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La demofisica o “fisica della democrazia”, anche detta metapolitica, è una (nuova) scienza che ha come scopo quello di rispondere a domande del tipo seguente:

   – dato un insieme di elettori attivi e passivi (per esempio 50, 100 milioni o più), qual’è un sistema efficiente e pratico per fare emergere fedelmente la loro volontà (per esempio nella scelta dei candidati, nella scrittura di programmi elettorali, nelle decisioni sulle regole che governano un partito o movimento politico) in un tempo dato?

   – quali sono gli strumenti necessari a raggiungere lo scopo?

   – qual è il tempo minimo richiesto?

   – quali sono i costi?

   – qual ė il sistema più efficiente?

   – come si possono eliminare i privilegi, ridurre i vantaggi di chi parte favorito per essere già famoso, o ricco, e far sì che tutti i candidati abbiano praticamente uguali chances sulla linea di partenza?

   – come si può garantire a chiunque il diritto di candidarsi con effettive possibilità di vincere?

   – come si può realizzare il sistema che garantisce tutto ciò a partire da un qualunque altro sistema politico vigente?

   – quale può essere il ruolo di internet e il suo contributo al raggiungimento di questi traguardi?

La demofisica è la scienza di cui si occupa YouCaucus. Il primo passo della missione che si è dato è stato quello di teorizzare un sistema politico che risolve i problemi posti. Il secondo passo è la divulgazione dei risultati ottenuti. Il terso passo è la realizzazione del nuovo sistema politico.

Partendo dallo studio dei partiti americani, in particolare il loro funzionamento interno, si può infatti costruire un sistema politico nuovo che raggiunge gli obiettivi delineati sopra, fondato, in particolare, sul sistema PSC delle primarie sequenziali in crescendo con convention. I tempi richiesti per fare emergere la volontà degli elettori possono variare da due a sei mesi, seguendo uno schema di diluizione territoriale e temporale che dà a tutti i candidati reali possibilità di vincere e allo stesso tempo permette agli elettori di rielaborare le loro decisioni più volte, in modo che alla fine emerga per davvero la volontà popolare.

Youcaucus, d’altra parte, non si pone come obiettivo di veicolare alcuna idea politica particolare, anzi si impegna a rimanere neutrale su tutte le questioni che non riguardano i problemi elencati sopra.

Esistono vari strumenti in rete per fare petizioni, raccogliere firme, confrontarsi, riunirsi, discutere, ecc., ma sono troppo dispersivi. La mia impressione è che finora i social network siano stati pensati per frammentare, distrarre, intrattenere la gente, portarla un po’ a spasso, per dirla brutalmente, invece che organizzare e aumentare il potere dei cittadini. Questi strumenti creano per lo più illusioni, e sfruttano l’ingenuità degli utenti. Si pensi per esempio a Twitter e Facebook. Gli utenti postano messaggi nell’illusione che qualcuno li leggerà, ma se sapessero quante sono le persone che li leggono effettivamente e quale impatto ha la lettura, non butterebbero via il loro tempo a quel modo. Basta creare un sito web e cercare di attrarre visitatori per rendesi conto che non basta esserci per essere visti. Eppure milioni e milioni di persone insistono a lavorare tutti i giorni per arricchire Zuckerberg e Dorsey.

L’idea di YouCaucus è quella di creare un social network che va nella direzione esattamente opposta, per raccogliere ed unire le energie dei cittadini invece che disperderle, e arrivare a cambiare la società e la politica. Questo progetto lo chiameremo PolisNet.

In breve, si tratta di trasferire sul web la comunità dei cittadini in quanto soggetti politici, creando il social network dei cittadini in quanto elettori, candidati, membri di partiti, fornendo una serie di spazi per incontrarsi, discutere, comunicare, elaborare proposte collettivamente (regole di partito, leggi, proposte di modifica della costituzione, ecc.), tenere convention, videoconferenze, organizzare primarie, candidarsi, fare campagna elettorale, votare i candidati alle primarie, ecc. Una serie di strumenti per ottimizzare questo tipo di interconnessioni e renderle fruibili in qualsiasi momento da tablet, PC e smartphone.

