All’età di 90 anni è morto l’ex senatore al Congresso degli Stati Uniti George McGovern. Poco più di quarant’anni fa, McGovern fu il protagonista principale della transizione dal sistema dei partiti-apparati al sistema dei partiti governati dagli elettori, grazie alla riforma McGovern-Fraser. Essa modernizzò il partito democratico americano, stabilendo che tutti i delegati alla convention devono essere scelti dagli elettori, con modalità tali da riflettere fedelmente la volontà degli elettori del partito. Prima di quella riforma il partito era in mano a boss e capi-fazione che, per una via o per l’altra, riuscivano a nominare d’autorità gruppi di delegati, per poi manipolarli a piacimento.
Negli stati a maggioranza democratica le leggi che governavano le primarie pubbliche furono adattate alla riforma. Per non dover organizzare primarie autogestite, e quindi accollarsene le spese, anche il partito repubblicano si adattò subito al nuovo sistema.
A McGovern va dunque il merito di aver cambiato completamente la politica degli Stati Uniti, facendole fare un progresso senza uguali nella storia. Dal 1972 gli Stati Uniti d’America sono l’unica democrazia rappresentativa al mondo, nel senso che il loro sistema politico soddisfa il criterio della cassiera.
Potete leggere maggiori dettagli nella parte storica del libro.
McGovern si candidò alle elezioni del 1972, ma fu sconfitto dal presidente uscente Richard Nixon. McGovern riuscì ad ottenere la nomina del partito democratico anche grazie alle nuove regole. I maligni, cioè i capi-partito caduti in disgrazia, dissero che “si era fatto le regole apposta per vincere”. La realtà è invece che con quelle regole, che in quarant’anni hanno subito poche modifiche, nessuno è sicuro di vincere, perché il risultato è determinato unicamente dagli elettori. Lo sa Hillary Clinton, che, favorita, nel 2008 dovette cedere ad un nuovo arrivato, tale Barack Obama, e lo sa Mitt Romney, che quest’anno stava per essere scalzato via da Rick Santorum, un candidato che prima dei caucus dell’Iowa era dato al 3% dai sondaggi nazionali.
A questo punto viene spontaneo chiedersi: quanto tempo dovremo aspettare per avere in Italia il nostro McGovern?