Sistemi elettorali per le primarie
Per rendere la sequenzializzazione ancora più efficace si possono adottare accorgimenti di vario tipo, per esempio stabilire in maniera oculata i sistemi elettorali usati per assegnare i delegati nei vari turni della sequenza. Si potranno usare: il sistema proporzionale con sbarramento, il sistema proporzionale con premio di maggioranza, il sistema del vincitore-piglia-tutto. Il sistema proporzionale puro è sconsigliato, anzi la soglia di sbarramento dovrebbe essere abbastanza alta, in modo da rendere inefficaci eventuali tentativi di “sabotaggio” da parte di partiti avversari ed evitare la dispersione dei delegati.
Occorre infatti tenere presente che il candidato nominato dovrà conquistare la maggioranza assoluta dei delegati, altrimenti la nomina passerà, non solo formalmente, nelle mani della convention. Pertanto è conveniente adottare un sistema che permetta al candidato più forte di raggiungere quel risultato durante la stagione delle primarie, amplificando gradualmente il suo consenso e il numero di delegati raccolti, per ridurre la votazione finale della convention ad una mera formalità. In questo modo l’investitura popolare sarà forte, chiara e indiscussa. Allo stesso tempo, si può e deve raggiungere questo risultato con adeguata gradualità, senza accelerare il processo verso una conclusione affrettata e senza mai escludere nessuno, evitando le artificiosità dei sistemi con ballottaggio. I candidati in difficoltà decideranno autonomamente se e quando ritirarsi.
I sistemi elettorali devono essere studiati per diluire la competizione il più possibile, almeno nella fase iniziale. Abbiamo già sottolineato le virtù della diluizione, senza la quale il criterio della cassiera non potrebbe essere soddisfatto. Sistemi elettorali sbagliati, tuttavia, potrebbero rendere il meccanismo inefficace. Per esempio, imparando dalle esperienze recenti (del 2008 e 2012) dei repubblicani americani, sappiamo che il sistema del vincitore-piglia-tutto, se adottato nei turni iniziali della sequenza, può di fatto stendere al tappeto tutti i candidati tranne i vincitori, e costringerli alla resa anticipata, negando loro quel diritto ad una competizione equilibrata e quelle effettive possibilità di vittoria che il sistema si propone invece di garantire. Il sistema del vincitore-piglia-tutto può essere adottato nelle fasi finali della sequenza, perché permette di amplificare i risultati dei candidati emersi già da tempo come candidati forti, ridurre la frammentazione ed elevare il candidato più forte di tutti oltre la soglia della maggioranza assoluta. Nelle fasi iniziali è opportuno scegliere il metodo proporzionale con sbarramento.
Per ragioni simili, è conveniente cominciare da porzioni di territorio relativamente piccole, dove i candidati non famosi e non ricchi potranno fare campagna elettorale più agilmente, e lasciare le porzioni più grandi, o le concentrazioni più grandi di porzioni, alle fasi centrale e finale della stagione delle primarie.
Occorre in sostanza dotare la sequenza delle primarie di un movimento “in crescendo”, sia per quanto riguarda i sistemi elettorali usati per l’assegnazione dei delegati, sia per quanto riguarda la grandezza delle porzioni di territorio interessate dal voto in ciascuna tappa. Il crescendo dei sistemi elettorali potrebbe essere il seguente: nella prima metà della stagione di primarie si adotta il sistema proporzionale con sbarramento, e si fa gradualmente crescere lo sbarramento dal 10% al 20%; nella seconda metà della stagione di primarie si adotta prima il sistema proporzionale con sbarramento al 20% e un consistente premio di maggioranza (per esempio, il 60% dei delegati al primo classificato) e poi il sistema del “vincitore-piglia-tutto”.
La sequenza potrebbe essere decisa con le sequenti linee-guida. Dopo aver diviso il territorio nelle porzioni desiderate (per esempio, le regioni, nel caso delle primarie per la nomina del candidato premier) si organizza la lista di quelle porzioni in tre sottoliste, contenenti le porzioni di dimensione piccola, media e grande, dove la dimensione si riferisce al numero di elettori votanti. Poi si assegnano le prime tre primarie della sequenza a porzioni di dimensioni piccole, scelte con un meccanismo casuale, le due primarie successive a porzioni medie, sempre scelte casualmente, e tutte le primarie successive alle porzioni rimanenti, senza distinzioni, eventualmente accorpando alcune porzioni per equilibrare un po’ il numero di votanti coinvolti nelle varie tornate. Ad ogni appuntamento elettorale si ripeterebbero le estrazioni per la determinazione della sequenza, in modo da non creare situazioni di privilegio.
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