Il dominio repubblicano
Dopo la vittoria del 1800 i repubblicani dominarono la politica degli Stati Uniti fino al 1824, guidando il paese per 7 mandati consecutivi, con Jefferson, Madison, James Monroe e John Quincy Adams. In quel periodo usarono sempre il sistema del caucus congressuale per nominare i candidati alla presidenza e alla vicepresidenza. Mentre i repubblicani crescevano, i federalisti cominciarono rapidamente a declinare. Nel 1804 non vi fu alcuna riunione formale di membri federalisti al Congresso per nominare i candidati, i quali furono selezionati informalmente, con metodi di cui non sono noti i dettagli. Nel 1808 e nel 1812, quando i federalisti registrarono un effimero ritorno di consenso, designarono i candidati con assemblee segrete di leader federalisti provenienti da vari stati dell’Unione. Quello del 1812 fu l’ultimo caucus federalista che designò un candidato alla presidenza. Nel 1816 non vi furono nemmeno candidati federalisti alla presidenza. Verso la metà degli anni 1820 il partito scomparve anche a livello locale.
I repubblicani diventarono così dominatori incontrastati della scena politica, e gli Stati Uniti conobbero un breve periodo di monopartitismo di fatto, tanto che nel 1820 Monroe fu confermato presidente quasi all’unanimità (gli venne a mancare un solo grande elettore).
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