Le delegazioni alle convention nazionali

Nel periodo storico che stiamo considerando ciascuno stato poteva inviare alle convention nazionali democratiche tipicamente un numero di delegati proporzionale al numero dei suoi grandi elettori, che, almeno per gli stati popolosi, è all’incirca proporzionale alla popolazione dello stato. I territori, cioè le zone dell’Unione non ancora riconosciute come stati, non hanno diritto a grandi elettori e quindi non partecipano alle elezioni presidenziali. Colle regole delle prime convention, i territori non avevano nemmeno diritto ad inviare delegati alle convention nazionali. Un discorso simile si applica al Distretto di Columbia, che è il distretto della capitale Washington. Fino alla ratifica del 23esimo emendamento della Costituzione, che avvenne nel 1961, anche il Distretto di Columbia non aveva diritto a grandi elettori presidenziali e quindi non era rappresentato nelle prime convention nazionali democratiche. I repubblicani furono i primi a differenziare la composizione della convention nazionale da quella del collegio elettorale. Essi concessero ai territori e al Distretto di Columbia di partecipare, con proprie delegazioni, già alla prima convention nazionale del partito, nel 1856. In alcuni territori, infatti, i sostenitori repubblicani erano molto più numerosi che in molti stati del sud, dove prima della ricostruzione il partito era quasi inesistente. Per i repubblicani aveva più senso ammettere delegazioni in rappresentanza dei territori, che delegazioni dagli stati del sud. I democratici assegnarono delegazioni ai territori e al Distretto di Columbia soltanto a partire dal 1884.

Nella prima convention nazionale repubblicana ciascuno stato aveva diritto a un numero di delegati pari al triplo dei suoi grandi elettori. Questo numero si ridusse al doppio dei grandi elettori dalla convention del 1860 in poi. I delegati democratici continuarono ad essere il doppio dei grandi elettori, come erano dal 1852. Per le quattro decadi successive, fino al 1912, le convention nazionali dei partiti maggiori furono composte dello stesso numero di delegati statali, ma differivano per il numero di delegati assegnati ai territori.

Altri problemi riguardanti l’assegnazione dei delegati agli stati e ai territori sarebbero affiorati solo successivamente. Attribuendo agli stati un numero di delegati proporzionale al numero dei grandi elettori non veniva fatta alcuna distinzione tra gli stati in cui il partito era forte e gli stati in cui il partito era debole. Quando il Partito Repubblicano tornò debole negli stati ex-confederati, i pochi elettori repubblicani di quegli stati furono notevolmente sovrarappresentati rispetto agli elettori degli altri stati. Questo problema di rappresentanza sbilanciata non fu affrontato prima del 1912, quando ebbe un impatto determinante sulla convention nazionale repubblicana e favorì la scissione del partito.

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