Le primarie del New Hampshire

Le primarie del New Hampshire sono le prime in ordine cronologico. Solitamente seguono il caucus dell’Iowa a distanza di circa una settimana e precedono le primarie successive di almeno una settimana. La storia delle primarie del new Hampshire è molto antica [67]. Alcune cronache riportano di primarie non ufficiali del Partito Repubblicano tenute nel New Hampshire già nel 1912, ma non si hanno notizie più precise e dati attendibili. Il parlamento statale del New Hampshire approvò la prima legge sulle primarie nel 1913, durante l’era progressista. Stabilì la selezione diretta dei delegati alla convention nazionale, ma non il voto di preferenza per i candidati alla nomina. I candidati delegati potevano decidere di impegnarsi a sostenere un candidato alla nomina oppure no. Le prime primarie “legali” del New Hampshire si svolsero nel 1916, nel secondo martedì di marzo, una settimana dopo quelle dell’Indiana e nello stesso giorno delle primarie del Minnesota. Il New Hampshire non aveva ancora il privilegio di tenere le prime primarie della stagione, né si proponeva di ottenerlo. In quella fase storica l’importanza di essere primi non era ancora stata apprezzata. Anzi, per motivi logistici ed economici spesso i candidati non potevano permettersi di partecipare a tutte le primarie e allora saltavano proprio le prime. Inoltre, tenere le primarie in inverno non era indicato per ragioni climatiche. Nel 1920 il Minnesota abbandonò le primarie, mentre l’Indiana spostò le proprie a maggio. Da quel momento le primarie del New Hampshire diventarono le prime della stagione e tali rimasero fino ai giorni nostri. Negli anni successivi e fino al 1948 compreso, il New Hampshire non designò quasi mai delegati impegnati a sostenere i candidati alla nomina. Eccezioni furono i delegati repubblicani del 1920 e del 1924.

Nel 1949 fu consentito all’elettore di esprimere direttamente la preferenza per il candidato alla nomina, oltre che votare per i delegati impegnati. Il voto per il candidato alla nomina era, però, meramente consultivo. Si trattava in sostanza di quelle che oggi chiameremmo primarie “loophole”. Per candidare una persona alla nomina e fare scrivere il suo nome sulla scheda elettorale, i sostenitori dovevano raccogliere poche decine di firme firme in ciascuno dei due distretti del New Hampshire, e pagare una modesta somma. La persona candidata poteva far rimuovere il proprio nome dalla scheda elettorale facendone esplicita richiesta. I cittadini che si candidavano ai posti di delegato e desideravano impegnarsi a sostenere un candidato alla nomina dovevano essere approvati dallo stesso.

Le nuove regole favorirono un’affluenza ben superiore a quella delle tornate precedenti e le primarie catturarono immediatamente l’attenzione dei mezzi di comunicazione. L’importanza di “essere primi”, cioè la prima consultazione in ordine di tempo, cominciò ad essere apprezzata.

Nel 1971 le primarie furono anticipate di una settimana e portate così al primo martedì di marzo. Il numero di firme da raccogliere per inserire il nome di un candidato sulla scheda elettorale fu alzato ad alcune centinaia per ciascun distretto. La quota da pagare fu portata a 500 dollari. Nel 1976, anche per effetto della riforma McGovern-Fraser, il numero di candidati delegati e supplenti elencati sulle schede elettorali delle primarie cominciò a diventare eccessivo. Si decise di togliere i candidati delegati dalla scheda elettorale ed elencare unicamente i candidati alla nomina, come avviene oggi (vedi Fig. 5).

La riforma del 1977 prevedeva che ogni candidato che riceveva almeno il 10% di voti potesse, entro certi limiti, scegliere direttamente i delegati impegnati a sostenerlo, in numero proporzionale ai voti raccolti. Inoltre, la legge del 1977 stabiliva che le primarie dovevano svolgersi il secondo martedì di marzo o il martedì precedente le prime primarie del resto della nazione, scegliendo la data anteriore tra queste due. La regola vale ancora oggi. Di conseguenza, quando gli altri stati decidono di anticipare le loro primarie per insidiare il primato del New Hampshire, cosa che succede abbastanza spesso, il New Hampshire è costretto ad anticipare le sue quanto basta per rimanere primo. Fino al 1984 le primarie del New Hampshire furono tenute nell’ultimo martedì di febbraio, poi furono anticipate progressivamente per rispondere alle anticipazioni degli altri stati.