La spina dorsale della struttura è l’idea di sistema politico teorizzato da YouCaucus, e ispirata  allo studio dei partiti americani, in particolare il loro funzionamento interno, fatto di convention e primarie sequenziali. I (due) nuovi partiti saranno creati dal nulla, senza apparati e a costo zero. Gli elettori saranno messi in grado di governare interamente il loro partito. Avranno il tempo, il modo e gli strumenti per farlo. Potranno candidarsi a qualunque carica pubblica con effettive possibilità di vincere, perché saranno rimossi i numerosi ostacoli che normalmente riducono le chances degli outsiders, degli sconosciuti e di coloro che non hanno grandi disponibilità economiche.

Si parte “creando” due partiti, chiamati U e C, completamente neutri, vuoti e identici. I cittadini cominciano a iscriversi al social, potendo optare per l’appartenenza a U o a C, oppure dichiararsi indipendenti. Inseriscono il loro curriculum, lo corredano delle proprie idee politiche e proposte. Creano il loro profilo, decidendo quali informazioni rendere pubbliche e quali mettere da parte. Man mano che le iscrizioni fluiscono i partiti cominciano ad acquistare un’anima, un’identità (comunque variabile nel tempo). Chiunque potrà lasciare il partito per diventare indipendente o iscriversi all’altro.

La struttura del sito conterrà da una parte tutti gli iscritti, poi tutti i candidati, tutte le elezioni, tutte le convention, tutte le primarie, tutte le sequenzializzazioni delle primarie, il tutto organizzato per regioni, comuni, e provvisto di motori di ricerca appropriati per accedere rapidamente alle informazioni desiderate. Appena i partiti U e C avranno abbastanza consenso per presentarsi alle elezioni lo faranno e la comunità da virtuale diventerà reale.

Il mio interesse principale è trasformare il web nel veicolo della democrazia. Non ho nessuna idea politica particolare da propagandare, anzi la neutralità dello strumento è cruciale perché funzioni.

Il valore commerciale di una cosa del genere credo possa essere consistente. Sarà generato come segue. Il sito diventerà anche la Fed americana, l’ente che controlla le elezioni. Cioè, PolisNet sarà anche “la banca della politica“. Ciascun candidato dovrà aprire un conto su PolisNet, come su PayPal, e lì dovrà far fluire tutte le donazioni. Da lì dovrà attingere per tutte le spese della campagna elettorale. In questo modo sarà possibile esercitare le forme di controllo sulle donazioni e le spese elettorali, quei controlli che negli Usa sono fatti appunto dalla Fed (come controllare il rispetto dei vincoli sulle donazioni – per esempio, ognuno può donare al massimo 2000 euro – e l’obbligo di rendicontare tutte le spese). Chiaramente di spazio per creare un business ce n’è molto.

Poiché non posso realizzare il progetto da solo, cerco collaboratori. Contattatemi a questo indirizzo.

I lettori di questo blog forse ricorderanno che mesi fa spiegai, in questo post, di aver mandato in tilt il PdL con la proposta, fatta ad Alfano qualche tempo prima, di primarie sequenziali in crescendo con convention (per dettagli, vedi qui, o qui).

Prima delle elezioni politiche del 2013 una parte del PdL avanzò una proposta molto simile, e un’altra parte del PdL, capeggiata da Berlusconi, si oppose con forza. La lotta intestina fu senza esclusione di colpi, e vide vittoriosa la fazione guidata da Berlusconi. Le due fazioni siglarono la pace vista la vicinanza delle elezioni politiche.

Poco dopo le elezioni, però, complici le note altre vicissitudini di Berlusconi, l’equilibrio non resse e ciascuno andò per la sua strada. Mi piace pensare che la lacerazione causata dalla diatriba interna sulle primarie americane suggerite da me abbia contribuito, e magari non poco, alla fine del PdL.

