Nascita del caucus congressuale
Il caucus congressuale è la riunione dei rappresentanti e senatori al Congresso appartenenti ad un partito, per designare i candidati di quel partito alla presidenza e alla vicepresidenza degli Stati Uniti. Il caucus repubblicano del 1792 non può ancora essere considerato un caucus congressuale, perché vi parteciparono leader di partito non meglio identificati. Il primo caucus congressuale si fa risalire al 1796, quando membri federalisti del Congresso si riunirono segretamente a Philadelphia per designare sia il candidato alla presidenza, John Adams, sia quello alla vicepresidenza, Thomas Pinckney [3]. Thomas Jefferson era il candidato repubblicano indiscusso alla presidenza, quindi non necessitava di essere designato con particolari procedure. Alcuni senatori repubblicani si riunirono ugualmente in un caucus per designare, come nel 1792, il candidato vicepresidente da affiancare allo stesso Jefferson. Tuttavia, non riuscirono a raggiungere un accordo e il caucus si concluse con un nulla di fatto.
Alle elezioni del 1796 i grandi elettori di 7 stati su 16 furono ancora scelti dai parlamenti statali, senza alcuna forma di consultazione popolare. Nel collegio elettorale Jefferson conquistò 68 voti contro i 71 di Adams. In qualità di secondo classificato, Jefferson diventò vicepresidente.
In quelle elezioni si manifestarono le lacune del meccanismo di voto del collegio elettorale previsto dalla versione originaria della Costituzione. L’elezione del presidente e quella del vicepresidente non erano separate, perché ogni grande elettore disponeva di due voti indistinti. Il candidato vicepresidente di una fazione poteva ricevere, magari col contributo della fazione avversaria, più voti del candidato presidente, e diventare presidente al suo posto. Per scongiurare questo rischio erano necessari accordi preventivi tra i grandi elettori, che però non erano facilmente pianificabili e potevano avere l’effetto di penalizzare un candidato alla presidenza.
Hamilton non vedeva Adams di buon occhio, e cercò di sfruttare questa falla nel sistema di voto per danneggiarlo. Si diede da fare per convincere più grandi elettori possibile a votare per Pinckney, il candidato vicepresidente dei federalisti, per farlo diventare presidente al posto di Adams. Gli elettori federalisti non seguirono il consiglio di Hamilton. Tuttavia, per essere sicuri di non dare a Pinckney abbastanza voti da eleggerlo presidente, non riuscirono nemmeno a dargliene abbastanza da eleggerlo vicepresidente. Fu così che Pinckney si classificò terzo con 59 voti e Jefferson divenne vicepresidente. L’elezione di Jefferson ebbe un impatto notevole sulla storia americana, perché preparò la prima alternanza al potere. Infatti, nei quattro anni successivi, Jefferson usò la sua posizione per attaccare le politiche di Adams, e questo lo aiutò a vincere le elezioni del 1800.
Nella prima fase storica, in particolare nel 1796 e nel 1800, i caucus congressuali erano semisegreti, e per questo furono presto oggetto di critiche. Nel 1796 un giornale antifederalista di Boston [4] denunciò “l’arroganza dei membri del Congresso che si riunivano in caucus elettivi per controllare i cittadini e i loro diritti costituzionali”. Si trova menzione del caucus federalista del 1800 in un giornale repubblicano locale, il Philadelphia Aurora, che attaccò quella riunione chiamandola una “conclave giacobina”.
Pages: 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 32 33 34 35 36 37 38 39 40 41 42 43 44 45 46 47 48 49 50 51 52 53 54 55 56 57 58 59 60 61 62 63 64 65 66 67 68 69 70 71 72 73 74 75 76 77 78 79 80 81 82 83 84 85 86 87 88 89 90 91 92 93 94 95 96 97 98 99 100 101 102 103 104 105 106 107 108 109 110 111 112 113 114 115 116 117 118 119 120 121 122 123 124 125 126 127 128 129 130 131 132 133 134 135 136
