sequenzializzazione regionale e 10000 firme da raccogliere in 13 giorni. Si voterà in quattro turni, per macroregioni. Per votare bisogna pagare 2 Euro e sottoscrivere un’adesione alla carta dei valori del PdL.

Possiamo emettere un primo giudizio.

La richiesta di firmare un’adesione ai valori del PdL per votare qualifica le primarie del PdL come primarie chiuse. Infatti, negli USA le primarie aperte sono quelle in cui chiunque può votare, compresi gli elettori del partito avversario.

Far pagare per partecipare è tassativamente proibito in tutti gli stati degli Usa, ed è sufficiente a qualificare le primarie del PdL come primarie italiane, non primarie americane. Infatti, la somma pagata è equiparabile ad una mini-iscrizione. Si tratta a tutti gli effetti di un’iscrizione ricaricabile invece che in abbonamento, di un pay-per-vote, come succede anche presso il PD. Le primarie del PdL sono dunque consultazioni tra iscritti. Tali consultazioni non esistono negli Usa perché i partiti americani non hanno iscritti.

La richiesta di presentare 10000 firme in 13 giorni non si sposa colla sequenzializzazione e penalizza la partecipazione. In Usa non esistono richieste per candidarsi alle “primarie statunitensi”, esistono solo richieste per candidarsi ai caucus dell’Iowa (nessuna firma, nessun pagamento), alle primarie del New Hampshire (nessuna firma, pagamento di 1000 dollari), alle primarie della Carolina del Sud, alle primarie della Florida, alle primarie del Michigan, ecc. Un candidato può anche partecipare solo ai caucus dell’Iowa, vedere come va e poi decidere se andare avanti, o scendere in campo a competizione inoltrata, partecipare solo alle primarie della California, e così via.

L’organizzazione delle primarie in 4 gruppi di regioni che votano in date distinte qualifica le primarie come primarie regionali, non primarie sequenziali. E’ una delle opzioni considerate in passato negli Usa, sempre scartata. Sarebbe come se negli Usa ci fosse una serie di supermartedì. Chiaramente, una successione del genere non soddisfa il criterio della cassiera. Invece, occorre cominciare da una regione unica, preferibilmente piccola (come ad esempio il Molise, l’Iowa italiano), poi un’altra regione, piccola o media (come l’Abruzzo, il New Hampshire italiano), e così via per almeno 5 turni. Soltanto nella parte centrale della sequenza può esserci una concentrazione di primarie nello stesso giorno. Si veda la proposta che ho consegnato ad Alfano lo scorso 13 dicembre, che non prevede concentrazioni di primarie a nessuno stadio.

Nelle regole delle primarie del PdL non si parla in nessun caso di dare agli elettori la possibilità di votare candidati non-ufficiali. Negli Usa le schede elettorali delle primarie riportano quasi sempre una riga bianca, detta write-in (scrivi dentro), dove l’elettore può scrivere di suo pugno il nome del candidato che preferisce. Questa possibilità garantisce che le primarie non siano ristrette di fatto ai soliti noti.

Nelle regole emanate si parla anche vagamente di convention, ma non si sa ancora quali saranno i poteri dei delegati, né come saranno scelti. Negli Usa sono in grande maggioranza semplici elettori, eletti con le stesse primarie, e grazie alla convention governano il partito. Tra le altre cose, supervisionano l’applicazione delle regole delle primarie, dirimono le controversie in materia, approvano le regole delle primarie successive e della stessa convention, scrivono e approvano il programma elettorale degli elettori. Negli Usa la convention è l’autorità massima del partito: non esistono apparati, non esistono segretari, non esistono capi, non esistono organi dirigenti.

Dubito che sarà così nel caso del PdL. Al massimo faranno una consultazione su proposte programmatiche preconfezionate, stile televoto. Gli elettori non avranno la possibilità di partecipare attivamente, ma soltanto la possibilità di partecipare passivamente. In ogni caso il messaggio che passerà sarà: noi siamo di qua, voi siete di là; noi contiamo, voi vi fate contare.

Infine, nessun accenno a primarie per i candidati alla Camera e al Senato.

Come si vede, il tentativo del PdL è ben lontano dal traguardo dei partiti governati dagli elettori.

