Il primo esperimento della nuova era
Nel 1972 furono dunque applicate le nuove regole per la prima volta. Uno dei candidati alla nomina democratica fu lo stesso George McGovern. Altri candidati furono Edmund Muskie, il favorito dall’establishment del partito e Hubert Humphrey, ex vicepresidente e candidato democratico nella contestata convention del 1968. McGovern non godeva di grandi appoggi all’interno del partito. Una delle ragioni per cui la sua candidatura incontrò parecchia opposizione interna fu che la riforma voluta dalla commissione da lui guidata aveva prodotto un risentimento diffuso tra i leader del partito, perché li aveva condannati all’irrilevanza. McGovern non se ne curò, sapendo che le nuove regole garantivano la nomina al candidato che avrebbe vinto le primarie, e non era più necessario godere del favore dei boss. Non solo, ma l’apertura del processo di selezione dei candidati agli elettori amplificò l’attenzione dei media. A sua volta, il dibattito sui mezzi di comunicazione fece passare in secondo piano qualunque questione riguardante gli equilibri politici interni al partito. Anche questo facilitò la progressiva marginalizzazione dei boss.
La campagna di McGovern fu guidata da uno stratega molto capace, Gary Hart, che sarebbe stato candidato alla nomina 12 anni più tardi. Muskie vinse sia il caucus dell’Iowa [34] che le primarie del New Hampshire, con il 35,5% e il 46% dei voti, rispettivamente. Tuttavia, il risultato del New Hampshire fu assai inferiore alle aspettative, che erano alte perché Muskie proveniva da uno stato confinante, il Maine. Contro ogni previsione, invece, McGovern ottenne ottimi secondi posti, a pochi punti da Muskie, con il 23% e 37% in Iowa e New Hampshire, rispettivamente. Dopo i risultati del New Hampshire i media dipinsero Muskie come il vero perdente, e concentrarono tutta l’attenzione sulle ottime performance di McGovern. La sua campagna elettorale ne beneficiò notevolmente. McGovern prevalse in Wisconsin, Massachusetts, Nebraska, Oregon, Rhode Island, California, Nuovo Messico e Dakota del sud. In Pennsylvania, Indiana, Ohio e Virginia dell’ovest vinse Humphrey, il candidato nominato quattro anni prima. Le uniche altre primarie vinte da Muskie furono quelle dell’Illinois.
Nel computo del voto popolare totale, Humphrey prevalse col 36% dei voti, contro il 25% di McGovern. Tuttavia, McGovern vinse più delegati. Coll’entrata in vigore delle nuove regole, molte delegazioni furono contestate sulla base della conformità alle nuove norme, soprattutto in tema di rappresentanza femminile e delle minoranze. Anche la delegazione della California, in gran parte favorevole a McGovern, fu contestata. Inizialmente il comitato per la verifica delle credenziali tolse a McGovern 151 delegati californiani. Alla fine, però, la decisione fu ribaltata dall’assemblea a favore di McGovern. Molte altre contestazioni furono risolte senza ricorrere al voto della convention [35].
La composizione finale della convention fu di 3203 delegati, il 61% dei quali scelti con le primarie (erano stati soltanto il 38% nel 1968) [36], il 40% donne (13% nel 1968), il 21% giovani sotto i trent’anni (un misero 2,6% nel 1968) e il 15% neri (solo il 5,5% nel 1968). Corrispondentemente, la rappresentanza dei funzionari di partito si ridusse drasticamente: soltanto 30 deputati democratici alla Camera dei Rappresentanti su 255 parteciparono alla convention.
Vista l’impossibilità di contendere la vittoria a colui che nel frattempo era diventato il favorito, Humphrey e Muskie si ritirarono dalla competizione. McGovern ottenne la nomina alla prima votazione. Non fu fatto alcun tentativo per rendere la sua nomina unanime, ulteriore segno che alcuni leader del partito covavano rancore per colui che aveva voluto il nuovo sistema di regole. La prima nomina democratica della nuova era fu dunque assegnata unicamente sulla base della volontà popolare, nonostante l’opposizione dell’establishment del partito.
Le primarie repubblicane furono senza storia, con l’87% dei voti al presidente uscente Nixon, che si assicurò la nomina della convention alla prima votazione, ricevendo i voti di tutti i delegati tranne uno.
Nelle successive elezioni generali, molti leader democratici negarono sostegno finanziario a McGovern, anzi alcuni sostennero apertamente Nixon, come ritorsione per le nuove regole di selezione dei candidati volute da McGovern. Durante la campagna elettorale McGovern si trovò a corto di finanziamenti, contro le grandi disponibilità economiche del suo avversario. Sommando queste difficoltà alle attività di spionaggio e sabotaggio compiute dei repubblicani ai danni dei democratici, che sarebbero venute completamente alla luce solo qualche anno più tardi con lo scandalo Watergate, il risultato fu una vittoria schiacciante di Nixon. McGovern si dovette accontentare del Massachusetts e del Distretto di Columbia.
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