Ora il Nuovo Centrodestra non ha futuro, e la Nuova Forza Italia non sa più dove sbattere. Probabilmente le imminenti elezioni europee sanciranno la scomparsa di tutti e due.

Sabato scorso, il 6/10/2012, si è tenuta a Pisa una riunione organizzata da Zero Positivo e Fermare il Declino a cui ha partecipato, tra gli altri, l’economista Michele Boldrin. Durante la riunione si è parlato anche di primarie e così ho deciso di diffondere il progetto dei partiti aperti anche presso i partecipanti a quella conferenza. Successivamente ho mandato a Boldrin una mail con i dettagli.

A Boldrin ho spiegato le “primarie sequenziali in crescendo“, quelle che agevolano massimamente la discesa in campo di candidati anche sconosciuti o privi di grandi disponibilità finanziarie (al limite, una cassiera di supermercato) dando loro effettive possibilità di vincere. Sottolineo che il sistema non è pensato per dare ai candidati unicamente la possibilità teorica di vincere, ma garantisce la possibilità pratica di colmare in pochi passaggi (le prime primarie della sequenza) il gap di notorietà che li svantaggia rispetto ai candidati noti, in modo che quello svantaggio rimanga svantaggio e non diventi una condanna, e in modo che il vantaggio di chi è noto rimanga vantaggio e non diventi privilegio.

Le idee chiave sono:

1) le primarie sono sequenzializzate con un sistema “in crescendo“;

2) le primarie sono correlate alla convention, ed eleggono i delegati alla convention.

Più precisamente, la stagione delle primarie dura qualche mese. Si vota nelle varie regioni a una settimana di distanza l’una dall’altra, cominciando dalle regioni più piccole, dove si usa il sistema proporzionale, e finendo colle regioni più grandi, dove si usa il sistema del vincitore pigliatutto: prima in Molise, una settimana dopo in Abruzzo, una settimana dopo nelle Marche, ecc., per finire colla Sicilia e la Lombardia.

Come spiegato in questo post, la convention è cruciale, perché rappresenta il “governo popolare del partito” e rimpiazza gli apparati, come successe quarant’anni fa negli USA colla riforma McGovern-Fraser (per dettagli su questo si veda il libro). Le regole delle primarie (successive) le stabiliscono i delegati alla convention, non gli apparati, che sono semplicemente assenti.

In teoria, c’è tempo di realizzare il progetto anche per le elezioni politiche dell’anno prossimo. Anche perchè, sequenzializzandole, le primarie sono molto più facili da organizzare, si impara strada facendo, sono necessarie meno persone per gestirle, la gente ha tempo di fare passaparola e diffondere il messaggio, e i mezzi di comunicazione non resisterebbero al fascino di una competizione combattuta e prolungata. Combinandole poi con le primarie online, basterebbe tenere aperti i seggi fisici per poche ore.

La risposta di Boldrin è stata positiva. Se ci sono sviluppi vi terrò informato. D’altro canto sembra che Italia Futura, con cui Zero Positivo e Fermate il Declino stanno dialogando, sia contraria alle primarie. La cosa non sorprende nessuno: Italia Futura non sembra affatto un movimento democratico, sembra più che altro un movimento elitario. Devo dire che, a parte Boldrin, anche gli altri intervenuti alla conferenza di sabato scorso sembravano poco inclini a sentimenti genuinamente democratici.

Come riportato qui, mesi fa ho fatto la stessa proposta (che potete consultare qui) di primarie sequenziali in crescendo correlate alla convention al segretario del PdL Angelino Alfano, inutilmente. Gli ho recentemente chiesto un incontro (me lo aveva promesso allora), ma sto ancora aspettando risposta.

Ripercorrendo la storia dei partiti americani e studiandone il funzionamento, fondato sulle elezioni primarie e le convention, elaboriamo una strategia per realizzare il sistema dei partiti governati dagli elettori anche in Italia.

