Il periodo compreso tra il 1824 e il 1854 è identificato con il periodo del secondo sistema partitico, che si formò in seguito alla frantumazione del partito repubblicano fondato da Jefferson. Esso segnò la nascita dei partiti politici veri e propri.
Dopo le elezioni del 1824 Jackson continuò ad accusare Adams di aver stretto un patto scellerato con Clay per ottenere la presidenza e lo ritenne sempre un presidente illegittimo. I rappresentanti e senatori repubblicani del Congresso cominciarono a dividersi in pro-Adams e pro-Jackson.
Le elezioni presidenziali del 1828 furono elezioni di transizione: il caucus congressuale non era più praticabile e la convention nazionale, destinata a sostituirlo, non era ancora nata. I candidati principali, Adams e Jackson, ottennero investiture da parlamenti statali, convention e assemblee popolari e si presentarono alle elezioni senza partiti veri e propri al loro seguito. Jackson si prese l’agognata rivincita sul rivale, vincendo con un buon margine.
Jackson fu il primo presidente “del popolo”, cioè di origini popolari. Riprese temi cari a Jefferson, contro le élite e il centralismo e usò i propri poteri di presidente con grande spregiudicatezza, di fatto rafforzandoli notevolmente rispetto ai poteri del Congresso. Per esempio, usò il veto presidenziale tutte le volte che ritenne nel suo interesse farlo, non solo per bloccare provvedimenti incostituzionali. Rottosi il rapporto di fiducia con alcuni ministri, ordinò a tutto il governo di dimettersi e ne nominò uno nuovo. Queste pratiche furono accolte con favore dal popolo, che vide in esse strumenti per rompere rendite di posizione e poteri consolidati. Favorendo la democratizzazione, i jacksoniani furono premiati con un crescente consenso popolare.
Dopo le elezioni del 1828 le opposte fazioni nelle quali si era diviso il vecchio partito repubblicano si organizzarono in partiti veri e propri. I sostenitori di Jackson si fecero chiamare democratico-repubblicani e i sostenitori di Adams e Clay nazional-repubblicani. La denominazione “repubblicani” fu conservata da entrambi per mantenere vivo il legame col partito repubblicano di Jefferson. I democratico-repubblicani vollero richiamare anche la fede nel popolo professata da Jefferson e la democrazia dell’“uomo comune” di Jackson, mentre i nazional-repubblicani scelsero quel nome per sottolineare che vedevano gli Stati Uniti come una nazione, da rafforzare come tale, invece che una semplice una confederazione di stati. Alcune posizioni dei nazional-repubblicani riecheggiavano quelle dei defunti federalisti.