Il documento programmatico
Il documento programmatico approvato dalla convention è chiamato platform. Esso è il programma elettorale del partito, contiene i principi-guida dell’azione politica e le posizioni del partito sui temi più importanti. Nella parte iniziale prevalgono retorica, slogan e dichiarazioni di intenti. Tuttavia, le sezioni interne possono contenere anche proposte programmatico-legislative dettagliate e documentate. Il documento è diviso in una serie di punti programmatici, detti plank. Essi contengono gli obiettivi e le proposte di intervento nei vari settori dell’economia, nella politica estera, nell’amministrazione pubblica, nella società, e così via. Il programma democratico del 2004 insisteva sulle difficoltà dell’amministrazione Bush, e riportava, per contrasto, le proposte abrogative o migliorative dei democratici. Il documento programmatico repubblicano dello stesso anno insisteva sui risultati dell’amministrazione Bush e conteneva proposte per proseguire nella direzione intrapresa e rafforzarla.
Il programma della convention non vincola né il partito, né il candidato nominato. Tuttavia, poiché la composizione della convention riflette, grazie al meccanismo di attribuzione dei delegati, la forza dei candidati alla nomina, la coerenza tra il programma approvato dalla convention e le posizioni del candidato alla presidenza è garantita automaticamente. La fedeltà del candidato presidente al programma approvato dai suoi stessi sostenitori non è dunque in discussione. Pertanto, il documento programmatico ha un valore non indifferente, perché è un documento proposto e approvato dal basso, non calato dall’alto, che riflette fedelmente le posizioni degli elettori del partito sui temi politici, è coerente colle posizioni del candidato presidente, stabilisce un filo diretto tra candidato ed elettori, e permette al candidato di rendersi conto di quanto ciascun tema sia sentito dai propri sostenitori, e dunque adattare le proprie strategie elettorali per massimizzare il consenso e le possibilità di battere l’avversario nelle elezioni generali.
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