Immaginate ora che invece di chiedere il miracolo o l’impossibile, cioè un salto acrobatico dai piedi della montagna alla cima in un sol colpo, si venga incontro ai candidati predisponendo un percorso diluito e graduale, una gradinata per salire in cima girando intorno alla montagna, riducendo al massimo la pendenza di ogni gradino. Certamente, chi è già in cima conserverà ancora un vantaggio, ma quel vantaggio non sarà più determinante. La sequenzializzazione delle primarie riduce il divario tra chi è avvantaggiato e chi non lo è, fino ad impedire che il vantaggio diventi di fatto privilegio.
Per essere concreti, consideriamo ancora le primarie per la scelta del candidato premier. Invece che votare in tutta Italia nello stesso giorno, si stabilisce per esempio di cominciare dal Molise, l’“Iowa italiano”. La cassiera sconosciuta potrà candidarsi per tempo alle primarie del Molise, farsi qualche viaggio per la regione, tenere qualche comizio. Se ha effettivamente le capacità di cui parlavamo, la gente comincerà a darle retta e a contribuire alla sua causa con donazioni spontanee. La cassiera scoprirà, con sua sorpresa, che gli elettori sono estremamente generosi quando vedono in faccia a chi danno i loro soldi, e sanno come quei soldi verranno spesi. Invece, sono molto più restii a darli a gruppi di persone indistinti, perché ciò equivale a perderne traccia il minuto successivo. La cassiera avrà così cominciato a risolvere il suo primo problema: la raccolta dei finanziamenti.
Viene il momento delle primarie del Molise. Probabilmente, della cassiera sconosciuta non ha ancora parlato nessuno, tranne gli elettori che sono andati ai suoi comizi. Supponete che la cassiera non vinca le primarie del Molise, ma si “piazzi bene” nella graduatoria finale. Da quel momento più persone si accorgeranno di lei e i mezzi di comunicazione cominceranno ad intervistarla. Avrà così posto le basi per risolvere il secondo problema, la mancanza di notorietà, riducendo le distanze dagli avversari già noti.
Una settimana dopo si voterà, supponiamo, in Abruzzo. Come potete immaginare, sarà già tutta un’altra storia. Nella settimana di campagna elettorale che intercorre tra le primarie del Molise a quelle dell’Abruzzo i giornali richiederanno interviste a quella cassiera, e le donazioni cominceranno a fluire più cospicue. La cassiera avrà così una concreta possibilità di ottenere un risultato migliore nelle primarie dell’Abruzzo, se non vincerle addirittura. Supponiamo che si classifichi tra i primi tre. Il gap di notorietà tra lei e i candidati già famosi sarà definitivamente annullato, in soli due passaggi. Da quel momento in poi la candidata fino a poco prima sconosciuta avrà le stesse possibilità di vittoria di qualunque candidato che partiva da una posizione di notorietà già acclarata. La sequenzializzazione permette dunque di ridurre il vantaggio di chi è già noto o ricco al punto da renderlo non-determinante.
Riepiloghiamo. Le primarie sequenziali per la scelta del candidato premier si svolgono chiamando gli elettori di ogni regione a votare in una data diversa, a una settimana di distanza gli uni dagli altri, cominciando dagli elettori delle regioni meno estese, dunque più facilmente percorribili anche da parte di candidati che non hanno in partenza grandi disponibilità finanziarie. Gli elettori delle primarie scelgono il candidato premier votando per i delegati regionali alla convention nazionale abbinati a quel candidato premier. La sequenza di primarie regionali è determinata dalle regole del partito, stabilite dalla convention precedente. In principio, ogni regione può decidere di far votare i suoi elettori quando vuole e col sistema elettorale che preferisce, ma le regole nazionali possono stabilire dei vincoli da rispettare, come per esempio la posizione della regione nella sequenza, delle relazioni tra la posizione nella sequenza, le dimensioni della regione e il sistema elettorale usato (vedi soto), delle soglie di sbarramento, e sicuramente un’ampia finestra temporale entro cui le primarie si devono svolgere comunque.
Nell’esempio appena fatto le primarie per la scelta del candidato premier erano sequenzializzate su base regionale. Si potrebbe decidere di sequenzializzarle in modo diverso, per gruppi di province e comuni o frazioni di regione, o ancora gruppi di regioni. Tuttavia, qualunque sia il frazionamento del territorio interessato che sta alla base della sequenza, il metodo deve essere sempre guidato dal principio enunciato sopra: se permette alla cassiera di un supermercato di candidarsi con effettive possibilità di vittoria, posto che abbia le qualità, le idee e i programmi graditi agli elettori, allora è un buon metodo. In tutti gli altri casi è da considerarsi un inganno, pensato per favorire alcuni ai danni di altri, per creare situazioni di effettivo privilegio. Esempi di sistemi elettorali e ordinamenti della sequenza che facilitano ancor di più il raggiungimento dell’obiettivo sono discussi più sotto.
