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Il PdL ha messo in rete le regole preliminari delle sue primarie. Si parla di sequenzializzazione regionale e 10000 firme da raccogliere in 13 giorni. Si voterà in quattro turni, per macroregioni. Per votare bisogna pagare 2 Euro e sottoscrivere un’adesione alla carta dei valori del PdL.

Possiamo emettere un primo giudizio.

La richiesta di firmare un’adesione ai valori del PdL per votare qualifica le primarie del PdL come primarie chiuse. Infatti, negli USA le primarie aperte sono quelle in cui chiunque può votare, compresi gli elettori del partito avversario.

Far pagare per partecipare è tassativamente proibito in tutti gli stati degli Usa, ed è sufficiente a qualificare le primarie del PdL come primarie italiane, non primarie americane. Infatti, la somma pagata è equiparabile ad una mini-iscrizione. Si tratta a tutti gli effetti di un’iscrizione ricaricabile invece che in abbonamento, di un pay-per-vote, come succede anche presso il PD. Le primarie del PdL sono dunque consultazioni tra iscritti. Tali consultazioni non esistono negli Usa perché i partiti americani non hanno iscritti.

La richiesta di presentare 10000 firme in 13 giorni non si sposa colla sequenzializzazione e penalizza la partecipazione. In Usa non esistono richieste per candidarsi alle “primarie statunitensi”, esistono solo richieste per candidarsi ai caucus dell’Iowa (nessuna firma, nessun pagamento), alle primarie del New Hampshire (nessuna firma, pagamento di 1000 dollari), alle primarie della Carolina del Sud, alle primarie della Florida, alle primarie del Michigan, ecc. Un candidato può anche partecipare solo ai caucus dell’Iowa, vedere come va e poi decidere se andare avanti, o scendere in campo a competizione inoltrata, partecipare solo alle primarie della California, e così via.

L’organizzazione delle primarie in 4 gruppi di regioni che votano in date distinte qualifica le primarie come primarie regionali, non primarie sequenziali. E’ una delle opzioni considerate in passato negli Usa, sempre scartata. Sarebbe come se negli Usa ci fosse una serie di supermartedì. Chiaramente, una successione del genere non soddisfa il criterio della cassiera. Invece, occorre cominciare da una regione unica, preferibilmente piccola (come ad esempio il Molise, l’Iowa italiano), poi un’altra regione, piccola o media (come l’Abruzzo, il New Hampshire italiano), e così via per almeno 5 turni. Soltanto nella parte centrale della sequenza può esserci una concentrazione di primarie nello stesso giorno. Si veda la proposta che ho consegnato ad Alfano lo scorso 13 dicembre, che non prevede concentrazioni di primarie a nessuno stadio.

Nelle regole delle primarie del PdL non si parla in nessun caso di dare agli elettori la possibilità di votare candidati non-ufficiali. Negli Usa le schede elettorali delle primarie riportano quasi sempre una riga bianca, detta write-in (scrivi dentro), dove l’elettore può scrivere di suo pugno il nome del candidato che preferisce. Questa possibilità garantisce che le primarie non siano ristrette di fatto ai soliti noti.

Nelle regole emanate si parla anche vagamente di convention, ma non si sa ancora quali saranno i poteri dei delegati, né come saranno scelti. Negli Usa sono in grande maggioranza semplici elettori, eletti con le stesse primarie, e grazie alla convention governano il partito. Tra le altre cose, supervisionano l’applicazione delle regole delle primarie, dirimono le controversie in materia, approvano le regole delle primarie successive e della stessa convention, scrivono e approvano il programma elettorale degli elettori. Negli Usa la convention è l’autorità massima del partito: non esistono apparati, non esistono segretari, non esistono capi, non esistono organi dirigenti.

Dubito che sarà così nel caso del PdL. Al massimo faranno una consultazione su proposte programmatiche preconfezionate, stile televoto. Gli elettori non avranno la possibilità di partecipare attivamente, ma soltanto la possibilità di partecipare passivamente. In ogni caso il messaggio che passerà sarà: noi siamo di qua, voi siete di là; noi contiamo, voi vi fate contare.

Infine, nessun accenno a primarie per i candidati alla Camera e al Senato.

Come si vede, il tentativo del PdL è ben lontano dal traguardo dei partiti governati dagli elettori.

Ripercorrendo la storia dei partiti americani e studiandone il funzionamento, fondato sulle elezioni primarie e le convention, elaboriamo una strategia per realizzare il sistema dei partiti governati dagli elettori anche in Italia.

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