Oggi, in molti stati gli elettori dei partiti selezionano i candidati alla maggior parte delle cariche pubbliche, locali e nazionali, con il sistema delle primarie: dai candidati alla presidenza ai grandi elettori; dai delegati alla convention nazionale ai rappresentanti e senatori al Congresso; dai rappresentanti e senatori al parlamento statale, al governatore dello stato; dal segretario di stato al ministro del tesoro dello stato; dal sindaco ai giudici, ai procuratori, allo sceriffo; dai funzionari comunali ai soprintendenti.
Le elezioni primarie sono quasi ovunque regolate da leggi statali. Esiste ormai una giurisprudenza consolidata in materia. Occorre ricordare, però, che, come ribadito più volte dalla Corte Suprema, è facoltà dei partiti decidere se avvalersi o meno delle leggi statali per il processo di selezione dei propri delegati e candidati. I partiti che optano per questa scelta hanno il vantaggio di non doverne sostenere i costi, che ricadono sui contribuenti. Se la legge è incompatibile con le regole del partito, o in qualunque altra situazione lo reputi necessario, il partito può procedere ad organizzare primarie autogestite, accollandosene le spese.
In alcuni casi la stessa parola “primarie” è usata come sinonimo di “elezioni”. Molti funzionari comunali e giudici, e in alcuni casi sindaci e deputati statali, sono eletti in elezioni apartitiche (non-partisan primaries). Se un candidato vince questo tipo di primarie con la maggioranza assoluta, è eletto automaticamente alla carica pubblica. Altrimenti i due candidati che ottengono i migliori piazzamenti alle primarie corrono nelle elezioni generali. In questo caso, la parola “primarie” è usata, a tutti gli effetti pratici, per indicare il primo turno di quelle che noi chiameremmo “elezioni con ballottaggio”.
La Camera dei Rappresentanti ha 435 membri, che rimangono in carica per due anni. A ciascuno stato spetta un numero di rappresentanti proporzionale alla sua popolazione, ma ogni stato ha diritto ad almeno un rappresentante. I senatori sono 100, due per ogni stato, e rimangono in carica per sei anni. Ogni due anni la Camera dei Rappresentanti è rinnovata per intero e il Senato per un terzo. Le elezioni per il rinnovo del Congresso sono tenute il primo martedì dopo il primo lunedì di novembre (cioè il martedì della settimana compresa tra il 2/11 e l’8/11) degli anni pari, giorno noto come election day (“giorno delle elezioni”). Date speciali per eventuali elezioni suppletive sono decise caso per caso. Ogni quattro anni all’“election day” sono abbinate le elezioni presidenziali, che designano i grandi elettori presidenziali. Il numero di grandi elettori di uno stato è uguale al numero dei rappresentanti e senatori al Congresso. Ai grandi elettori statali vanno aggiunti 3 grandi elettori riservati al Distretto di Columbia. In totale i grandi elettori sono dunque 538 = 435 (deputati) + 100 (senatori) + 3 (Distretto di Columbia).
Le cariche pubbliche hanno durata certa. Solitamente, i nuovi eletti entrano in carica ai primi di gennaio dell’anno successivo alla loro elezione. Le cariche sono rinnovate, con un’unica tornata elettorale, nell’“election day” dell’anno precedente. Ciascuna carica dura un numero pari di anni, per cui è sufficiente chiamare gli elettori alle urne una volta ogni due anni. Generalmente, si vota negli anni pari, ma alcuni stati tengono elezioni locali negli anni dispari. Un’unica scheda elettorale accorpa tutte le elezioni per le cariche locali da rinnovare, ed eventualmente anche le elezioni presidenziali e quelle per i rappresentanti e i senatori al Congresso.
Le elezioni primarie per il rinnovo delle cariche locali sono tenute ogni due anni, in un’unica tornata, alcuni mesi prima delle rispettive elezioni generali, tipicamente nei mesi compresi tra maggio e settembre. Ciascuno stato fissa le date delle primarie autonomamente. A parte rare eccezioni, anche le primarie sono tenute di martedì. Le schede elettorali delle primarie sono del tutto simili a quelle delle elezioni generali. Ogni quattro anni si svolgono le primarie presidenziali, accorpate alle primarie locali o meno. In alcuni casi si vota per le primarie presidenziali e per le primarie locali sulla stessa scheda elettorale. Le date e modalità dei caucus locali sono fissate con criteri analoghi.
Le primarie presidenziali non eleggono direttamente il candidato alla presidenza. Esse sono un passaggio del processo di selezione dei delegati alla convention nazionale. Determinano il numero di delegati giurati impegnati a ciascun candidato alla nomina. I candidati delegati dichiarano con anticipo quale candidato alla nomina intendono votare alla convention. Alle volte le primarie determinano anche i nominativi dei delegati giurati, mentre più spesso questo compito è assolto col sistema caucus-convention. I delegati alla convention nazionale, a loro volta, nominano il candidato alla presidenza e il candidato alla vicepresidenza, con votazione a maggioranza assoluta. Di solito il candidato vicepresidente è nominato su indicazione del candidato presidente. Inoltre, il delegati governano il partito nazionale, ne stabiliscono le regole e il programma politico-elettorale.
A livello locale, i candidati alle elezioni sono selezionati mediante primarie dirette, a maggioranza relativa o assoluta, mentre il partito è organizzato col sistema caucus-convention, fatto di raduni di massa, convention di contea, convention di distretto e convention statale. Ai vari livelli gli elettori, o i loro delegati, si riuniscono per discutere i temi politici, elaborare il programma, sbrigare gli affari del partito, selezionare i delegati al livello successivo.
La convention statale può essere annuale o biennale. Negli anni pari elabora il programma elettorale del partito statale, ed eventualmente completa l’elezione dei delegati alla convention nazionale impegnati ai candidati alla nomina. Negli anni dispari si occupa di altre questioni organizzative del partito.
La convention nazionale e le primarie presidenziali sono strettamente correlate tra loro: l’elettore conosce in anticipo i candidati alla nomina preferiti dai candidati delegati e vota anche in base a questa informazione. Quasi sempre questo sistema permette agli elettori di designare il candidato alla presidenza in modo diretto. In modo indiretto, cioè mediante i delegati inviati alla convention, gli elettori possono governare il partito e scrivere il programma elettorale. La correlazione tra le primarie e la convention garantisce che le decisioni della convention, tra cui appunto il programma elettorale, siano coerenti con le posizioni del candidato alla presidenza. Si tratta dell’unico esempio di correlazione tra primarie e convention negli Stati Uniti.
Fatta eccezione per i candidati alla presidenza e alla vicepresidenza, tutti gli altri candidati alle cariche pubbliche (compresi i rappresentanti e i senatori al Congresso) sono eletti direttamente mediante le primarie. Esse sono solitamente a maggioranza relativa, ma in alcuni stati, soprattutto nel sud, sono a maggioranza assoluta, prevedendo allo scopo un eventuale turno di ballottaggio. In altri casi se il vincitore non supera una soglia minima di voti la nomina passa alla convention del partito. Le primarie per il governatore, i rappresentanti e i senatori al Congresso e ai parlamenti statali, i giudici, i funzionari pubblici, eccetera, non sono abbinate all’elezione dei delegati ad alcuna convention. Le convention locali non votano la nomina dei candidati alle cariche monocratiche locali e non sono composte da delegati impegnati a sostenere quei candidati.
I partiti minori scelgono le candidature con i metodi più diversi. Alcuni usano le primarie altri no.