Dal 1983 non è più necessario allegare firme a sostegno della presentazione delle candidature alla nomina. Tuttavia, fu raddoppiata e poi alzata ulteriormente la somma da pagare.

Oggi il candidato alla nomina CN riceve preliminarmente l’elenco degli elettori che desiderano fare i delegati giurati di distretto impegnati a sostenerlo. Può decidere quali approvare e quali scartare, purché ne approvi almeno un numero pari al triplo dei posti disponibili. Successivamente, i sostenitori di CN, cioè gli elettori che firmano una dichiarazione di sostegno di CN, si riuniscono in caucus pre- o post-primarie e votano per stabilire la lista ufficiale dei candidati delegati impegnati a CN, tra quelli approvati da CN. Infine, dopo le primarie sono eletti delegati impegnati a CN i primi della lista, nel numero determinato dai risultati delle primarie. Procedure simili valgono per gli altri tipi di delegati giurati [68].

Interporre almeno una settimana tra le proprie primarie e quelle degli altri stati serve a sottolineare l’importanza e l’esclusività delle proprie. Inoltre, dà agli elettori degli stati in cui si vota subito dopo il tempo per metabolizzare i risultati ed eventualmente rivedere le loro scelte alla luce delle scelte fatte dai loro connazionali del New Hampshire. Ai candidati dà la possibilità di riflettere sui risultati delle prime primarie della stagione e riorganizzare la propria strategia di conseguenza. I candidati poco noti che vincono o vanno oltre le aspettative possono sfruttare meglio il momento favorevole. I candidati deboli o che deludono le aspettative possono metabolizzare meglio la battuta d’arresto e cambiare rotta o ritirarsi. Inoltre, un intervallo contenente un fine-settimana dà modo ai media di discutere dei risultati e quindi amplificarne la portata.

Le primarie del New Hampshire sono semiaperte. Gli elettori registrati come indipendenti possono scegliere se partecipare alle primarie democratiche o a quelle repubblicane. Dal 1996 il New Hampshire permette agli elettori di registrarsi o cambiare registrazione partitica appena prima di votare. L’introduzione di questa innovazione fece balzare l’affluenza alle urne ancora più in alto. Da allora l’affluenza alle primarie del New Hampshire fu sempre tra le più altre dell’Unione.

Per un certo periodo le elezioni presidenziali furono vinte da candidati che avevano vinto anche le primarie del New Hampshire. Questa circostanza contribuì ad alimentare una leggenda secondo la quale un candidato, per diventare presidente, deve obbligatoriamente vincere le primarie del New Hampshire. In altre parole, le primarie di questo piccolo stato “deciderebbero” il presidente. Ovviamente, il New Hampshire fece il possibile per diffondere questa credenza, che però fu sfatata nel 1992, nel 2000 e nel 2008. Nel 1992 Bill Clinton fu battuto nel New Hampshire da Paul E. Tsongas, ma vinse la nomina democratica e poi le elezioni. Nel 2000 George W. Bush fu battuto da John McCain, che lo staccò di ben 18 punti, ma ottenne ugualmente la nomina repubblicana e poi vinse le elezioni. Nel 2008 Obama fu battuto da Hillary Clinton, ma ugualmente ottenne la nomina democratica e poi divenne presidente. In totale, nell’era delle primarie moderne, contando i presidenti a partire da Carter, visto che nel 1972 Nixon era presidente uscente, tre presidenti su sei furono eletti dopo aver perso nel New Hampshire. Inoltre, spesso vincere nel New Hampshire non basta nemmeno ad ottenere la nomina. Nel 1972 George McGovern perse le primarie del New Hampshire, battuto da Edmund Muskie, ma ottenne la nomina democratica. Nel 1984 Walter Mondale fu battuto nel New Hampshire da Gary Hart, ma ottenne ugualmente la nomina democratica. Nel 1996 Bob Dole ottenne la nomina repubblicana dopo essere stato battuto da Pat Buchanan nel New Hampshire. In conclusione, nell’era delle primarie moderne su 16 stagioni di primarie combattute (cioè escludendo quelle in cui parteciparono presidenti uscenti senza oppositori di rilievo, ma includendo quelle di Ford nel 1976 e Carter nel 1980), furono ben 6 i vincitori nel New Hampshire che non riuscirono a conquistare la nomina.

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