La convention nazionale democratica

In ciascuno stato il Partito Democratico è tenuto ad intraprendere ogni iniziativa possibile per assicurare a tutti i suoi elettori completa, tempestiva ed uguale opportunità di partecipare al processo di selezione dei delegati, e a tutte le altre decisioni del partito. I delegati devono essere in buona fede democratici, fedeli agli interessi, al benessere e al successo del Partito Democratico. Devono sottoscrivere la sostanza, gli intenti e i principi della carta del partito e i suoi regolamenti. In assenza di contestazioni specifiche, si assume che i delegati soddisfino questi requisiti, senza richiedere ulteriori assicurazioni. Tutti i delegati impegnati a un candidato presidente devono in buona coscienza riflettere i sentimenti degli elettori che li hanno votati. I delegati sono tenuti a non sostenere pubblicamente alcun candidato alle elezioni presidenziali che non sia quello nominato dalla convention.

I lavori della convention seguono un ordine consolidato. Il primo compito della convention è discutere il rapporto del comitato per le credenziali e, dopo eventuali emendamenti, approvarlo. Il dibattito su ogni questione non può superare i venti minuti, divisi in parti uguali tra proponenti e oppositori. In secondo luogo i delegati discutono e approvano il rapporto del comitato per le regole. Successivamente la convention procede all’elezione del presidente della convention, a maggioranza assoluta, e dei vicepresidenti. Quindi lavora al documento programmatico, a partire dalla proposta presentata del comitato per il programma. Approvato il programma, procede all’elezione del candidato presidente e del candidato vicepresidente, a maggioranza assoluta. Subito dopo la sua elezione, il candidato presidente pronuncia un discorso di accettazione.

La procedura di elezione del candidato presidente è la seguente. Ogni delegazione statale e territoriale vota separatamente. Il presidente della delegazione conta e tabula i voti dei propri delegati. Le delegazioni vengono chiamate una dopo l’altra, in ordine alfabetico, a riferire i risultati alla convention. Il presidente di ciascuna delegazione comunica i risultati delle votazioni della propria delegazione, specificando il voto di ciascun delegato. Si fa poi la conta dei voti totali. Se un candidato alla nomina ottiene la maggioranza assoluta, ottiene la nomina. Se nessun candidato ottiene la maggioranza assoluta si ripete la votazione, con la stessa procedura, finché un candidato non ottiene la maggioranza assoluta. Non è ammesso in nessun caso il voto segreto, né il voto per procura. L’elezione del vicepresidente segue lo stesso schema. Tranne rarissime eccezioni, prima della votazione il candidato presidente sceglie informalmente il candidato vicepresidente con cui desidera presentarsi alle elezioni e lo comunica alla convention, che lo nomina formalmente mediante la votazione. Nel caso che un candidato presidente o un candidato vicepresidente muoiano o rinuncino a correre nel periodo che separa la convention dalle elezioni generali, le candidature vacanti sono designate dal comitato democratico nazionale, sentiti il leader democratico al Congresso e l’associazione dei governatori democratici.

Ogni giorno è messa a disposizione dei delegati una versione stampata del resoconto di tutti i lavori della convention del giorno precedente. Entro un anno dalla fine della convention viene stampato il giornale dei lavori della convention.

La chiamata alla convention del 2004 fu adottata dal comitato democratico nazionale nella riunione annuale dell’agosto 2002. La convocazione riportava le regole e le condizioni appena enunciate e stabiliva in dettaglio il numero e la distribuzione dei delegati. In particolare, fissava il numero di delegati giurati “di base”, cioè scelti tra semplici cittadini, a 3000, salvo arrotondamenti, distribuiti fra i vari stati secondo una formula matematica che teneva conto, in ugual misura, del numero di grandi elettori dello stato e del consenso raccolto dal Partito Democratico in quello stato nelle tre elezioni precedenti. Per la precisione, la frazione di delegati giurati di base che spettavano ad ogni stato era uguale a ?(a+b), dove a era la frazione di grandi elettori dello stato e b era la frazione di voti democratici raccolti dallo stato nelle presidenziali del 1992, del 1996 e del 2000. Il numero di delegati giurati di partito, cioè delegati scelti tra i leader locali e i rappresentanti eletti del partito, era fissato, come ormai tradizione dal 1988, al 15% del numero dei delegati di base. Il numero dei superdelegati, non legato a priori al numero di delegati giurati, risultò pari al 18,5% del totale. La chiamata alla convention stabiliva anche le regole per l’istituzione e il funzionamento dei comitati permanenti, che riunivano sia rappresentanti di base sia di partito, non necessariamente delegati alla convention. Anche la frazione dei rappresentanti di partito nei comitati era stabilita essere pari a circa il 15% dei rappresentanti di base. I rappresentanti di base spettanti a ciascuno stato o territorio erano eletti dalla delegazione di quello stato o territorio. Il loro numero era calcolato con la stessa formula usata per i delegati di base alla convention. I rappresentanti di partito erano eletti collettivamente dal comitato democratico nazionale e dal comitato esecutivo.

In totale, alla convention democratica del 2004 parteciparono 4322 delegati, di cui 3520 delegati giurati e 802 superdelegati. I delegati giurati erano composti di 3062 delegati giurati di base, di cui 2279 delegati di distretto e 783 delegati “at large”, più 458 delegati giurati di partito. L’insieme dei superdelegati contava i 430 membri del comitato democratico nazionale, i 248 rappresentanti democratici al Congresso, i 21 governatori democratici, 21 leader di partito riconosciuti (tutti gli ex-presidenti ed ex-vicepresidenti democratici, tutti gli ex-leader di maggioranza democratici del Senato e gli ex-presidenti democratici della Camera, tutti gli ex-leader democratici di minoranza alla Camera, e tutti gli ex-presidenti del comitato democratico nazionale), e 82 superdelegati extra (funzionari di partito con cariche create dal comitato democratico nazionale). I delegati supplenti, anch’essi vincolati ai rispettivi candidati alla nomina, erano 611. I supplenti erano eletti con lo stesso sistema usato per i delegati e potevano sostituire i delegati giurati impossibilitati a partecipare ai lavori della convention.

La composizione della convention democratica del 2008 seguì regole del tutto simili. Vi parteciparono 4418 delegati, tra cui 3110 delegati giurati di base (2316 di distretto, 794 “at large”), 456 delegati giurati di partito e 852 superdelegati. Alla convention del 2012 parteciparono 5552 delegati, tra cui 4262 delegati giurati di base (3169 di distretto e 1093 “at large”), 564 delegati giurati di partito e 726 superdelegati.

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