Il partito populista

In reazione alle difficoltà economiche e al progressivo impoverimento di ampie fasce della popolazione, nell’ultima decade del diciannovesimo secolo si diffuse negli Stati Uniti il “populismo”, un movimento che raccolse le proteste delle zone rurali del paese. Nel 1891 i populisti si organizzarono nel “partito del popolo” (People’s Party), che ebbe un discreto successo nelle elezioni del 1892 e 1894.

Il “platform” approvato dalla convention nazionale populista del 1892 fu molto importante, perché conteneva proposte di riforme avanzate e lungimiranti, come il voto segreto, l’elezione diretta dei senatori, il ricorso popolare (recall), il referendum, la legge di iniziativa popolare, la tassa progressiva sul reddito, la giornata di lavoro di otto ore. Non solo: il partito populista si battè anche per la rappresentanza politica femminile e delle minoranze etniche. In sostanza, i populisti furono i primi a capire che in quella situazione non bastava risolvere i problemi contingenti, ma occorreva anche affrontare questioni più profonde.

Il “recall” è la “mozione di sfiducia popolare”. Si tratta di una consultazione con la quale il popolo decide se un rappresentante eletto deve essere rimosso o rimanere in carica. L’elettore può anche votare l’eventuale successore. L’elezione è indetta qualora un numero sufficiente di elettori la richieda. Il “recall” recente più famoso fu quello che ebbe luogo in California nel 2003, grazie il quale il governatore in carica Gray Davis fu rimosso e sostituito con Arnold Schwartzenegger. Il numero di firme raccolte per indire il “recall” fu poco meno di un milione, pari al 12% dei votanti nelle elezioni governatoriali precedenti.

La convention populista del 1892 nominò James B. Weaver candidato alla presidenza. Alle elezioni i populisti raccolsero più di un milione di voti, pari all’8,5%, e vinsero in cinque stati, riportando successi notevoli soprattutto nell’ovest e nel sud del paese. Alle elezioni di medio termine del 1894 arrivarono a 1,5 milioni di voti.

Il partito populista ebbe l’effetto involontario di stimolare i partiti maggiori e risvegliarli dal loro torpore. I democratici furono i primi a recepire le proposte populiste menzionate sopra. Successivamente, anche la corrente progressista del Partito Repubblicano le fece sue. La conseguenza più importante fu che tutte quelle proposte furono realizzate nei decenni successivi, assieme ad altre importanti riforme di stampo populista, introdotte dai progressisti, tra cui le primarie dirette.

D’altro canto, al partito populista venne gradualmente meno il motivo di esistere. Molti leader populisti entrarono nel Partito Democratico, per continuare là le loro battaglie, e così il partito populista sparì velocemente. Si presentò alle elezioni fino al 1908, ma non riuscì mai più a raccogliere un consenso superiore all’1% del voto popolare.

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