1920: le stanze piene di fumo
Nel 1920 entrò in vigore il diciannovesimo emendamento della Costituzione, che estese il suffragio alle donne. Si trattava di un’altra conquista progressista. In conseguenza, per la prima volta molti delegati alla convention repubblicana furono donne. La frattura del 1912 non era stata ancora completamente ricucita e il Partito Repubblicano era ancora dilaniato da lotte intestine. La nomina repubblicana andò a Warren G. Harding, un personaggio politico poco noto al grande pubblico, ma molto potente all’interno del partito. La storia di quella nomina rocambolesca merita di essere raccontata, perché ci illustra come si procede quando le decisioni sono prese all’interno di un gruppo ristretto di persone senza consultare gli elettori [26].
Harding si avvaleva della collaborazione di Harry M. Daugherty, un suo fedelissimo, abile manipolatore politico e lobbista. Daughtery si diede molto da fare per stringere buoni rapporti con i capi-partito locali, i quali controllavano la maggior parte dei delegati. Forte di quegli appoggi, con mesi di anticipo, Daugherty profetizzò: “Non mi aspetto che il senatore Harding ottenga la nomina alla prima, seconda o terza votazione, ma credo che possiamo permetterci di correre di rischio che undici minuti dopo le due del mattino di venerdì, alla convention, quando quindici o venti uomini siederanno attorno a un tavolo un po’ esauriti, qualcuno di loro dirà, `Chi nominiamo?’. In quel momento decisivo gli amici del senatore Harding potranno suggerire il suo nome e permettersi di stare al risultato.” [27]
Come quattro anni prima, anche nel 1920 la corsa alla nomina repubblicana non ebbe un vero favorito. Nelle primarie si misero in luce tre candidati principali. Vi corsero anche una dozzina di “favorite son”. Essi speravano che la convention piombasse in una situazione di stallo per mettere in atto le loro manovre. Uno di questi “favorite son” era proprio Harding. Corse in varie primarie, vinse nel suo stato natale, l’Ohio, con distacco relativamente piccolo sul secondo classificato, ma altrove ottenne soltanto risultati deludenti. Harding meditò di abbandonare la corsa alla nomina, ma fu incoraggiato dalla moglie e soprattutto da Daugherty a continuare.
Alla convention andò tutto come previsto da Daugherty. Le prime votazioni per la nomina andarono a vuoto, perché i candidati che erano risultati più forti nelle primarie si ostacolarono a vicenda. Le votazioni furono dunque aggiornate al giorno successivo. Daugherty cercò di approfittare dell’aggiornamento, confidando che, non appena i sostenitori dei suoi tre avversari si fossero convinti che non potevano vincere, stanchi e scoraggiati avrebbero accettato Harding come candidato di compromesso. A sbloccare la situazione fu un incontro tra i leader del partito che si tenne infatti il venerdì notte, l’11 giugno 1920, in una suite d’hotel. Si discussero varie possibilità, tra cui anche quella di candidare Harding. La riunione si chiuse senza il raggiungimento di un vero accordo, ma di fatto favorì la svolta. Sulla base di quello scambio di idee, il sabato mattina le votazioni proseguirono e i consensi per Harding aumentarono progressivamente, finché alla decima votazione Harding arrivò alla maggioranza assoluta, e ottenne dunque la nomina.
Nacque in quei frangenti la leggenda delle “stanze piene di fumo”, in cui pochi leader di partito e uomini influenti, i “boss”, tramavano e gestivano il potere. La forza di un boss era misurata dal numero di delegati da lui “controllati”, cioè il numero di delegati a lui fedeli, disposti a seguire ogni suo comando. I boss si incontravano per trattare, dando e ricevendo appoggio dagli altri boss, finché non trovavano un accordo di equilibrio, un compromesso che accontentasse tutti, o scontentasse meno persone possibile. L’incontro notturno che sbloccò la situazione a vantaggio di Harding divenne oggetto di numerose speculazioni e voci, non tutte fondate.
Harding fu comunque un candidato di tutto rispetto e vinse le elezioni generali senza alcuna difficoltà contro l’avversario democratico. Nella vicenda della sua nomina, ciò che più colpì non fu tanto la nomina in sé, ma le modalità con cui vi si arrivò, che segnarono un’epoca. Sicuramente, quella nomina fu anche dovuta alla fortuna e alla situazione particolare, oltre che all’abilità di Daugherty. Tuttavia, la vicenda dimostra che nella fase storica che stiamo considerando il processo di nomina era ancora molto lontano da quello sognato dai progressisti. Non era in grado di scongiurare eventualità come quella che abbiamo descritto. A otto anni dalla grande contesa tra Roosevelt e Taft, che aveva segnato la nascita delle primarie presidenziali, il partito che più aveva contribuito al movimento progressista e all’adozione delle primarie negli Stati Uniti si rendeva responsabile del più inaspettato ritorno alle pratiche precedenti.
Nemmeno la convention democratica del 1920 ebbe un favorito. Il presidente uscente Wilson non si ricandidò per motivi di salute, e non diede il suo appoggio ad alcun candidato. Quasi un terzo dei delegati democratici selezionati mediante le primarie non erano impegnati a sostenere alcun candidato alla nomina. Le primarie democratiche non ebbero alcun vincitore, e al primo posto si classificò ancora l’insieme dei delegati non-impegnati, col 29% del voto popolare. Alla convention democratica si votò a ripetizione, finché alla 44esima votazione James M. Cox (che aveva ricevuto solo il 15% dei voti alle primarie) sfiorò di poco il numero di voti necessario per ottenere la nomina. A quel punto, constatata la vittoria imminente di Cox, la convention approvò una mozione che dichiarava Cox vincitore all’unanimità.
Alle elezioni generali Harding stravinse su Cox, che prevalse soltanto nel solido sud.
Pages: 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 32 33 34 35 36 37 38 39 40 41 42 43 44 45 46 47 48 49 50 51 52 53 54 55 56 57 58 59 60 61 62 63 64 65 66 67 68 69 70 71 72 73 74 75 76 77 78 79 80 81 82 83 84 85 86 87 88 89 90 91 92 93 94 95 96 97 98 99 100 101 102 103 104 105 106 107 108 109 110 111 112 113 114 115 116 117 118 119 120 121 122 123 124 125 126 127 128 129 130 131 132 133 134 135 136