Il declino del caucus congressuale

La mancanza di una vera opposizione non fu di giovamento ai repubblicani, che, anzi, si ritrovarono presto lacerati dalle divisioni interne. Esse affiorarono prepotentemente nelle elezioni presidenziali del 1824, che segnarono anche la fine del caucus congressuale. I principali candidati alla presidenza furono Andrew Jackson, William H. Crawford, Henry Clay e John Q. Adams. Un quinto candidato, John Calhoun, all’inizio sembrava intenzionato a correre per la presidenza, ma alla fine si accontentò della vicepresidenza.

Crawford era favorito dei membri repubblicani al Congresso, quindi tutti sapevano che il caucus congressuale avrebbe nominato lui, come infatti avvenne nel febbraio del 1824. Tuttavia, i rivali di Crawford, conoscendo in anticipo il risultato scontato, boicottarono il caucus e cominciarono fin dal 1823 a fare propaganda indipendente per sostenere le proprie candidature. Allo stesso tempo, attaccarono pubblicamente il caucus, con veemenza e in ogni occasione. Sostenevano che il caucus rifletteva soltanto la posizione di un convivio di pochi uomini politici, e non poteva quindi rappresentare l’intera nazione, dicevano che quella pratica era contraria allo spirito della Costituzione, favoriva intrighi e macchinazioni e tendeva alla corruzione. Alla fine al caucus repubblicano partecipò soltanto un quarto dei rappresentanti e senatori convocati. I rivali di Crawford si rifiutarono di riconoscere la sua nomina.

Il risentimento popolare contro il caucus si diffuse in tutta la nazione. Vari parlamenti statali approvarono risoluzioni contro il caucus congressuale. I caucus repubblicani dei parlamenti statali cominciarono a prendere posizione a favore di questo o quel candidato. Clay fu nominato dai caucus di 5 stati, Calhoun e Jackson da uno stato a testa, mentre Adams da molti stati del New England. I sostenitori dei candidati si radunanono in assemblee pubbliche spontanee e convention popolari in tutto il paese, per formalizzare investiture popolari al candidato preferito.

Poco prima delle elezioni, Calhoun rinunciò a correre per la presidenza e decise di appoggiare Jackson. Alle elezioni Andrew Jackson si classificò primo, John Q. Adams secondo, William H. Crawford terzo e Henry Clay quarto, per numero di grandi elettori. Tuttavia, nessuno di loro ottenne la maggioranza assoluta. Secondo la Costituzione, in casi come questo l’elezione del presidente deve passare alla Camera dei Rappresentanti, che decide tra i primi tre classificati. I rappresentanti non votano singolarmente, ma per delegazioni statali, e ogni delegazione può esprimere un voto. Vince il candidato che ottiene la maggioranza assoluta.

Nel 1824 la Camera era presieduta da Henry Clay, che appoggiò Adams, il quale fu eletto presidente al primo scrutinio con un margine esiguo, mentre Calhoun ottenne facilmente la vicepresidenza. Poco dopo Adams nominò Clay segretario di stato. Jackson non riconobbe il risultato della votazione e accusò Adams e Clay di avere stretto un patto segreto, la presidenza all’uno in cambio della segreteria di stato all’altro. Jackson diede inizio ad una veemente campagna elettorale lunga quattro anni contro Adams. Fu la fine del partito repubblicano.

Con le elezioni del 1824 il caucus congressuale fu definitivamente superato. Non vi furono più dubbi sulla sua scarsa rappresentatività, anche perché il candidato nominato con quel sistema, Crawford, si era classificato soltanto terzo alle elezioni, e alla fine era stato sconfitto. Si erano cioè fatti strada sistemi di nomina alternativi, che, per quanto confusi, si erano rivelati più efficaci.

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