Il populismo

Un’altra obiezione tipica è che il sistema americano sarebbe tacciabile di “populismo”. Oggi la parola populismo ha un significato ambiguo, e per evitare fraintendimenti dobbiamo definire meglio cosa si intende con questo termine. Sappiamo che potrebbe riferirsi al partito populista americano, di cui abbiamo apprezzato il notevole contributo dato al progresso dei diritti civili. In tal caso, non si vede in che cosa consista l’accusa di populismo, che sarebbe semmai da interpretare come un titolo di merito. Secondo alcuni, invece, la parola populismo avrebbe un’accezione negativa. Probabilmente quelle persone con populismo intendono un rapporto diretto tra un leader carismatico e le masse, che aumenti il rischio di derive autoritarie, o che possa portare a prendere decisioni affrettate, magari sulla base di ondate emotive, nel caso il leader sia in grado di eccitare tali ondate emotive e cavalcarle. Premesso che sarebbe opportuno usare un termine diverso e più appropriato di “populismo” per denotare questo tipo di rischi, è comunque difficile riscontrare tracce di questo tipo di “populismo” nel sistema americano, perché il sistema fatto di primarie sequenziali e convention, al contrario, diluisce al massimo la competizione, ed è per questo l’unico sistema al mondo che permette agli elettori di prendere una decisione “ragionata”, tutt’altro che affrettata e tutt’altro che emotiva. Infatti, dal lungo processo di selezione che ha luogo negli Stati Uniti non possono che emergere candidati veramente democratici, a qualunque partito appartengano. Associare gli Stati Uniti al rischio di derive autoritarie è quantomai stravagante. In sistemi come quelli europei, invece, dove un processo articolato come quello americano manca completamente, è ben possibile che un leader carismatico, in una situazione economica e politica particolare, si faccia breccia in breve tempo, “ingannando” gli elettori, “stregandoli” quel tanto che basta a farsi consegnare il potere senza essere sottoposto ad un vaglio dettagliato. Una piccola riduzione del rischio è offerta dai sistemi elettorali con ballottaggio. Tuttavia, ripetere la votazione a distanza di due settimane, nello stesso territorio e riducendo la rosa dei candidati, col conseguente aumento dell’astensionismo, non offre vere garanzie, perché le ondate emotive possono ben durare due settimane. Questi sistemi non sono assolutamente paragonabili ad un sistema che si protrae per mesi e non esclude mai nessuno. In sostanza, una proprietà importante del sistema americano è che esso garantisce in maniera efficace anche contro il rischio di derive autoritarie, mentre i sistemi europei non offrono garanzie sufficienti da questo punto di vista. Di certo, quello americano è un sistema che si pone agli antipodi del populismo, almeno il populismo inteso nell’accezione negativa di cui sopra.

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