Il caucus repubblicano del 1804 riunì 108 rappresentanti e senatori al Congresso. Jefferson fu nominato per acclamazione, mentre Clinton fu votato candidato alla vicepresidenza. Apparvero i primi segni di organizzazione partitica: il caucus nominò un comitato di 13 persone incaricato di condurre la campagna elettorale. Questo comitato può essere visto come l’embrione dei comitati nazionali moderni. I resoconti delle attività del caucus apparvero sui giornali e i membri del Congresso cominciarono a discutere apertamente del sistema di nomina dei candidati mediante caucus. I leader federalisti scelsero i candidati alla presidenza e alla vicepresidenza in modo informale.
Nel 1808 il candidato nominato dal caucus repubblicano fu James Madison, che poi divenne presidente. Anche quel caucus nominò un comitato incaricato di curare la campagna elettorale, composto di 15 rappresentanti al Congresso. Tuttavia, il caucus fu teatro di duri scontri tra opposte fazioni. Molti leader del partito contestarono la convocazione e si rifiutarono di partecipare. James Monroe, uno dei candidati, non riconobbe la vittoria di Madison e corse alla presidenza ugualmente. Vari rappresentanti e senatori al Congresso firmarono un documento di protesta contro la designazione di Madison. Erano i primi segni di debolezza di questo sistema di designazione dei candidati.
Alcuni leader federalisti si riunirono in un caucus e confermarono i candidati nominati quattro anni prima, che furono facilmente sconfitti da Madison nelle elezioni generali.
Nel 1812 il caucus repubblicano riconfermò Madison senza problemi, mentre i federalisti si incontrarono segretamente nell’ultimo caucus presidenziale della loro storia. Nel 1816 i repubblicani furono senza veri avversari. Il caucus nominò Monroe con un margine ridotto, mentre nel paese si diffondevano forme di protesta contro il caucus. Nel 1820 il caucus repubblicano vide una scarsa partecipazione e non nominò alcun candidato. Il presidente uscente Monroe fu rieletto quasi all’unanimità.