Leggi il libro online ----> Read the rest of this entry »

Le elezioni primarie per la selezione dei candidati alla carica X del partito U e del partito C saranno sempre primarie “sequenziali”. Spieghiamo cosa significa.

Immaginate una cassiera dell’Esselunga che ritiene di avere le capacità di governare il paese e, forte di quelle ma col suo semplice stipendio di cassiera dell’Esselunga si candida a primarie nazionali (tipo quelle organizzate dal PD) per la scelta del candidato premier di un partito. Le primarie nazionali, a differenza delle primarie sequenziali, sono quelle in cui si vota contemporaneamente in tutto il territorio nazionale.

Domanda: quante effettive possibilità di vincere avrà quella cassiera dell’Esselunga? Risposta: zero. Un sistema che non permette alla cassiera dell’Esselunga di candidarsi con effettive possibilità di vincere non fa emergere veramente la volontà degli elettori. Le primarie nazionali chiedono ai candidati di saltare acrobaticamente con un solo balzo da valle fino alla cima della montagna. Di fatto, dà effettive possiblità di vittoria soltanto a quei due tre personaggi che stanno già in cima, cioè sono già famosi e sulla cresta dell’onda in quel particolare momento, o sono straricchi,  o hanno gli appoggi e le amicizie giusti, e il sostegno finanziario pronto.

Immaginate ora che invece di chiedere il miracolo, cioè il salto acrobatico da valle alla cima del monte in un sol colpo, si venga incontro ai candidati predisponendo un percorso diluito e graduale, una scala che collega la valle alla cima girando intorno alla montagna e riducendo al massimo la pendenza di ogni gradino. Chi è già in cima conserverà ancora un vantaggio, certo, ma mica poi tanto… Tutti avranno tempo e modo di raggiungerlo.

Per essere concreti, consideriamo le primarie per la scelta del candidato premier. Invece che votare in tutta Italia nello stesso momento, si stabilisce di cominciare dal Molise, l’Iowa italiano. La cassiera sconosciuta potrà candidarsi per tempo alle primarie del Molise, farsi qualche viaggio per la regione, tenere qualche comizio.

Viene il momento delle primarie del Molise. Della cassiera sconosciuta non avrà ancora parlato nessuno, tranne gli elettori che saranno andati ai suoi comizi. La cassiera non vincerà di certo le primarie del Molise, ma magari si piazza “bene”, diciamo decima, appena sopra il rumore di fondo costituito dai candidati della domenica, che si ritireranno subito dopo. Primo, secondo, terzo e quarto saranno i soliti noti, dati per favoriti.

Una settimana dopo si voterà, supponiamo, in Abruzzo. Nella settimana intermesia, la cassiera riceverà un po’ più di attenzione, magari meriterà qualche intervista sui giornali. Se ha le capacità guadagnerà consenso. Non vincerà neanche le primarie dell’Abruzzo, figurarsi, ma magari avanzerà un bel po’. Immaginiamo che si classifichi quinta, subito dietro i favoriti. Un bel colpo…

Nella settimana successiva l’attenzione verso di lei aumenterà, i giornali avranno una storia da raccontare, faranno a gara per intervistare quella cassiera, forse ancora più per curiosità che per altro, e le donazioni fluiranno molto più cospicue. Da quel momento tutti si accorgeranno di lei e avrà risolto il primo problema, la mancanza di fama, riducendo di colpo le distanze dagli avversari già noti. Se la nostra outsider si dimostrerà capace, trasformerà le occasioni che avrà in ulteriore consenso, e nelle Marche si piazzerà, magari, seconda.

A quel punto, tra i favoriti, si diffonde il panico: chi è questa? da dove viene? dove vuole arrivare? L’outsider sarà subissata di richieste di interviste, le domande saranno ora tutte molto incisive, gli avversari la attaccheranno su tutti i fronti. Di nuovo: se saprà rispondere, trasformerà tutte quelle opportunità in ulteriore consenso.

