Il sistema dei partiti governati dagli elettori

Damiano Anselmi

La convention dei delegati

 

La carta delle regole del Partito Democratico [69], approvata dalla convenzion nazionale, definisce la convention nazionale “l’autorità più alta del partito”. In pratica, la convention nazionale è il governo popolare del partito nazionale. Allo stesso modo, ciascuna convention locale è il governo popolare del partito locale. Le definizioni appena date valgono anche per il Partito Repubblicano, anche se le regole di quel partito [70] non si soffermano a dare una definizione precisa della convention.

Non esistono limiti ai poteri della convention, che regola il partito, si autoregola e si autorinnova. La convention nazionale nomina i candidati alla presidenza e alla vicepresidenza, stabilisce ed emenda le regole del partito (a livello nazionale), discute ed approva il programma politico ed elettorale, dirime le controversie, cura gli affari del partito nazionale, e in ultima analisi delibera su qualunque questione lo ritenga opportuno. Partecipano alla convention nazionale le delegazioni che rappresentano gli stati e i territori dell’Unione, per un totale di qualche migliaio di delegati, eletti con le primarie o i caucus. La convention si riunisce una sola volta per quattro giorni consecutivi, ogni quattro anni, alcuni mesi prima delle elezioni presidenziali, e poi si aggiorna. È coadiuvata dai comitati permanenti, sulle credenziali, le regole e il programma, costituiti da membri della convention stessa, eletti dalle delegazioni statali e territoriali con dovuto anticipo. I comitati permanenti si riuniscono preliminarmente per raccogliere e ordinare le proposte sulle varie materie, studiare le questioni e raccomandare soluzioni. I rapporti contenenti i risultati delle loro indagini sono comunque sottoposti al giudizio della convention e costituiscono in genere la base di partenza dei suoi lavori.

Le decisioni della convention valgono fino alla convention successiva. Tra le altre cose, la convention determina le regole del processo di selezione dei delegati alla convention successiva. Tra una convention e l’altra gli affari del partito sono curati dal comitato nazionale, coadiuvato da un comitato esecutivo. Il comitato nazionale è eletto dalla convention nazionale, prima di aggiornarsi, e deve limitarsi ad attuare le disposizioni della convention. Il comitato esecutivo è eletto dal comitato nazionale, e deve limitarsi ad attuare le disposizioni del comitato nazionale e della convention.

L’organizzazione della convention è curata dal comitato nazionale del partito eletto dalla convention precedente. In caso di controversie sulle regole, sorte tra una convention e l’altra, il comitato nazionale delibera temporaneamente su come dirimerle, in attesa che la convention successiva si riunisca, esamini le questioni e decida in modo definitivo su come risolverle.

La convention può istituire commissioni speciali incaricate di elaborare proposte di riforme da sottoporre all’approvazione del comitato nazionale prima e della convention successiva poi. Esempi di tali commissioni furono la commissione McGovern-Fraser e le altre commissioni riformatrici che la seguirono.

 

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