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Come promesso, oggi ho consegnato il libro “Il sistema dei partiti governati dagli elettori” a Beppe Grillo. Sono andato a Parma, all’incontro pubblico sugli inceneritori. Mi sono messo vicino alla sua postazione e ho aspettato il momento opportuno. Quando gli ho dato il libro Grillo mi è stato ad ascoltare per qualche minuto. Gli ho anche spiegato che col sistema delle primarie sequenziali all’americana si può costruire anche in Italia un partito da 51% dove perfino una cassiera del supermercato può diventare premier. La sua risposta mi è sembrata positiva. Mi ha detto: “un partito da 51%? È quel che voglio fare io!”. Poi gli ho illustrato il criterio della cassiera e le primarie sequenziali.

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La sua risposta mi è sembrata positiva, ma contornata da un’aria di sufficienza che mi ha un po’ spiazzato, del tipo: “un partito da 51%? È quel che voglio fare io!”. Quando gli ho illustrato il criterio della cassiera e le primarie sequenziali, la sua espressione diceva: “ma è ovvio, no? Lo so bene anch’io! Hai qualcosa da dirmi che non sappia già?”

Ed è tornato subito a parlare con i giornalisti che gli stavano alle costole. Allora io gli ho gridato: “ma lasciali perdere!”, più volte. Potrei sbagliarmi, ma in quel momento mi è sembrato di udire un cittadino accusare Grillo, a voce alta, di dare sempre molta retta ai giornalisti e di parlare poco con la gente comune. Al ché Grillo ha improvisato un tentativo di giustificazione che indirettamente avvalorava l’accusa.

È stata anche la mia impressione fin dall’inizio devo dire. Ho osservato Grillo per circa due ore e ho notato che non può proprio fare a meno delle luci della ribalta. Copre i giornalisti di insulti, ma va sempre, inevitabilmente, a parlare con loro. Beppe, non dici sempre ai tuoi che devono evitare i giornalisti, che non devono mettersi in mostra, e, tra le tante cose, non devono andare come ospiti ai programmi televisivi? Non potresti anche tu dare il buon esempio e ignorare quella gente? E magari usare il tempo libero che guadagni in questo modo per parlare con la gente comune e ascoltare quello che ha da dirti?

Nel progetto di Grillo c’è molto di giusto e molto che mi piace, ma sono ugualmente convinto, e gliel’ho detto, che il mio libro possa dargli idee, ispirazione e stimoli. Poi, se proprio non lo vuole leggere e pensa di perdere il suo tempo, lo butti pure nel cassonetto. Beppe: il mio libro è un regalo per te. Ora è tuo, e ne puoi fare quello che vuoi. Ma reagire come se io fossi uno che vuole usurpare i tuoi meriti e oscurare la lucentezza della tua stella che brilla nel firmamento, mi è sembrato francamente un po’ sopra le righe.

Insomma, non so se la mia missione sia servita a qualcosa. Posso solo dire che da oggi anche Grillo fa parte della lista di “coloro che non potranno dire che non gliel’avevo detto”, assieme a Renzi, Alfano, Fini e Berlusconi.
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