Non solo, ma la gente comincerà a contribuire alla sua causa con donazioni spontanee. La cassiera scoprirà, con sua sorpresa, che gli elettori sono estremamente generosi quando vedono in faccia a chi danno i loro soldi, e sanno come verranno spesi, invece di darli ad un gruppo di persone indistinto e perderne traccia il minuto successivo. La cassiera avrà così risolto il suo secondo problema: la raccolta dei finanziamenti. Rientrerà subito in pari colle spese sostenute fino ad allora, e le rimarrà molto da spendere per farsi propaganda.

La settimana successiva la cassiera avrà la concreta opportunità di piazzare il colpo del ko: vincere le primarie della Puglia. Se ciò succederà, non la fermerà più nessuno.

Vi ho descritto quattro tappe, che in qualche caso potrebbero essere tre, o cinque, o sei, ma per capirci diciamo quattro, il Molise, l’Abruzzo, le Marche e la Puglia: quattro tappe bastano per colmare il gap, lo svantaggio che separa lo sconosciuto
dal più famoso, chi non ha risorse finanziarie dal più facoltoso. Negare quelle tappe equivale a tagliare fuori tutti tranne uno o due privilegiati. Scegliendo le regole delle primarie oculatamente, si può anche decidere in anticipo chi le vince.

Riepiloghiamo. Le primarie sequenziali per la scelta del candidato premier si svolgono chiamando gli elettori di ogni regione a votare in una data diversa, a una settimana di distanza gli uni dagli altri, cominciando dagli elettori delle regioni più piccole. La sequenza di primarie regionali è determinata dalle regole del partito, stabilite dalla convention precedente. Tipicamente, ogni regione può decidere di far votare i suoi elettori col sistema elettorale che preferisce e le regole stabilite dalla convention nazionale del partito fissano soltanto alcuni limiti da rispettare (come per esempio, la posizione della regione nella sequenza e un’ampia finestra temporale entro cui le primarie si devono svolgere comunque). Inoltre, gli elettori delle primarie scelgono il candidato premier votando per i delegati regionali alla convention nazionale abbinati a quel candidato premier.

Nell’esempio appena fatto le primarie per la scelta del candidato premier sono sequenzializzate su base regionale. Si potrebbe decidere di sequenzializzarle in modo diverso, per gruppi di province e comuni o frazioni di regione, o ancora gruppi di regioni. Tuttavia, qualunque sia il frazionamento del territorio interessato che sta alla base della sequenza, il criterio deve essere sempre guidato dal principio enunciato sopra: se permette alla cassiera dell’Esselunga di candidarsi con effettive possibilità di vittoria, posto che abbia le qualità, le idee e i programmi graditi agli elettori, allora il criterio è un buon criterio. In tutti gli altri casi è da considerarsi una finzione. 

Un partito che non consulta gli elettori o li consulta con un criterio inadeguato sceglie di fatto una via involutiva che lo porta a chiudersi. Pertanto perderà elettori e sarà via via scalzato da un nuovo partito aperto, nato sponeateamente nel frattempo, che ne prenderà il posto. Infatti, il sistema dei due partiti aperti U e C è un sistema irreversibile.

Per la scelta del candidato a qualunque altra carica si procederà in modo simile, frazionando il territorio interessato in base al “criterio della cassiera” e sequenzializzando le primarie in base a quel frazionamento. Per esempio, per la scelta del candidato sindaco di un comune si può usare il frazionamento in circoscrizioni, o gruppi o frazioni di esse, per la scelta del candidato senatore, o deputato, si procederà frazionando il collegio corrispondente, e così via per tutte le cariche, comprese quelle non monocratiche (consiglieri comunali, provinciali, eccetera), così come per decidere l’ordine con cui i candidati vengono messi in lista nei collegi multinominali.

(2 – continua)

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