In questi giorni sui giornali si leggono notizie molto confuse riguardanti le regole delle primarie che vuol fare il PdL. Le chiamano “all’americana”, ma sarà veramente così? Su questo sito monitoreremo in dettaglio quello che succederà, e vi informeremo se quelle che faranno sono veramente primarie all’americana o qualcos’altro.

Anche il PD, come sappiamo, ha avuto i suoi problemi a stabilire le regole delle sue primarie. Questi scontri interni, con pressioni da una parte e dall’altra per fare regole che favoriscano i propri amici ed escludano o mettano in difficoltà gli amici degli altri, sono travagli inevitabili dei partiti-apparato. Nei veri partiti americani sono gli elettori, tramite la convention, che stabiliscono le regole delle primarie e ne supervisionano la corretta applicazione.

Gli Stati Uniti hanno impiegato due secoli a trovare il metodo giusto. Ad ogni tornata elettorale ogni stato faceva e fa un esperimento diverso, per cui furono fatti 50 esperimenti ogni volta. L’esperienza americana ci insegna cosa fare, cosa non fare, ci spiega come trasformare le primarie in un successo di partecipazione. Ora i dirigenti del PdL credono di poter improvvisare le regole dal nulla, senza sapere nemmeno cosa sono le primarie, senza avere la minima conoscenza o esperienza in materia.

Per dare un’idea della potenzialità delle primarie all’americana, se fatte all’americana, diciamo che le primarie americane stanno alle primarie del PD come la Champions League sta alla Supercoppa Europea. La seconda è una competizione di un giorno, e attira attenzione per un giorno. L’altra è una competizione diluita, che suscita un interesse incredibilmente maggiore. Per fare le primarie all’americana c’è una sola possibilità: importare le regole americane attuali, modello 2012, e applicarle senza discuterle. Qualunque modifica è estremamente rischiosa.

Gli elettori americani partecipano in massa alle primarie perché le primarie danno loro l’effettivo governo del partito. Le regole non escludono nessuno, non rendono difficile candidarsi, non sono fatte per penalizzare gli uni rispetto agli altri, o per respingere gli elettori invece che attrarli, perché le regole sono fatte dagli stessi elettori. Il segreto del successo è questo, in democrazia. Molto semplice.

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Comunque, auguri al PdL. Qualunque cosa facciano, sarà utile come esperienza per la prossima volta. Certo, vorremmo vedere un progresso più veloce di un passetto ogni 5 anni, visto che gli Stati Uniti ci forniscono la formula su un piatto d’argento.
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PDLCorriereOggi è apparso un articolo sul Corriere della Sera (che potete leggere dal sito www.pressreader.com cliccando sul link), a firma Paola di Caro, in cui si spiega che alcuni esponenti del PdL stanno portando avanti il progetto per cui si batte questo sito, cioè il sistema delle primarie americane, sequenzializzate e con convention dei delegati.

Non è ancora certo che il PdL imboccherà questa strada, comunque il fatto che ormai se ne parli è un ottimo segno. Da mesi sto scrivendo email a vari esponenti politici (tra cui Alfano, Alemanno, Maroni, Formigoni), spiegando che le primarie non vanno fatte come quelle del Pd (per carità!), che non soddisfano il criterio della cassiera, ma all’americana. E ho intercettato esponenti politici di persona (AlfanoStracquadanioRenzi, GrilloBoldrin…) per sensibilizzarli sul tema. Finalmente sembra che qualcosa si muova…

A dire il vero, quando Alfano aveva sbandierato ai quattro venti la novità sconvolgente che avrebbe cambiato la politica italiana mi ero illuso che fosse proprio il passaggio al sistema dei partiti americani, mentre invece non era niente di ché.

La proposta che circola in questi giorni, di cui riporta l’articolo del Corriere, è in effetti molto simile a quella che ho proposto allo stesso Alfano il 18 dicembre scorso. [mm-hide-text] Forse mi illudo di nuovo, comunque sperar non nuoce.

Se volete contribuire alla causa sostenuta da questo sito mandate un’email con subject “primarie all’americana” e il seguente testo

Sostengo la proposta di primarie sequenziali all’americana con convention dei delegati, per la scelta del candidato premier del PdL, come formulata presso il sito http://youcaucus.com

ai deputati del PdL, oppure divulgate il tweet

sostengo le primarie sequenziali con convention per il premier del PdL come formulate in http://youcaucus.com @ilpdl #primariepdl

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