Oggi apprendiamo che Berlusconi avrebbe intenzione di ricandidarsi a premier alle prossime elezioni politiche. Subito dopo, alcuni giornalisti hanno stabilito che le primarie del PdL (o del partito erede del PdL, comunque si chiami) non si faranno, perché "non avrebbero senso, visto che si ricandida Berlusconi". In realtà, le primarie (all’americana) hanno senso sempre, anche quando a ricandidarsi è il presidente in carica. Per esempio, quest’anno il Partito Democratico americano ha tenuto i caucus e le primarie regolarmente, come ha sempre fatto, e fra non molto terrà la convention, "nonostante" il candidato presidente sia ancora Obama. Per quale motivo?
Le primarie sequenziali correlate alla convention si possono fare anche se si ricandida Berlusconi, e anzi avrebbero ugualmente un grande impatto, perché potrebbero portare al partito anche un 10% di voti in più alle elezioni politiche. Inoltre, aumenterebbero non poco la raccolta di donazioni spontanee da parte degli elettori e massimizzerebbero la risonanza mediatica.
Alcune ricerche dicono che le primarie di per sé portano mediamente il 6% dei voti in più. Facendole per bene, sequenzializzandole e correlandole alla convention, e propagandando strada facendo il nuovo sistema in modo adeguato sui mezzi di comunicazione, credo che in Italia sia possibile arrivare al 10-12% in più. Visto che Berlusconi è convinto che la sua ricandidatura possa portare il PdL al 30% del consenso, combinandola colle primarie sequenziali e la convention il PdL potrebbe arrivare, da solo, al 40%. In questo momento il PdL ha bisogno di usare tutti i sistemi possibili per recuperare consenso, per cui farebbe bene a riflettere su questi dati e a non tralasciare alcuna possibilità.
Ho seguito Berlusconi nelle campagne elettorali precedenti. Fa un comizio dietro l’altro percorrendo tutto il territorio della penisola. Si ferma in tutte le regioni, con un calendario definito, proprio come un candidato americano durante le primarie sequenziali. E’ possibile ritagliare il calendario delle primarie sequenziali + convention del PdL (o suo partito erede) in base al calendario delle visite di Berlusconi alle varie regioni, e far votare in ciascun luogo qualche giorno dopo il comizio. Ciò accrescerà l’attenzione per i comizi, oltre che per le primarie.
Se qualcuno si candidasse "contro" Berlusconi il risultato finale non cambierebbe, come non cambia negli Stati Uniti, ma la competizione attrarrebbe grande attenzione da parte dei media, aiutando il PdL a risalire nei sondaggi. Molti giornali di sinistra intervisterebbero gli sfidanti solo per dargli filo da torcere, e così farebbero parlare del PdL ininterrottamente per mesi, unica possibilità che questo partito ha per vincere le prossime politiche. Se Berlusconi apprezzerà le potenzialità del sistema, sarà lui stesso a spingere i personaggi in vista del suo partito affinché si candidino, proprio per ravvivare la competizione. Inoltre, un calendario di consultazioni articolato come quello offerto dalle primarie sequenziali + convention agevola la raccolta di donazioni da parte degli elettori, altrimenti depresse dallo scarso contatto con i candidati.
Non solo. Le primarie sarebbero interessanti per una serie di altri motivi (anche se Berlusconi fosse l’unico candidato di spicco, come quest’anno Obama è stato l’unico candidato di spicco nelle primarie democratiche americane). Per esempio, con le primarie gli elettori saranno chiamati ad eleggere i propri delegati alla convention. Il ruolo e il funzionamento della convention nei partiti governati dagli elettori sono spiegati qui. I delegati avranno non solo il compito di "incoronare" il vincitore, ma anche di elaborare il "programma elettorale degli elettori" e prendere altre decisioni rilevanti per il partito, rafforzandole di un’investitura popolare altrimenti inesistente. Sarebbe un’altro ottimo sistema per attrarre consenso. Ho sentito spesso i leader del PdL parlare di "programma elettorale degli elettori". Tuttavia, non hanno mai spiegato come farlo scrivere agli elettori. Probabilmente pensavano a gazebo allestiti allo scopo, come fecero per la scelta del nome del partito, ma in questo modo i media ne parlerebbero per una sera soltanto, con un beneficio minimo.
La convention sarebbe un momento di grande attrazione mediatica, a ridosso delle elezioni. Inoltre, per rafforzare il suo successivo governo, alla fine della convention Berlusconi proporrà ai delegati un candidato vicepresidente (Alfano) e chiederà alla convention di ratificare che il ticket vincitore Berlusconi-Alfano si debba intendere all’americana, cioè che Alfano diventi premier se per qualche motivo Berlusconi dovesse interrompere durante il quinquennio. Tra parentesi, se davvero Berlusconi vuole far vincere Alfano, questa è l’unica possibilità che ha.
Infine non dimentichiamo che le primarie sequenziali correlate alle convention dovrebbero essere utilizzate per tutte le candidature, che Berlusconi si ricandidi a premier o meno. Finché i candidati al parlamento ricevono le candidature "gratis" (e gli altri altrettanto "gratis" vengono marginalizzati), è chiaro che non hanno grandi motivazioni a darsi da fare per raccogliere consenso, fare comizi e impegnarsi in campagna elettorale, lasciando, come sempre, questa incombenza a Berlusconi. Se il PdL combinasse le primarie sequenziali + convention per il candidato premier con sistemi simili per tutte le candidature, potrebbe sfiorare il 50%.
Quanto detto vale per tutti i partiti, chiaramente, anche per il PD e il Movimento 5 Stelle. Chi è convinto di vincere le elezioni, però, di solito si convince erroneamente che il suo approccio sia quello giusto. E’ più facile convincere i partiti in difficoltà, e non c’è dubbio che il PdL, che Berlusconi si ricandidi o meno, è uno di questi.