Il sistema PSC soddisfa il criterio della cassiera, e per questo deve essere impiegato a tutti i livelli. Tuttavia, un partito aperto è anche un partito dinamico, per cui non avremo mai la garanzia assoluta che in qualche fase successiva o in qualche situazione particolare non possa intraprendere un percorso involutivo che lo porti progressivamente a chiudersi, per esempio dotandosi di metodi inadeguati che non soddisfano il criterio della cassiera. Ciò in cui si può comunque confidare è l’irreversibilità del sistema dei partiti governati dagli elettori in quanto sistema. I singoli partiti U e C che lo compongono in un contesto particolare, invece, possono ben evolvere, o anche degenerare ed essere rimpiazzati da altri. Un partito aperto che si chiude perderà progressivamente elettori e sarà via via scalzato da un nuovo partito aperto, nato spontaneamente nel frattempo, che ne prenderà il posto.
Per la nomina del candidato a qualunque carica pubblica si procederà in modo simile, frazionando il territorio interessato in base al “criterio della cassiera” e sequenzializzando le primarie in base a quel frazionamento. Per esempio, per la nomina del candidato sindaco di un comune si può usare il frazionamento in circoscrizioni, o gruppi o frazioni di esse. Per la nomina del candidato senatore, o deputato, si procederà frazionando il collegio corrispondente, e così via per tutte le cariche, comprese quelle non monocratiche (consiglieri comunali, provinciali, eccetera), così come per decidere l’ordine con cui i candidati vengono messi in lista nei collegi multinominali. Su questo argomento daremo maggiori dettagli in seguito.
La sequenzializzazione permette anche di rimediare al problema che si pone quando più candidati della stessa area politica si candidano alle primarie per la stessa carica pubblica. Sottraendosi voti a vicenda, di fatto penalizzano la stessa area politica che vorrebbero promuovere. Questo problema può essere serio solo nelle primarie “o la va o la spacca”, quelle in cui si vota contemporaneamente in tutto il territorio, e nei partiti dotati di apparato. In quei casi, con pretesti del tipo “ridurre la dispersione di voti” e “rafforzare il partito”, l’apparato può cercare di interferire facendo pressione su alcuni candidati affinché rinuncino a correre, per avvantaggiare altri candidati. Se hanno successo, queste interferenze privano gli elettori di effettive possibilità di scelta, quindi sottraggono loro libertà e potere. Non c’è alcuna garanzia che la scrematura risultante da questo tipo di manovre indebite abbia un’effettiva base di consenso e nemmeno che porti vantaggio elettorale al partito.
Con la sequenzializzazione il problema sparisce da solo. Nelle prime primarie della sequenza avviene anche la scrematura necessaria a ridurre al minimo i contendenti della stessa area politica. Infatti, se il processo è sufficientemente diluito c’è ampio spazio per le “competizioni nella competizione” che fanno il servizio appena descritto. Varie volte nelle primarie presidenziali americane si sono potute distinguere tali “competizioni nella competizione” nelle fasi iniziali della stagione delle primarie, ed hanno funzionato a dovere. Si noti che il risultato è ottenuto facendo decidere sempre e solamente gli elettori, senza interferenze e senza apparato, senza bisogno di escludere nessuno a priori.
Facciamo un breve commento sui sistemi con ballottaggio, i quali sono dotati di una “mini-sequenzializzazione”, perché prevedono due votazioni successive. Quei sistemi non soddisfano il criterio della cassiera, perché fanno votare su tutto il territorio contemporaneamente, quindi la cassiera non avrà possibilità concrete di arrivare al ballottaggio, in situazioni normali. I sistemi con ballottaggio sono introdotti principalmente perché garantiscono al vincitorie l’investitura della maggioranza assoluta. In realtà, quei sistemi portano a maggioranze assolute artificiali, perché ottenute escludendo tutti i candidati tranne i primi due classificati al primo turno. Non solo, ma questo tipo di esclusione favorisce l’astensione al secondo turno, ciò che impoverisce ulteriormente il valore della maggioranza assoluta creata artificialmente. Questo tipo di sequenzializzazione “verticale”, in cui si chiede agli stessi elettori di votare ripetutamente per gli stessi candidati, ridotti di numero ad ogni passaggio, è altamente insoddisfacente. L’unica sequenzializzazione efficace è quella “orizzontale”, basata sulla suddivisione del territorio, perché è l’unica che soddisfa il criterio della cassiera.