Tutti i candidati alle cariche pubbliche devono essere eletti con il sistema PSC e ciò deve avvenire in ciascun caso con processi indipendenti e separati, quindi coinvolgendo distinte selezioni di delegati e distinte convention. Se si eleggessero col metodo PSC soltanto i candidati alle cariche monocratiche si aprirebbe la strada alla formazione di un “establishment”, di un apparato. Qualcuno si arrogherebbe i diritto di colmare la lacuna in modo improprio, per esempio scegliendo gli altri candidati senza consultare gli elettori, oppure consultandoli parzialmente o con metodi che rendano la loro volontà non determinante, oppure imponendo “rose” ristrette o filtri a priori, e consultando gli elettori in maniera sì determinante, ma unicamente per scegliere i candidati tra gli appartenenti alla rosa prestabilita. Di fatto, quest’ultima l’eventualità è anche quella che si verifica quando le primarie non sono sequenziali, ma del tipo “o la va o la spacca”, perché in quel caso soltanto pochi candidati già noti o straricchi hanno effettive possibilità di vittoria.
Un altro motivo per cui è necessario usare il sistema PSC per ogni candidatura è che questo permette di legare i rappresentanti eletti al territorio, ed identificare in modo chiaro e univoco quali elettori sono chiamati a rappresentare, in modo tale che quegli elettori possano giudicarli durante il mandato e far valere il giudizio maturato su di loro alle primarie successive, quando eventualmente i rappresentanti eletti si proporranno per la ricandidatura. In definitiva, il sistema PSC universale è il sistema che garantisce una costante ed efficace sorveglianza degli elettori sul partito e sulle attività di candidati ed eletti, perché soltanto se gli elettori stanno costantemente col fiato sul collo dei rappresentanti eletti questi ultimi sono costretti a ricordarsi di coloro a cui devono la loro elezione.